Il sortilegio (pt.2)

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"Pensarti in quei secondi
che passavano in silenzio,
quanto ti ho amato, lo so,
potevo dirtelo, me lo ripeto spesso"




"Fili, che cos'è un testimone?" chiede Oliver a Filippo, mentre è intento a sistemargli il cravattino attorno al collo. "Non era una cosa brutta? L'ho visto in qualche film, credo, ma non penso che zio Biondo abbia ucciso qualcuno. Ha ucciso qualcuno e tu devi testimoniare?"

"No amore, no" risponde Filippo, lasciandosi sfuggire un sorriso leggero. "Sono due tipi di testimoni diversi. Quello che devo fare io a zio Biondo e zia Emma, è una cosa bella. Devo testimoniare il loro amore, capisci? Nel senso, che se nessuno sapesse che si amano, io sarei lì a testimoniarlo perché li ho visti e so che è così. Sarei lì per farlo sapere a Dio e alla gente. Ecco, questo è un testimone."

Oliver lo ascolta attentamente, cercando di non lasciarsi sfuggire proprio niente della sua spiegazione. "Sì, hai ragione, Fili. Sembra una cosa bella. Quando vi sposate, voglio fare il testimone anche a te e papà. Io lo so che vi amate, vi vedo sempre."

Filippo piega le labbra in un sorriso triste, lasciando scivolare le mani sulla sua giacca. "Ecco, adesso sei pronto. Sei bellissimo, lo sai? Oggi farai sicuramente conquiste."

"Non vedo l'ora che mi veda papà. Dov'è?" domanda Oliver, confuso, sollevando il viso per cercare suo padre da fuori la camera della suite.

"Papà si sta preparando, si sta facendo bello. O meglio... più bello del solito" precisa Filippo, sollevandolo dal letto e rimettendolo a terra. "Andiamo a vedere se è pronto, okay? Così gli fai vedere quanto stai bene così elegante."

"Pure tu stai bene. Sei strano perché non ti ho mai visto così ma sono sicuro che papà sverrà quando ti vedrà" insinua Oliver, con aria maliziosa. "Ce l'abbiamo il tempo di andare in ospedale?"

"Sta' zitto, pulce" risponde Filippo, trattenendosi dal scompigliargli i capelli che gli ha appena sistemato con tanta cura. Quando entrano in camera da letto trovano Einar intento a spruzzarsi il profumo davanti allo specchio. Filippo teme seriamente che a svenire potrebbe essere lui, non Einar. È talmente bello che fa male.

"Sono pronto, giuro!" esclama Einar, sentendoli arrivare. Si gira di scatto, senza pensare a quello che si troverà davanti e rimane profondamente colpito quando vede Oliver e Filippo, più belli che mai, nei loro completi eleganti e uguali. Anche Filippo d'altro canto lo fissa, lo guarda dalla testa ai piedi a bocca aperta, meravigliato. Ad Einar sembra di tornare a cinque anni e mezzo fa, quando si vestirono così eleganti per la finale e rischiarono di strapparsi i vestiti di dosso nei camerini dello studio.

"Calmatevi, respirate. Devo chiamare l'ambulanza?" chiede Ollie, rompendo il silenzio.

Einar si obbliga a camminare e si avvicina a lui, ma non prima di aver lanciato un'altra occhiata a Filippo. "Ma sei bellissimo, mostriciattolo" sussurra a suo figlio, posandogli un bacio sulla fronte. Effettivamente Filippo aveva ragione ieri sera, n'è valsa davvero la pena spendere tutti quei soldi per vederlo così elegante oggi. Forse ha sbagliato ad arrabbiarsi così tanto con lui. "Cos'è questa storia dell'ambulanza?"

"Una storia che parla di persone che svengono e battono la testa, niente papà non ti preoccupare" risponde Ollie, con tanto di gesto con la mano per fargli segno di lasciare stare. Filippo si porta una mano alle labbra per trattenere una risata, perché davvero, Oliver sa essere davvero un personaggio quando ci si mette.

"Siamo tutti pronti, allora?" domanda Einar, rimettendosi in piedi.

"Sì, credo. Dov'è il regalo per Emma e Simo?" chiede Filippo, guardandosi intorno.

Tra le nuvole e fumo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora