Filippo e Lorenzo sono stesi su un prato, al solito parco dove stanno sempre e dove sono cresciuti insieme tra una partita a calcetto e una rima scritta su un quaderno e stanno guardando il cielo, cercando di metabolizzare tutti i cambiamenti che sono avvenuti nella loro vita nelle ultime settimane. Sono cresciuti davvero insieme, lui e Lorenzo. Hanno affrontato tante cose, vissuto tantissime esperienze, ci sono sempre stati l'uno per l'altro e sono sempre stati una costante, nel bene o nel male. E poi un giorno di qualche settimana fa così, un po' per scherzo e anche un po' per gioco, hanno pensato di baciarsi. Così. Erano tristi, delusi dalla vita, stava andando tutto male e hanno cercato conforto l'uno nell'altro come sempre ma in un modo leggermente diverso, più fisico, più viscerale. Sono cresciuti insieme e hanno deciso di continuare a farlo, di imparare a baciare bene sperimentando l'uno con l'altro, scoprendo e toccando i loro punti sensibili e questa cosa sta servendo ad entrambi perché nel loro dolore li fa stare bene, li fa sentire vivi.
E stasera sono arrivati in questo parco come al solito ma è da un po' di tempo che non hanno voglia di scrivere ma di vivere, di sentire, di sentire tutto e di sentire pure il peggio pur di scrivere meglio. Così si sono stesi su questo prato, hanno parlato per un po' fino a che non si sono stancati e hanno preso a baciarsi e non c'è voluto molto prima che Filippo si ritrovasse con il viso sepolto nel collo del suo amico e la mano infilata sotto all'elastico dei suoi boxer. Lo sta toccando già da un po', con insistenza, ingoiando i suoi respiri con i baci e lo sta facendo ad occhi chiusi, ogni movimento lo fa con un'estrema cura ed attenzione come se volesse capire cos'è che lo fa godere di più, quale punto può eccitare più di un altro. Sono persi nell'ennesimo bacio quando all'improvviso sentono di non essere soli, sentono dei passi in lontananza, un "chi è là?" forte e chiaro e la luce di una torcia che illumina improvvisamente uno squarcio di parco. Si staccano l'uno dall'altro come scottati e si guardano negli occhi ed è un secondo, quando Lorenzo si risistema i boxer e i pantaloni il guardiano spunta da dietro un albero e li vede e Filippo si alza in fretta, praticamente inciampando nei suoi stessi passi e afferrando un braccio di Lorenzo per far alzare pure lui.
"Filo, un secondo-"
"Ci sbattono dentro per atti osceni in luogo pubblico, coglione" gli ricorda Filippo, mentre Lorenzo si rimette finalmente in piedi e lo segue. Cominciano a corre come due pazzi, con il guardiano che corre dietro di loro e pensavano di essere veloci ma in questo momento si rendono conto di non esserlo poi così tanto. Non sanno neanche loro come riescono ad uscire dal parco, correre veloce e rifugiarsi in un vico buio e stretto dove nessuno potrà trovarli. Si fermano lì e cercano di tornare a respirare, poi nell'esatto momento in cui si guardano negli occhi scoppiano a ridere e Lorenzo lo sbatte contro il muro per baciarlo di nuovo, con la lingua, in un modo sporco che gli ricorda del problemino che l'amico gli ha lasciato tra le gambe.
"Va be Filo ma ora me lo succhi?"
"Si dice "per favore", Galli" lo prende in giro Filippo, prima di cadere in ginocchio davanti a lui per abbassargli i pantaloni. E il guardiano del parco può benissimo andare a farsi fottere, come del resto tra un po' faranno loro.
-
Sono passati diversi giorni da quella serata e Filippo ha notato una cosa dal momento in cui ha rimesso piede in stanza, dopo essere tornato dal campetto con Lorenzo: i suoi compagni di stanza sono strani.
Di Simone ha capito il perché il giorno dopo, durante la festicciola organizzata in camera di Carmen lui ed Emma hanno litigato per qualche motivo e da allora non hanno ancora fatto pace, anche se ci stanno provando. Si vedono di continuo e stanno passando praticamente tutte le sere da soli per provare a chiarire la loro situazione. Einar invece Einar è strano e basta, come se qualcuno gli avesse fatto un torto. È da quella sera che lo evita, non sembra arrabbiato con lui ma semplicemente schivo, come se non avesse voglia di parlarci. E c'è un motivo se Filippo ama e odia così tanto la notte: perché pensa. Quando tutto tace e fuori è buio se ne sta da solo con i suoi pensieri e pensa e ripensa e pensa ancora un'altra volta fino ad addormentarsi, ma stanotte la vede veramente dura per dove i suoi pensieri lo stanno portando. E se solo Biondo non fosse ancora fuori con Emma, proverebbe a sfogarsi con lui invece di mettere in mezzo Einar e sembrare un perfetto psicopatico. Perché ora che ci sta pensando bene forse ha capito che cosa ha il suo amico. Il suo atteggiamento è cambiato da quella sera, dal momento in cui ha visto Lorenzo baciare in quel modo, con quella tale alchimia e gli viene da ridere a pensarci perché non è stato proprio onesto, non lo ha baciato perché era il più bello della stanza in quel momento ma per la confidenza che hanno sempre avuto, per quel bacio che non sarebbe stato diverso e strano ma semplicemente familiare. Eppure non ci ha pensato alle reazioni che avrebbe potuto scaturire. Perché se lui ha preso molto alla leggera la propria bisessualità, sa benissimo che non tutti sono in grado di farlo. E ci ha pensato e ci ha ripensato e questa gli sembra la conclusione meno stupida di tutte, Einar lo sta evitando per quel bacio che gli ha visto dare a Lorenzo e lui ha bisogno di chiarire la situazione. Probabilmente se fosse giorno non sarebbe così affrettato ma il Filippo della notte è questo, è quello nevrotico che non riesce a dormire, quello pieno di energie che vuole fare tutto ciò che di giorno di norma non farebbe.
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Tra le nuvole e fumo
FanfictionQuando Filippo Fanti (in arte Irama) entra a far parte di Amici non solo porta nella scuola se stesso e le sue canzoni ma anche la sua anima, i suoi scheletri nell'armadio, l'isola che gli è cresciuta dentro insieme a lui, i suoi ricordi, la sua ani...