Quando il buio si avvicina

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"Contemplare un addio
non basterà
il bisogno di un viaggio
è paura e coraggio
e sto qui"

"Hai presente quei momenti che vorresti durassero in eterno?" domanda Einar, girando appena il viso per cercare lo sguardo di Filippo.

Sono in giardino da un bel po', dopo aver fatto l'amore si sono rivestiti e sono tornati in cucina per preparare una torta al cioccolato, l'hanno fatta insieme giocando come due bambini e inseguendosi per tutta la casetta con le bustine di cacao e ovviamente mentre la torta era in forno sono stati costretti a rintanarsi nella doccia per lavarsi, finendo per fare l'amore un'altra volta contro le piastrelle del bagno. Hanno entrambi esaurito le energie e dopo aver mangiato la torta se ne sono andati fuori in giardino, e da allora non sono più rientrati. Filippo è seduto sul prato, ha la schiena poggiata contro un pouf ed Einar invece se ne sta comodamente stravaccato tra le sue gambe, con la testa contro la sua spalla. Filippo lo tiene stretto, con le mani intrecciate sul suo stomaco ed Einar ne sta approfittando per giocare coi suoi anelli, cercando di non pensare dove siano stati fino a poco fa.

Filippo ha rindossato le piume da poco, sicuramente perché sa che le ragazze saranno a momenti per tornare ma è stato comunque bello averlo per un intero pomeriggio così. "Capisco cosa intendi, però di solito quando vivo momenti del genere da una parte vorrei che durassero in eterno, e dall'altra non vedo l'ora di correre a prendere carta e penna per poterci scrivere qualcosa."

"Sei un caso perso" lo rimprovera Einar, divertito. "Devi imparare a goderti i momenti, Fil."

"Lo sto facendo" sospira Filippo, stringendolo più forte e immergendo di nuovo il naso tra i suoi capelli. Il cuore di Einar fa una capriola pensando che anche per Filippo questo è uno di quei momenti di cui parlava prima, quelli che non vorresti mai vederli finire. "Avresti mai pensato che saremmo finiti così?"

"Intendi quando eravamo in stanza con Biondo e abbiamo passato due mesi del pomeridiano a cercare di essere soltanto amici? No, onestamente. Avevo una cotta per te, son sincero, ma per ovvi motivi mi dicevo di non avere speranza. E invece... e invece cosa? Non mi ricordo neanche com'è stato possibile tutto questo. Insomma, eravamo... credibili, no? Come amici, intendo. Le cose si fanno in due, Ein. Come ci siamo arrivati a questo?" gli domanda Filippo, curioso, perché davvero non riesce a ricordare come sia stato possibile che Einar sia passato dal considerarlo come un amico a baciarlo quella sera sul terrazzo.

"Non... non farmelo dire, ti prego" lo supplica Einar, imbarazzato.

"Oh adesso sono curioso" insiste Filippo, tornando a vestire di nuovo i panni del bambino impiccione di due anni che nasconde dentro di sé.

Einar stringe gli occhi, imbarazzato, e... "Lorenzo" sospira, arrossendo vistosamente.

"Lorenzo?"

"Sì, uhm. Quando lui venne a trovarti, ricordi? Passò la serata con noi e mentre giocavamo Sing a Song dovevi pagare un pegno, e dovevi baciarlo e... voi vi baciaste, in modo molto spinto aggiungerei, e io... cazzo. Filippo vuoi davvero farmelo dire?"

"Cosa? Io ricordo soltanto che per giorni ti comportasti in modo strano, tanto che in piena notte ti svegliai per chiederti se fossi omofobo o una cosa del genere. Tu mi dicesti che ti eri soltanto offeso perché non ti avevo detto di essere bisessuale, e di essere stato con Lorenzo."

"Be', bugia. Voglio dire, sì, forse anche per quello, ma il motivo principale è che... no Filippo non puoi davvero farmelo dire te lo giuro che... no."

"Einar ti giuro che se non me lo dici subito non ti rivolgo la parola fino alla finale" lo minaccia Filippo tentando di sembrare serio, ma cede miseramente un secondo e finisce per tornare ad essere di nuovo il bambino curioso che è. "Einar ti prego dai Ein ti scongiuro faccio tutto quello che vuoi ti prego dimmelo subito Ein dai per favore."

Tra le nuvole e fumo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora