Vincere le paure

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"Filippo, ce la facciamo ad incastrare un'intervista domani tra le 15 e le 15:40? So che era praticamente il tuo unico momento di pausa della giornata, ma hai vinto Sanremo da qualche giorno e sei ancora così richiesto che-"

"Sì, sì, ce la facciamo" risponde Filippo, zittendo il suo manager mentre inforca la maniglia della sua valigia e comincia a trascinarla verso il centro del binario dove a momenti arriverà il treno per Roma. La prima volta che ritorna nella Capitale da dopo la vittoria. La stazione di Milano è piena, movimentata come al solito e cercare di mascherarsi non è facile, soprattutto adesso che tutti, ma davvero tutti, potrebbero riconoscerlo. Dopotutto non è più soltanto il vincitore di Amici, ma adesso è il vincitore della 69esima edizione del Festival di Sanremo, il Festival che seguono praticamente tutti gli italiani e adesso è tutto più amplificato dell'anno scorso, se già quello gli sembrava tanto questo è tutto, questo è troppo e non lo sa come farà a gestire tutto questo. Sa soltanto che è felice. Dopo più di due mesi, ora che ha vinto Sanremo e si è riscattato, può dire che la musica gli sta di nuovo salvando la vita.

Sta aspettando impaziente che il treno arrivi, quando all'improvviso solleva lo sguardo e attraverso i suoi occhiali da sole, vede qualcuno sul binario successivo. Quello che porta a Brescia.

Vede Einar, per la prima volta dopo quella notte in stazione sotto la neve.

Avverte una morsa stringergli il cuore nel petto, mentre guarda Einar che se ne sta lì, annoiato, con Valentina accanto che si tiene la schiena, il pancione di almeno cinque o sei mesi in bella vista mentre gli parla di qualcosa che non sembra interessare molto ad Einar dato che non la sta ascoltando. Sembra triste, spento, annoiato, è solo l'ombra del ragazzo che era gli ultimi giorni ad Amici, quando erano in casetta insieme e sorrideva come un bambino felice per una semplice rosa senza spine.

Vede Einar e per la prima vera volta dopo due mesi prova pena per lui, perché non solo è infelice, ma non ha neanche la forza e il coraggio per cambiare le cose. Lui ci ha provato, crede di averci provato davvero con tutte le sue forze, ma Einar deve salvarsi da solo. Non può salvarlo lui.

"Oddio, ma tu sei Irama?" gli chiede un ragazzo, avvicinandosi a lui e dicendolo troppo ad alta voce.

Diversa gente si gira a guardare e gli occhiali e il cappuccio sulla testa serve davvero a poco quando una folla di persone si stringe attorno a lui per una foto, un autografo o un abbraccio. E mentre si lascia travolgere, vede Einar sollevare la testa e guardare curioso dalla sua parte, come se volesse capire cosa sta succedendo. Cosa o chi hanno visto tutta quella gente. Il treno arriva dopo pochi secondi oscurandogli la vista di Einar, si scusa con tutta quella gente e sale in fretta sul treno seguito dal suo staff. Corre a sedersi dall'altra parte, il finestrino che affaccia sul lato di Einar e vede proprio l'attimo in cui la scintilla di curiosità si spegne nei suoi occhi, in cui la spegne Valentina, afferrandolo per il braccio e trascinandolo verso il distributore con le merendine. Dopo pochi secondi Einar sparisce dietro al distributore, il treno parte e il panico lo assale quando la realizzazione lo colpisce: questa è l'ultima volta che ha visto Einar.

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"Amore aspetta, fatti chiudere bene il cappottino" dice Einar ad Oliver, piegandosi davanti a lui per abbottonarglielo e sistemargli il cappellino sui capelli scuri. "Ecco, ora puoi andare a giocare. Però-"

"Sto dove mi puoi vedere, lo so, papà" risponde Oliver in fretta, e sta per dargli le spalle e andare via quando solleva la testa per guardare Filippo, che gli sta sorridendo dolcemente. "Tu non te ne vai, vero? Se te ne vai dimmelo che ti saluto adesso. Anzi, se te ne vai dimmelo che non vado a giocare e ti costringo a rimanere."

Tra le nuvole e fumo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora