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"B-basta vi prego, sia-amo s-sfiniti. Da quanto tempo siamo qui dentro? Un mese o due. Light, amico mio, convincili. NON ABBIAMO FATTO UN CAZZO. LIBERATECI" nonostante quella fosse solo una recita, Ryuk era davvero sfinito.

"Light che cazzo di fine hai fatto, non dovevi ingannare quel bastardo" Il corvino era diviso in due: da un parte si sentiva tradito, aveva voglia di sputargli in faccia tutto l'odio e dall'altra c'era una piccola parte di lui che sperava e confidava nel suo amico. Volva continuare a credere...si costringeva di continuare a credere che Light gli avrebbe aiutati, era l'unica cosa che poteva fare in quel momento.

"Ryuzaki hanno raggiunto il limite. Cosa ha intenzione di fare? I ragazzi non parlano e i crimini continuano. Senza dire che mio figlio è ancora legato a lei" il poliziotto Soichiro Yagami aveva ragione ed Elle lo sapeva, ma aveva notato uno strano cambiamento nel organizzazione degli omicidi. Gli assassini si mantenevano su criminali di poco spessore, come se stessero aspettando ordini dall'alto e nel frattempo compiendo piccoli lavoretti.  C'era un'altra persona che stava mandando avanti  gli assassini e quella, sicuramente, non era tra i presenti. Il detective era convinto che Light sapesse chi fosse il quinto shinigami. Ormai era più che sicuro che il moro fosse il perno centrale e i tre giovani catturati suoi alleati ma ne mancava uno.

"Elle mio padre ha ragione. Non hai ottenuto niente, li stai solo torturando e portando all'apice della sopportazione" Light stava seduto su una sedia a debita distanza dal detective, per quanto la catena glielo permettesse. Doveva cambiare atteggiamento ma, allo stesso tempo, non poteva affrettare le cose. Ormai il corvino sospettava di ogni singolo movimento che faceva, anche per sbaglio.

"Sto prendendo troppo tempo. Per quanto tempo potranno ancora resistere? Inoltre gli assassini stanno procedendo a lentezza di lumaca, ma Rem non può fare più di così. Devo smuovere questa situazione o finirà male...molto male" 

Elle si alzò dalla sedia, si avvicinò alla scrivania dove vi era il tasto che collegava le due stanze e, con una lentezza disarmante, lo premette. Doveva constatare una cosa e gli serviva che i ragazzi fossero liberi.

"Watari slegali e portali a casa del signor Ryuk. Non dimenticare, sai come procedere" il vecchio non rispose ma eseguì gli ordini. Light sollevato abbracciò Elle d'impatto. Il corvino era confuso tanto che non ricambiò il dolce gesto ma lo allontanó con una pacca sulla spalla, come se fossero due vecchi amici. Il moro lo ringraziò con lo sguardo per aver preso quella decisione e gli chiese scusa per il gesto improvviso.  Ormai per quanto si costringevano a credere che era solo la tensione scaturita dal caso e dal stare costantemente legati, sapevano bene che c'era qualcosa di più. Gli ultimi tempi erano stati vicini, ma era come se fossero a tremila chilometri di distanza, senza parlarsi o scambiarsi uno sguardo. Light era scoppiato nello stesso momento in cui Ryuk fu libero, sopportare quella vicinanza e sentirlo lontano era stato straziante. 

Accompagnati i ragazzi, Watari tornò alla base e diede la conferma ad Elle che tutto era proceduto come stabilito.

"Ryuzaki perchè lasciarli andare solo adesso? Hai notato qualcosa di strano?"  Matsuda esternò il suo dubbio. Era giovane e intraprendente con una lunga strada da percorrere, e come tale decise di rimanere nella indagini del caso shinigami nonostante l'elevato pericolo.

"Prima che i tre ragazzi venissero portati nella stanza, ho fatto installare su di loro dei piccoli microchip negli oggetti che solitamente non tolgono mai. Grazie a questo 'rapimento' ho potuto capire se ci sono altri collaboratori oltre ai semplici assassini. La mia risposta è affermativa e infatti i crimini non si sono mai interrotti per tutta la durata della loro permanenza qui, tuttavia sembra che questi avvenissero in modo differente come se fosse qualcun'altro a pianificarli. Prima che loro uscissero da questo edificio Watari si è preoccupato dell'accensione dei microchip. Ora, se non vi spiace, voglio tutti i vostri telefoni in questa scatola.
Pura e semplice precauzione" Light si sentì cadere dalla sedia ma mantenne la calma e come tutti gli altri consegnò il cellulare senza obiettare. Non riusciva a non pensare alla disfatta del suo piano e del suo sogno. L'avrebbero scoperto, arrestato e poi ucciso. Gli stava scivolando la situazione dalle mani e se voleva vincere, avrebbe dovuto recuperare le redini. Il primi passo da compiere era proprio affianco a lui e si chiamava Elle alias Ryuzaki.  

Light si alzò dalla sedia e si diresse in bagno, tirandosi con se il corvino attraverso la catena. Doveva parlargli, capire cosa fare e prendere tempo. Se i giovani compagni fossero arrivati in tempo all'orfanotrofio, forse Rem si sarebbe accorta dei piccoli marchingegni ma non ci contava molto. 

"Cosa c'è Light?"

Finché vita non ci separiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora