L'idea di interrogare gli amici di Light avrebbe sicuramente portato dei passi avanti nelle indagini. Elle, però, sapeva che il moro non era una persona facilmente ingannabile, quindi, prima che lo ammanettasse, aveva parlato con Watari precedentemente in modo che avrebbe parlato con Soichiro e di conseguenza con gli altri sospettati. Il detective aspettava con ansia le informazioni, ma si costringeva a tenere un aspetto normale. Non poteva permettere che Light sospettasse qualcosa. Invece la convivenza non era una delle più semplici, anche se questa era cominciata da poche ore. Arrivò la sera e Light era già visibilmente frustrato. La giornata era passata tra litigi sulle direzioni da prendere o su chi dovesse andare in bagno per primo. Alcuni di questi momenti erano stati molto imbarazzanti ma il momento della giornata, che spaventava di più il giovane, era appena arrivato e doveva affrontarlo volendo o nolendo.
I due giovani andarono nella camera del corvino, poiché era più grande rispetto a quella del moro, e Light cominciò a guardarsi intorno. Una stanza semplice con un enorme ed ordinato letto, una scrivani con un portatile al di sopra e un armadio dal legno scuro e anche quello molto grande. Il moro si chiedeva a cosa servisse, in quanto Elle indossava sempre gli stessi vestiti ma decise di rimanersene al suo posto, non voleva né toccare né parlare di niente.
"Immagino che tu ora voglia riposare. Il bagno è di la, puoi cambiarti lì. Ti avviso di una cosa, la notte non riesco a dormire quindi mi metterò un pò al computer per continuare a lavorare sul caso. Cerca di perdonarmi nel caso ti dia troppo fastidio" Elle parlò come se tutto fosse normale mentre in Light ribolliva la rabbia di quel tono tanto indifferente.
"Ora capisco quello orrende occhiaie."
Il giovane, quando rielaborò le parole del corvino, fù pieno di ansia e agitazione. In bagno ci sarebbero dovuti entrare insieme, se no non si sarebbe potuto fare le doccia. Non aveva la minima intenzione di farlo. Capiva che doveva ingannarlo ma non aveva intenzione di lavarsi insieme a lui.
Light si avviò sbuffando verso il bagno e di conseguenza Elle venne tirato dalla catena. In fondo il corvino era contento di trovarsi in situazioni simili con il compagno. Dopo il bacio di quella sera la tensione era cresciuta tra i due.
"Chiariamo una cosa: tu in doccia con me non ci entri. Rimarrai fuori e faremo a turno.Inoltre...oddio quanto è imbarazzante...hai qualcosa da prestarmi per la notte tipo un pigiama e dell'intimo" Il moro sentiva e goti diventargli rosse. Era inevitabile, davanti al detective non riusciva a controllarsi. Come se non fosse lui, una persona completamente diversa. Elle, dal canto suo, adorava quando lo vedeva in difficoltà. La corazza di serietà e freddezza si rompeva ogni volta che rimanevano da soli e non litigavano per il lavoro. Il corvino gli indicò il cassetto sotto al lavandino, dove avrebbe potuto trovare tutto il necessario e, intanto, acconsentì alla 'proposta' del moro. Aveva l'impressione che molto presto le cose sarebbero cambiate in meglio.
Alla fine si procedette come Light aveva stabilito, ovvero fecero a turno e mentre uno si lavava, l'altro si vestiva. Il momento più esilarante e provocatorio, da parte di Elle, avvenne quando lui uscì dalla doccia e il moro dovette assistere allo spettacolo. Non si aspettava che il fisico del corvino, all'apparenza esile, fosse tonico e prestante. Sembrava quasi che il detective dovesse ingannarlo per raggiungere il suo obiettivo. Avrebbe potuto farlo, ma non era il suo stile. Avrebbe accusato Light alla vecchia maniera, con delle prove schiaccianti ma intanto, in quel momento, si stava godendo le occhiatine fugaci del moro sul suo corpo nudo e bagnato. Si asciugò molto lentamente su tutte le parti del corpo.
"Posso anche uscire da qui, la catena è abbastanza lunga ma perché non lo faccio. Mi sento come bloccato, immobilizzato. Nessuno mi trattiene, posso andarmene" Light poteva ma non voleva, anzi le sue gambe si mossero da sole. Il corvino si mise i suoi boxer neri e subito dopo venne travolto dalla furia di Light. Quest'ultimo lo bloccò al muro freddo del bagno, con le mani ai lati della sua testa. Lo guardava con uno sguardo misto tra il desiderio e rabbia. Il desiderio di saltargli addosso, mangiarlo in un sol boccone e la rabbia di non poterlo fare, di averlo provocato in tale modo. Elle solo allora si accorse che tutto quello che indossava il moro erano un paio di boxer neri con una canottiera bianca. La vicinanza era troppa, minima...bastava un piccolo movimento e ci sarebbe stato subito contatto. Il corvino capovolse la posizione, in modo che l'altro fosse incastrato tra il suo corpo e il muro.
"Cose credi di fare Yagami?" Elle parlava lentamente, avvicinandosi e sfiorando le sue labbra senza mai toccarle. Lo stava facendo impazzire. Light voleva il contatto completo delle loro bocche e se lui sarebbe andato avanti di questo passo, non sapeva quanto ancora avrebbe retto.
"Stai facendo tutto tu. E' colpa tua...Elle" Il moro scoccò la lingua quando pronunciò il nome del detective. Quella fu ls goccia che fece traboccare il vaso. Il corvino si avventò sulla sua bocca e, a differenza del primo, quel bacio fu passionale e rude. Sembrava che si volessero mangiare e assaggiare i loro sapori. Le loro lingue ripreso quel magnifico valzer interrotto la volta precedente dal loro orgoglio. Il corvino prese in braccio Light, in modo che le sue gambe potessero circondare il suo bacino. La catena tintinnava sotto i movimenti dei due giovani, i quali si stavano spostando verso l'enorme letto della stanza. Il detective si stesso sopra al moro, infilando le mani sotto il suo indumento e fu lì che lo fermò.
"Elle non c'è la faccio. E' la mia prima volta con una persona del mio stesso sesso e non mi sento pronto" disse il giovane, facendo scendere l'altro da sopra di se. Quella era la verità, non voleva andarci subito a letto. Per quanto era forte il suo sogno di un mondo libero, non voleva significare che ci doveva andare di mezzo il suo culo o almeno per ora. Il detective annuì, stendendosi sotto le coperte e invitandolo al suo fianco. Light si avvicinò incerto, posizionandosi affianco a lui.
"Non volevi lavorare?" chiese incuriosito.
"Oggi preferisco di no. Avrò tempo di lavorare" Elle prese il suo capo e lo portò sul suo petto, accarezzandogli lentamente i capelli. Light chiuse gli occhi, adagiandosi su di lui per poi cadere tra le braccia di Morfeo
"Sto diventando pazzo Light. Tu mi stai facendo diventare pazzo."
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Finché vita non ci separi
FanfictionLa storia che vi propongo è ispirata dall'omonimo anime conosciuto come Death Note. L'unica essenziale e importante differenza, tranne la storia omosessuale tra i due protagonisti, è la mancanza dell'oggetto che tanto caratterizza la serie: il quade...