Come il tocco di una piuma

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Se ad Einar e Filippo venisse chiesto di definire il serale per loro con una parola, altalenante sarebbe sicuramente quella giusta.

Il percorso che hanno aspettato tanto, e sperato di poter vivere insieme, si è trasformato in una sorta di sogno con qualche sprazzo di incubo che sta rendendo questa esperienza meno perfetta di come avevano previsto. Dopo la lettera che Einar ha fatto arrivare a Filippo le cose sono diventate strane, non fanno altro che dimenticarsi e ricordarsi di aver stoppato quello che stava nascendo tra di loro e quando lo ricordano arriva la rabbia, la tristezza, poi a tratti lo dimenticano e sono di nuovo loro, i due ragazzi della stanza 410 che si divertivano tutto il giorno e che si volevano bene come pazzi.

Il serale li unisce soltanto di più, loro non sarebbero ancora d'accordo su questo ma lo scopriranno presto: sentirsi così tanto lontani, alla fine li farà sentire vicini. Sta diventando tutto più intenso, più forte, la mancanza si fa sentire e il sentimento cresce sempre di più in ogni momento che passa.

Succede pochi giorni dopo la quarta puntata, quella in cui Einar viene messo più volte in discussione e torturato da Zerbi con numerosi cavalli di battaglia, uno dei quali neanche ricorda bene. Filippo se ne sta lì seduto mentre lo vede in seria difficoltà, ma affronta tutto a testa alta con l'orgoglio che nel corso delle settimane sta imparando a sviluppare. E Filippo non ce la fa proprio a contenersi, assiste alla sfida indignato, alzandosi in piedi per applaudire quando Einar gli trasmette emozioni fin dentro le ossa e prova tantissime sensazioni contrastanti perché non può crederci che Einar potrebbe uscire perché è troppo bravo, anche più bravo di chiunque, e non può crederci che potrebbe perderlo così. Da un momento all'altro. Ed è proprio questo a dargli la spinta finale, per

"Devo vedere Einar" lo dice così, da un momento all'altro, a... Luca Tommasini.

Davvero, questo la dice lunga su quanto alto sia il suo livello di disperazione. Lo dice a Luca Tommasini, il coreografo, mentre sono in sala prova a discutere riguardo all'esibizione della terza fase, che deve rimanere segreta. Sa per certo che in questo momento le telecamere non li stanno riprendendo.

Luca si blocca e solleva lo sguardo, confuso. "Einar?"

"Noi... sì. Abbiamo uhm, litigato? Diciamo così. Siamo diventati un sacco amici e... scusami, non avrei dovuto. Mi è scappato. Solo che sono così stanco, e mi sento solo, anche se ho Simone e... mi dispiace. Davvero. Solo per un attimo mi ero illuso che tu potessi fare qualcosa. Scusami, davvero."

"Ci tieni così tanto a lui?" gli chiede Luca, intenerito e Filippo non risponde. Si limita a sollevare la testa e a guardarlo negli occhi, si limita a lasciarsi guardare, sapendo che i suoi occhi parleranno al posto suo. E Luca sembra capire. "Ascolta... avevo pensato ad una prova proibitiva di canto. Una specie di duetto tra un concorrente della squadra blu, e uno di una squadra blu. In quel caso i due dovrebbero incontrarsi per le prove. Potrei proporla questa settimana, insomma, sono ancora in tempo"

"Io ti amerò per sempre se lo fai" risponde Filippo tutto d'un fiato, appellandosi davvero a tutte le sue forze per non saltare al collo del coreografo e abbracciarlo.

Luca in tutta risposta sgrana gli occhi, colpito dalla schiettezza dell'alunno e poi scoppia a ridere, divertito. "Okay ma non ripeterlo più, va bene? Non voglio essere licenziato."

"Va bene, sì, afferrato. Grazie."

E il serale gli fa meno paura, ora che la possibilità di poter riabbracciare Einar e parlargli si fa finalmente più reale.

***

Filippo se ne sta seduto sulla panca della squadra bianca in attesa di vedere Einar arrivare.

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