Diamante nello stomaco

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"Come fai a guardarmi così?

Come se un cuore fosse in prestito..."

È la notte prima della seconda puntata e Filippo se ne sta seduto in cortile, con il suo quadernino davanti imbrattato di parole nuove, cancellature, scarabocchi, correzioni. Da quando è cominciato il serale il suo blocco dello scrittore sembra essere completamente svanito nel nulla, già dal terzo, quarto giorno, ha cominciato a buttare giù tante cose nuove ed insomma, è una cosa bella. Gli era mancata quell'ispirazione intensa, veloce, quella talmente veloce che non riesci a starle dietro solo con la penna e che ti costringe a scrivere male, con una calligrafia terribile e che ti induce a ricontrollare cosa hai scritto alla fine perché sarà sicuramente un insieme di pensieri confusi e di parole che hanno senso solo nella sua testa. L'ispirazione che lo ha assalito da quando è stato allontanato da Einar è proprio questa e deve ammetterlo, gli era mancata. Adesso sente davvero di star facendo qualcosa di buono, di nuovo, qualcosa che potrà vedere la luce del sole molto presto.

"Oh, ancora sveglio?" gli chiede Biondo, uscendo fuori in giardino e trovandolo seduto lì. Lo raggiunge  subito, prendendo una sigaretta dalla busta e accendendosela per fargli compagnia.

"Scrivo. Tu?"

"Emma" sospira Simone, lasciandosi andare con la testa tra le mani. "Abbiamo tipo, uh, litigato?"

Filippo smette di rimarcare lo scarabocchio che ha fatto su una parola e guarda il suo amico, accigliato, con la mano pressata contro la fronte. "Tu ed Emma avete litigato? Tu ed Emma?"

"Mi ha chiesto perché ho accettato subito de venì qua nei bianchi e ho detto che me piaceva il colore" mormora in risposta, rendendosi conto solo ora che lo ha detto ad alta voce di quanto stato così stupido.

"Simone" lo richiama Filippo, con aria di rimprovero. E davvero, non lo sa come ci sono arrivati lui e Simone dall'essere i cattivi ragazzi del pomeridiano al passare le notti in giardino a parlare dei loro drammi amorosi, e a rimproverarsi a vicenda quando fanno qualcosa di sbagliato.

"Lo so bro ma che dovevo dì?"

"Che stai qui per lei, forse? La cosa più palese del mondo? Lo hanno capito pure i muri, lo sai?"

"Lo so ma non ce lo siamo mai detti, che stiamo insieme dico, capito? Al pomeridiano era tutto facile, passavamo il tempo insieme, limonavamo, era figo. Adesso è tutto così intenso."

"Lo capisco" mormora Filippo, perché davvero, chi più di lui lo può capire? E ciò che stava scrivendo fino a cinque minuti fa ne è la prova. "E so anche che accettare di venire nei bianchi sia stata già una certezza, ma... lasciatelo dire da chi in questo mondo ci è stato per un po' e sa di cosa sta parlando: sarà imbarazzante, Simo. Adesso tutti sanno che state insieme e tutti si sentiranno in diritto di mettere bocca sulla vostra storia, andrà a finire che durante una puntata qualcuno vi dirà "che bella coppia che siete" e voi neanche sapevate di esserlo. Mettetele in chiaro prima tra di voi queste cose, anche perché adesso davvero state insieme Simo e si vede. Mi sembra ridicolo continuare a fingere che non sia così."

Simone si morde il labbro inferiore, combattuto. "Hai ragione, forse dovrei parlà con lei. Magari domani, prima della puntata."

"Bravo, sono fiero di te" si congratula Filippo, sporgendosi per dargli una pacca sulla spalla.

"Sì? Pure io sono fiero di te" risponde Simone, sorridendogli dolcemente. "Ho visto come sei stato questa settimana e mi dispiace. Prima Einar che ti manca, poi il crollo che hai avuto per la cosa che hai sbagliato l'attacco della canzone insomma, è stata una settimana di merda ma sono sicuro che andrà meglio."

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