"Bene, il piano sta procedendo come deve. Vorrei solo sapere per quanto tempo ancora Elle terrà con se Light"
Rem si passò una mano fra i capelli bianchi, prendendo poi fra le dita una delle tante ciocche viola per giocherellarci. Lo faceva ogni volta che l'ansia prendeva il sopravvento, ormai era troppo tempo che Light stava rinchiuso in quel quartier generale e gestire tutto da sola gli sembrava impossibile. In quel periodo doveva dividersi tra i bambini, non che aspiranti assassini, e il piano dell'amico. L'aiuto di Ryuk, Kakashi e Rose le era stato fondamentale in quegli anni e ora, senza di loro, tutto li dentro le sembrava un caos. Il padre le dava un mano, almeno fin quanto riusciva, l'uomo sembrava essere invecchiato troppo presto e, per Rem, rappresentava un'altra scocciatura.
La ragazza sospirò esasperata, appoggiando la testa sul tavolo, facendosi con le braccia da cuscino. Chiuse un attimo gli occhi, godendosi il silenzio che, di questi tempi, non aveva avuto il piacere di sentire. L'armonia creatasi in quella stanza venne subito spezzata, quando l'ennesimo assassino bussò alla porta. Rem fece uno lamento, non muovendosi da quella posizione, che il ragazzo interpretò con un 'avanti' e, infatti, poco dopo entrò. La ragazza già immaginava chi fosse colui che disturbava i suoi pochi secondi di riposo.
"Avanti Uchiha, parla! Possiamo mica stare qui tutto il giorno" Rem si riprese dal suo quasi stato di incoscienza, rivolgendosi all'assassino nel modo più scocciato da lei conosciuto.
"Volevo solo informarla che ho completato la mia missione ed ora che lei proceda. Hatake sarà di ritorno dal suo viaggio tra un paio di giorni" il ragazzo dai disordinati capelli neri abbassò lo sguardo in segno di rispetto. La ragazza fece un mezzo sorriso a quel gesto. Più i giorni passano, più Rem si rendeva conto che stava diventando la fotocopia di suo padre. Era lui che le aveva insegnato a farsi rispettare in mezzo a tutti quegli orfani. I ricordi dell'infanzia trascorsa in quell'edificio erano indimenticabili, in ognuno di questi Rem ricordava la voce roca di quell' uomo, che ormai di paterno non aveva più niente, ripetere sempre la stessa frase...sempre le stesse parole prima di entrare in quel maledetto orfanotrofio: "Fatti rispettare, fatti temere o finirai con un lama conficcata in gola mentre dormi".
"Ok, grazie Obito. - ad interrompere il suo discorso fu un frastuono proveniente dal piano sottostante, più precisamente dalla mensa dove tutti gli aspiranti assassini pranzavano. Fu in quel momento che Rem decise di mostrare la sua autorità anche alle nuove reclute - E' possibile che 10 assassini addestrati, che uccidono criminali tutto il giorno, quasi per sport, non riescono a tenere sotto controllo una banda di mocciosi." Rem si alzò furiosa dalla sedia, scatenandosi verso l'innocente Obito, che, proprio in quel momento, aveva anche avuto delle ore libere. Il ragazzo fece un passo indietro spaventato, buttando le mani in avanti quasi per difesa.
"Io credo che abbiano la situazione sotto controllo, è inutile agitarsi capo" disse Obito abbozzando un sorriso.
"Stronzate! Spostati!" Rem con un braccio spostò il ragazzo dalla porta, e, in un batter d'occhio, riuscì ad arrivare alla fine della rampa di scale, ignorando categoricamente le voce di Obito che le intimava di lasciar perdere. Il corvino, notando che il capo era quasi arrivata alla porta della mensa, da lontano fece segno al compagno, Roronoa Zoro, che faceva di guardia, di stare attento ad ogni evenienza. Quando Rem si incazzava neanche Ryuk, suo fratello, era in grado di capire cosa le passasse per la testa.
Appena Rem entrò nella grande sale tutti i bambini si ammutolirono e gli assassini di guardia cominciarono a sudare freddo. Da dietro spuntarono Obito e Zoro, pronti ad intervenire se ce ne fosse stato il bisogno. La ragazza dai capelli bianchi girava per i tavoli rotondi, che si e no contenevano 10 bambini.
"Di cosa stavate parlando di così importante da dover urlare? Perchè adesso nessuno proferisce parola? Cosa c'è il gatto vi ha mangiato la lingua?" i bambini erano intimiditi dalla sua figura e di certo i discorsi che sentivano fare ai grandi non erano dei più rassicuranti. Ad un tratto, Rem, notò un ragazzino che bisbigliò nell'orecchio di una bambina dai lunghi capelli blu e fù li che le passò un idea per la testa. La ragazza si avvicinò a quel bambino e con violenza gli sbatte la testa sul tavolo. Zoro e Obito, così come tutti li dentro, strabuzzarono gli occhi e i due assassini fecero un passo in avanti. Fu Obito che ebbe il coraggio di avvicinarsi, tentando di farla calmare ma tutto quello che ci guadagnò fu uno sguardo gelido.
"Senti brutto moccioso, lo sai che parlare nell'orecchio è cattiva educazione! La prima regola degli assassini è fidarsi dei proprio fratelli, ma tu vedo che ne hai ben poca di fiducia in noi per non rivelarci, apertamente, quello che hai da dire. - Rem prese un coltello d'argento e lo passò sul collo del bambino per poi conficcarlo, brutalmente, nel tavolo davanti agli occhi del ragazzo dai quali sgorgavano piccole lacrime. - Che serva da lezione a tutti. La prossima volta che osate sfidarmi o infrangere le regole ve la vedrete con me."
"Signorina Rem, ci sono visite ed è il caso che lei accolga gli ospiti" Ad un tratto all'entrata apparì il maggiordomo Fettel, che fece segno a Rem di seguirlo. La ragazza a testa alta passò in mezzo ai tavoli, guadagnandosi occhiate intimorite da parte dei bambini. Passò di fianco a Zoro e guardandolo con la coda dell'occhio, lo schernì.
"E' così che si fa, idioti"
Quando Rem arrivò all'entrata dell'orfanotrofio impallidì, osservando le persone che erano giunte: Soichiro Yagami, il padre di Light, e Tota Matsuda, suo sottoposto. La ragazza indossò il sorriso più bello che aveva, Soichiro non sapeva che il padre gestiva un orfanotrofio.
"Sono fottuta fino al collo, cosa cazzo devo fare adesso? Non posso usare il piano d'emergenza sul padre di Light"
"Rem, sei tu?" l'agente era sorpreso di vedere la ragazza.
"S-si, non lo sa mio padre ha preso in gestione questo orfanotrofio? se sta cercando lui-"l'agente interruppe la ragazza, il suo intento non era parlare con l'amico...le sue intenzioni erano ben diverse.
"In realtà sono qui per indagini, per ragioni di sicurezza non posso parlatene e scusami se non sono qui con un mandato ma vorrei ispezionare il posto" Soichiro era sicuro di se. Rem era una ragazza intelligente e attenta, a tratti le sembrava suo figlio, sarebbe stato difficile raggirarla.
"Visto che l'edificio appartiene legalmente alla mia famiglia, potrei sapere il perché di questa ispezione?" Matsuda, alterato, stava per rispondere ma Soichiro lo bloccò, si sistemò gli occhiali sul volto, e poi parlò.
"Aspetta Matsuda, lei è la sorella della vittima...ha il diritto di sapere. Tuo fratello è stato assassinato proprio in questa zona, si pensa che gli assassini di sommo shinigami lo abbiano ucciso poiché aveva scoperto ciò che non doveva scoprire. Ora alcuni dei miei agenti sono andati sulla scena del crimine per accertarsi che il sangue fosse veramente di Ryuk. Ora tuo fratello si trova in ospedale con Rose. Mi dispiace Rem." Tutto si fermò in quel momento, prima cadde una lacrima che venne poi seguita da una seconda, fino a che le sue guance non furono completamente bagnate. Rem lasciò passare i due poliziotti e, intanto, arrivò Obito pronto a reggere la parte. Si presentò velocemente poi corse a consolare il suo capo che abbracciò, facendo segno ai due che ci avrebbe pensato lui.
"Devono morire! Se scopriranno qualcosa Light se la prenderà con me. L'ha detto lui di uccidere chiunque sa qualcosa, quindi ora è quello che dobbiamo fare" disse sottovoce Rem, uscendo dalla parte della sorella in lacrime. Obito la guardava preoccupato, il fatto che volesse uccidere il padre di un suo amico gli suonava così ingiusto. Ma lui non aveva voce in capitolo, doveva solo obbedire. Sapeva quello che sarebbe successo se avesse disobbedito, la cicatrice sull'occhio di Kakashi e quella sua sulla guancia sinistra erano le prove viventi.
"Si" disse solo il ragazzo rammaricato e dopo aver fatto segno al maggiordomo Fettel, si sentirono delle urla e suoni di lame. Si respirava una brutta aria quel giorno all'orfanotrofio, Rem lo aveva capito fin dalla mattina.
"Ripulite tutto" disse solo, fredda, impassibile mentre si dirigeva verso la stanza piena di computer per compiere il suo lavoro.
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Finché vita non ci separi
FanfictionLa storia che vi propongo è ispirata dall'omonimo anime conosciuto come Death Note. L'unica essenziale e importante differenza, tranne la storia omosessuale tra i due protagonisti, è la mancanza dell'oggetto che tanto caratterizza la serie: il quade...