11.

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Elle e Light si trovarono nel bar vicino l'università. Il primo prese la sua solita fetta di torta con una tazza di te mentre il secondo una semplice tazzina di caffè. Stettero per un po di tempo in silenzio, guardando da qualunque parte tranne che negli occhi dell'altro. Semplice imbarazzo, qualcuno penserebbe, ma entrambi sapevano che di fronte avevano il loro avversario che avrebbero dovuto sconfiggere a ogni costo. Elle si era rivelato, ed era stato molto rischioso e proprio per questo il moro non poteva commettere lo stesso errore. A interromperlo dai suoi pensieri fu il corvino, intento a mangiare un pezzo della fetta di torta, che iniziò a parlare. Il detective esternò tutti i suoi dubbi e sospetti nei confronti di Light e, quest'ultimo, ne rimase esterrefatto. Il moro non si spiegava come quel ragazzo, che si spacciava per Elle, potesse già sospettare su di lui. Ovviamente negò subito i dubbi ma non insistette, così avrebbe solo incrementato i sospetti. 

"Se tu non sei il capo degli shinigami o, come dicono in molti, sommo shinigami non hai nulla di cui preoccuparti, no? - disse Elle divertito. Voleva stuzzicarlo poiché ogni sua singola reazione poteva far scappare qualcosa. - Ti darò il modo di dimostrarmelo: aiutami a trovare questo pazzo che si crede padrone della vite altrui. Entra a far parte delle indagini Light." 

"Avanti Yagami, fammi vedere quello che sai fare"  Elle si aspettava, ovviamente, una risposta negativa ma si sorprese quando, da parte del moro, arrivò l'esatto opposto. Con la sicurezza paragonabile a quella di un generale in guerra, Light aveva acconsentito a dargli una mano. Però il giovane era consapevole che la situazione che si sarebbe creata era un lama a doppio taglio. Tanto poteva ricavare dei vantaggi, quanto poteva essere scoperto. Negare l'aiuto era fuori discussione, i pochi sospetti su di lui sarebbero schizzati alle stelle ed in quel momento non era proprio il caso. Elle, dal canto suo, era affascinato dal ragazzo che aveva di fronte: carattere forte e determinato ma senza tralasciare la sua bellezza invidiabile. Sapeva che gli avrebbe dato filo da torcere ma era pronto ad affrontarlo anzi...non vedeva l'ora. Rimasero per un pò a guardarsi negli occhi, quasi a voler leggere l'uno i pensieri dell'altro. Non dissero nulla, le parole erano di troppo in quel momento. Passarono alcuni secondi finché un cameriere portò il conto. La sua voce squillante fece sobbalzare Light, che distolse lo sguardo imbarazzato mentre il corvino, anche lui risvegliatosi dal suo stato di trans, pagò sia la sua parte che quella di Light, sotto lo sguardo arrabbiato di quest'ultimo. I due uscirono dal bar e aspettarono un paio di minuti che la macchina di Elle arrivasse. 

"Allora Elle - Light venne immediatamente interrotto dal corvino di fianco a lui.

"Quando siamo per strada chiamami Ryuzaki" disse guardandolo di sottecchi e riconfermando il fatto che il moro fosse veramente affascinante e avesse una forma fisica perfetta. Quando Light riprese a parlare, distolse subito lo sguardo.

"Stavo dicendo Ryuzaki, quando dovrei cominciare?" chiese Light osservando il corvino accomodarsi nella sua macchina, che era arrivata da poco. Il detective, una volta salito, abbassò il finestrino scuro e gli rispose che l'indomani avrebbero iniziato. Il moto annuì e una volta che la macchina partì, corse verso casa. Doveva avvisare Ryuk di quello che era successo e, inoltre, dovevano trovare un modo per togliere di mezzo colui che lo pedinava ventiquattro ore su ventiquattro. La sensazione di sentirsi osservato era snervante. Ovviamente, con il pedinatore alle calcagna non poteva di certo andare all'orfanotrofio, sarebbe stata la cosa più stupida che potesse fare. Arrivato a destinazione andò di corsa in camera sua, buttò di borsa e cappotto sul letto e chiamò Ryuk. Gli spiegò tutto sull'incontro: partendo dalla rivelazione del detective, fino alla sua proposta. Senza escludere del fatto che aveva accettato. Ryuk era scombussolato ma Light gli spiegò che era d'obbligo che partecipasse alle indagini. 

"Cosa ha intenzione di fare? La cosa si sta facendo pericolosa" Il corvino, dall'altra parte del telefono, era preoccupato. Cosa sarebbe successo se li avessero scoperti. Tutto sarebbe finito, tutto il lavoro fatto da suo nonno in passato sarebbe stato vano. Ryuk non poteva neanche pensarci. 

"Hey Ryuk, non devi preoccuparti. Ho un idea ma devi darmi una mano perché io non posso muovermi da casa: nel computer dell'orfanotrofio c'è ancora l'accesso alle informazioni della polizia. Devi andare lì e fare una cosa per me." disse il moro. L'amico non aveva la più pallida di cosa avesse in mente, ma si fidava di lui quindi l'avrebbe fatto. Ryuk eseguì la richiesta del Light e quando si trovò di fronte al computer gli chiese cosa dovesse fare.

"Devi controllare se quelle cartelle sono state aggiornate" disse Light e quando il corvino gli rispose negativamente, tutti i suoi dubbi si confermarono. Ecco perché Elle sospettava su di lui.

"Light mi spieghi il perché di tutto questo?" disse Ryuk confuso. Voleva capirci qualcosa. 

"Era come pensavo: Elle ha scoperto che qualcuno rubava le informazioni della polizia giapponese. Mio padre qualche sera fa disse che aveva cominciato a investigare sul caso 'shinigami'. Di conseguenza potrebbe essere che Elle e mio padre collaborino. Quindi quel detective sta facendo pedinare tutte le famiglie dei poliziotti che lavorano con lui." disse il moro. Ryuk capì cosa Light sospettava e il ragionamento, fatto poco prima, era perfetto. Tutto c'entrava. Il problema ora stava nel trovare una soluzione che non destasse molti sospetti. Il giovane, ovviamente, già ci aveva pensato.

"Ryuk, so che va contro alla morale dell'orfanotrofio ma dobbiamo ucciderli tutti. Lo so che sono solo persone che fanno il loro lavoro, ma ci stanno mettendo i bastoni tra le ruote- "Il moro venne improvvisamente interrotto dalla voce Ryuk più determinato che mai. 

"Allora spezziamoli questi bastoni, no? Ho due assassini, i migliori in tutto l'orfanotrofio. Furtivi, silenziosi e capaci di scoprire e uccidere ogni person tu voglia. Basta dargli pochi dati e il gioco è fatto." disse il corvino e, anche se non poteva vederlo, riuscì a percepire la felicità dell'amico. 

"Ryuk, come già ti ho detto,  non posso muovermi da casa quindi dovrai dirgli tu tutto. Tra poco ti manderò un l'email con tutti i nomi dei poliziotti con cui lavora mio padre. Questi assassini, pedinando le loro famiglie, potranno risalire agi agenti per poi ucciderli. Tutto ciò deve avvenire in una settimana circa e, se possono, tutti gli omicidi devono compiersi contemporaneamente. Ryuk, mi raccomando...non creare casini. Ogni singolo errore può costarci caro" quando Light finì di parlare, il corvino fece un sospiro misto tra la preoccupazione e la felicità di aver trovato una via di uscita. Confermò il piano al moro, per poi staccare. Ryuk fece chiamare subito i due assassini dal maggiordomo Fettel. Arrivarono dopo qualche minuto e subito il giovane gli spiegò la situazione. A volte riuscivano a incutere timore con il loro aspetto cupo e serio ma Ryuk ci aveva fatto l'abitudine. Loro erano l'uomo e la donna che avrebbero scatenato una guerra fatta al chi fa prima scacco matto.

   


Finché vita non ci separiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora