"Allora ieri sera hai davvero chiesto a papà di uscire?" domanda un piccolo Oliver entusiasta, saltellando sul sedile del passeggero nonostante abbia la cintura allacciata.
"Ehi ehi frena piccoletto, siediti composto e sì, gliel'ho chiesto e usciamo stasera, per questo ti sto portando da zio Joele" gli spiega Filippo, sentendosi un po' in colpa per questo. Einar ovviamente lo sa, lo hanno deciso stamattina poco prima che si sedessero a tavola per fare colazione tutto insieme. Einar doveva andare a lavoro e non avrebbe staccato prima delle cinque, e sarebbe stato imbarazzante tornare a casa e prepararsi con Filippo nei dintorni. Il manuale da primo appuntamento non suggerisce di certo questo.
Così Filippo adesso sta portando Oliver da Joele, rimarrà con lui qualche ora, Einar dopo il lavoro lo andrà a riprendere e stasera Lori gli farà da babysitter perché ha perso la scommessa. Tutto perfetto, il loro piano non fa una piega solo che Filippo non aveva messo in conto che sarebbe stato così tanto preoccupato al pensiero di Oliver senza lui ed Einar per una sera intera. Lo ha realizzato poco fa, quando ha avvolto Oliver in più strati di vestiti per prepararlo al viaggio di cinque minuti in macchina fino a casa di Joele.
Non ha mai giudicato Einar per la paura irrazionale che ha da quando Oliver è uscito ieri dall'ospedale, ma mai come in questo momento lo ha capito.
"Sai già dove lo porterai?"
"Ora vuoi sapere troppo" risponde Filippo, divertito, fermando la macchina fuori casa di Joele e slacciandosi la cintura per girarsi completamente verso Oliver. "Mi dispiace di averti fatto uscire di casa. Tu stai bene? Ti senti bene?"
"Fili... sto benissimo" sospira Oliver, spazientito. "Posso pure tornare a scuola."
"Ora non esageriamo, pulce" mormora Filippo terrorizzato, facendosi più vicino a lui e abbracciandolo. "Lo so che vuoi bene a zio Joele ma se non te la senti di stare qua me lo dici e torniamo a casa ora. Io e papà possiamo pure rimandare il nostro appuntamento — "
"Fili, ti giuro che sto bene e sono contento di stare con zio Jo. Andiamo?" lo incita Oliver, sollevando la testolina e guardandolo dritto negli occhi. E mentre Filippo annuisce a malincuore e scende dalla macchina assieme a lui, si scopre improvvisamente a capire quei genitori che sentono mancar l'aria quando lasciano per la prima volta i loro figli. E a capire un po' di meno perché mai dovrebbe sentirsi in questo modo.
"Ho lasciato ora Ollie da Joele, Lori" mormora Filippo, quando riparte per tornare a casa e il suo migliore amico lo telefona. "Prima da lui, poi dopo di nuovo a casa perché Joele non può tenerlo pure stasera e sarai tu ad occupartene... Ollie non è un pacco postale, Lori. È un bambino. Forse dovrei portarlo con noi - "
"Oh no Filo, ma ti sei bevuto il cervello?"
"Ollie è un bambino bravissimo, non ci recherebbe alcun tipo di disturbo - "
"Ma non ho capito, Einar te lo vuoi scopare o no?" gli domanda Lori, diretto e sincero come sempre. "No perché mi era sembrato di capire che l'obiettivo della serata fosse questo. Fil, sei veramente carino da quando hai conosciuto il figlio di Einar. Non lo so se te ne rendi conto ma sei cambiato tanto, e in meglio. Però cazzo non sei uno stupido e lo sai meglio di me che avete bisogno di stare da soli."
"Lori" lo richiama Filippo, stringendo così tanto forte la mano sul volante che le nocche gli diventano bianche. Apre bocca per continuare ma non gli esce niente, non riesce neanche a dirlo, neanche a formularlo bene quel pensiero che gli balena nella testa. Vorrebbe dirgli che ha paura, perché si sta affezionando troppo a Ollie, perché si sta affezionando in un modo che non avrebbe mai creduto possibile, perché non prova quel distacco, non ha la lucidità di rendersi conto che la febbre viene a tutti i bambini e che non c'è niente di cui preoccuparsi, perché gli manca l'aria quando non ce l'ha nei dintorni soprattutto in questi giorni che lo ha visto stare male. Glielo vorrebbe dire, ma se lo dicesse diventerebbe troppo reale e non lo sa se riuscirebbe a reggere.
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Tra le nuvole e fumo
FanfictionQuando Filippo Fanti (in arte Irama) entra a far parte di Amici non solo porta nella scuola se stesso e le sue canzoni ma anche la sua anima, i suoi scheletri nell'armadio, l'isola che gli è cresciuta dentro insieme a lui, i suoi ricordi, la sua ani...