28 candeline

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"Siamo degli amici di merda, Einar."

Se Filippo avesse potuto scegliere come passare la sera prima del suo compleanno, avrebbe sicuramente sognato quello che sta succedendo in questo preciso momento: lui ed Einar in macchina, tutti incappucciati, che si baciano fuori il portone di casa perché nessuno dei due riesce a lasciare andare l'altro. Einar si lascia scappare un gemito quando le dita fredde di Filippo si posano sulle sue guance, per afferrarlo sempre come fa quando lo bacia e Filippo se ne accorge perché un attimo dopo le lascia scivolare sotto la sua stessa felpa, dove le mani di Einar lo stanno riscaldando.

"Lori e Joele possono aspettare" sbuffa Einar, affondando i polpastrelli nei suoi fianchi per tenerlo stretto contro di lui. "Non lo so come si fa a smettere di baciarti, devi insegnarmelo."

"Lo stai davvero chiedendo a me?" gli chiede Filippo, divertito, accarezzandogli i ricci con l'altra mano e tirandoglieli appena sulla nuca. "Ho un'idea. Entro dentro, vedo cosa voleva Lori, tu intanto scrivi a Joele di aspettare a casa insieme ad Ollie un altro po' e noi ce ne andiamo da qualche parte. Non so se ci conviene fare sesso qui fuori, ma ho visto una strada qui nelle vicinanze abbastanza isolata e - "

"Fil" lo interrompe Einar, frustrato. Se avesse previsto che sarebbero finiti così quando Lori ha scritto a Filippo di tornare immediatamente a casa, sicuramente Einar gli avrebbe lasciato la macchina con la scusa di non voler lasciare solo Joele e Anna a casa che stasera sono suoi ospiti. E invece no, ha detto ai suoi amici che avrebbe accompagnato Filippo e di restare con Ollie, e quando poco fa sono arrivati qui fuori e Filippo si è sporto per salutarlo con un bacio, ci sono ricaduti. "Smettila."

"Di baciarti o di parlare?"

"Non - non so che cosa sia peggio tra le due" sbuffa Einar, premendoselo contro con più decisione. "Devi seriamente smetterla di propormi di fare sesso mentre siamo in macchina perché hai una reputazione significativa a proposito e sono davvero tentato di accettare."

"Sì?" sussurra Filippo lascivo, sfiorandogli le labbra un'ultima volta prima di posare un bacio sulla punta del suo naso. Einar piega istintivamente la testa da un lato quando poi si sporge per mordergli il lobo dell'orecchio. "Ricordami da quanti giorni abbiamo cominciato a baciarci."

"D-dovrebbero essere undici" sospira Einar, accorgendosi soltanto in questo momento dei finestrini appannati e dell'aria bollente che si è creata in macchina, nonostante sia dicembre inoltrato e stesse morendo di freddo fino a poco fa.

"E cosa dice il protocollo del "fare le cose con calma"? Adesso ti posso scopare sui sedili della tua macchina?" gli sussurra direttamente nell'orecchio, facendo scivolare la sua mano sul rigonfiamento dei suoi jeans.

"Oddio, no" protesta Einar, anche se sarebbe davvero tentato dal farlo. Peccato però che sono quasi due anni che sui sedili posteriori della sua auto c'è ancora il seggiolino di Ollie di quando era piccolo, perché è troppo pigro per toglierlo e metterlo in garage. Il che non fa altro che ricordargli che lui con questa macchina ci porta suo figlio a scuola. "Non possiamo farlo qui. Sono - dio santo, Filippo, sono un padre adesso. Smettila di farmi pensare a te così. E alle porcherie che scrivi nelle tue canzoni."

Filippo ghigna, togliendogli la mano da lì e accarezzandogli una guancia dolcemente. "Hai ragione, piccolo. Lo faremo prima in un letto proprio perché non sei uno qualunque, poi benediremo pure la tua auto. Stanne certo" gli promette, con un tono dolce che non ha niente a che vedere con quello che gli sta dicendo. "Salutami di nuovo Ollie. E digli che mi sono divertito oggi pomeriggio con lui."

"Oh, a proposito! Devi dirmi cosa state facendo! Perché siete sempre così strani quando torno a casa da lavoro - "

Einar non fa neanche in tempo a finire la frase, che Filippo gli stampa un ultimo bacio sulle labbra e poi apre la portiera della macchina. "Ci vediamo domani e... oh, Ein?"

Tra le nuvole e fumo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora