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"Light, loro sono coloro che dobbiamo ringraziare. Ti presento Kakashi Hatake e, sua sorella, Rose Hatake" disse il corvino introducendo prima l'uno e poi l'altra.

Il moro, quando realizzò chi avesse davanti, guardò i due assassini con sguardo riconoscente, mantendo però la sua aria seria e dura. Poi si rivolse al suo migliore amico, tirandolo con un braccio verso di lui. 

"Perchè hai portato due cazzo assassini in casa mia?! Inoltre ci sono anche mia madre e mia sorella Ryuk!" disse sottovoce, con tono arrabbiato. Il corvino lo guardò perplesso, come se la ragione di quella visita fosse ovvia. Lo fece sedere sulla sedia della scrivania, mentre i due ragazzi erano ancora immobili vicino alla porta e non si sarebbero mossi se Ryuk non glielo avesse ordinato. Fin da piccoli, ai giovani veniva insegnato il senso del rispetto e dell'ubbidienza verso il loro capo. Fino a creare un rapporto basato perfettamente sulla fiducia di ambedue le parti. Il padre e la sorella di Ryuk tendevano a essere molto severi con loro ma al corvino stavano a cuore tutti, ci era cresciuto insieme. A volte, dopo la morte della madre, accompagnava il padre nell'orfanotrofio e si perdeva in ore di gioco insieme a dei bambini, il cui futuro era già segnato. Una di quelli era la stessa Rose Hatake. Aveva un rapporto stretto con lui, anche se, ovviamente, non lo dava a vedere. Ryuk li guardò con sguardo ammonitore, dandogli il permesso di rilassarsi e sedersi sul letto.

"Light non è ora di fare il puntiglioso. Come già ti ho detto, hanno trovato informazioni essenziali su quegli agenti, e visto che tu non puoi uscire di casa senza che quel tizio ti segua e io non posso spiegarti tutto per messaggio, ti ho portato, direttamente, i nostri informatori. Saranno loro a darti i dettagli"  il corvino si mise da parte, passando la parola a i due giovani seduti, in modo composto, sul letto. Il più grande dei due cominciò a parlare, spiegando perfettamente ogni minimo particolare.

"Signor Yagami, io e la mia collega abbaiamo trovato il nome dell'agente che la pedina ma i nomi degli altri ci rimangono ancora oscuri. Abbiamo pensato che gli altri dodici agenti, oltre a pedinare le rastanti famiglie dei poliziotti, siano sparsi per la città. Loro sanno che la nostra base è in questa città e, proprio per questo, si confondono tra la gente, vestendosi in borghese. Ne abbiamo notati alcuni, ma si spostano sempre quando c'è folla quindi ci è stato impossibile avvicinarsi in alcuna maniera. Per le posso confermare che il nome dell'uomo è Raye Pember, poiché siamo riusciti a risalire al suo distintivo." Kakashi stava per continuare ma la sorella lo interruppe, finendo il discorso.

"Quello che abbiamo pensato è che l'agente Pember sappia, obbligatoriamente, i nomi di tutti i suoi colleghi giunti in Giappone. Ci serve in piano per strappargli quei nomi e una volta fatto questo, i nostri compagni li ucciderebbero tutti. Per quest-" Rose venne interrotta dal moro che capì subito dove volva andare a parare.

"Per questo vi serve che io vi elabori una strategia, giusto?" i due fratelli annuirono e Light fece un mezzo sorriso. Ovviamente, già aveva un piano e glielo avrebbe detto ma doveva assicurarsi che fossero dei bravi attori. Il moro si alzò dalla sedia, si stiracchiò e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza con finta espressione pensante.

"Io ho il piano e voi non dovrete obbiettare, ma solo ascoltarmi e seguirmi per filo e per segno. Non lo ripeterò una seconda volta. Io e Rose, domani, avremo un finto appuntamento. Andremo in un piccolo ristorante vicino al centro, prendendo l'autobus. In modo da essere sicuri che quell'agente non ci perda di vista. Qui entri in gioco tu Kakashi. Sarai un cameriere  mascherato e avrai il compito di rapire Raye Pember. Prenderai tu la sua ordinazione e quando questa sarà pronto ci metterai una pasticca di sonnifero. Lui si sentirà stanco e confuso e tu ti offrirai gentilmente di accompagnarlo in bagno, dove poi lo porterai via e ci aspetterai sul retro. Lo costringeremo a dirci i nomi e una volti ottenuti, li invieremo a Ryuk, che organizzerà gli altri assassini per la morte dei dodici agenti. Addio Raye Pember e colleghi" 

Kakashi acconsentì al piano, tanto che si alzò e strinse la mano di Light. Al contrario Rose aveva molti interrogativi, ma decise di non parlare. Diciamo che il giovane non gli era molto simpatico ma era obbligata a seguirlo. Era pur sempre il suo nuovo capo e non voleva deludere Ryuk e Rem. Per il motivo prima citato, si tenne a distanza da Light e fece solamente un cenno con la testa per dare il suo consenso. Venne presto la sera e i tre ospiti se ne andarono, lasciando il moro in un mare di pensieri. Non poteva negare che uno di quelli era dedicato ad Elle. 

"Sono sicuro del piano? Ovvio! Voglio veramente tutto quello che sto facendo? Naturale! Allora perché mi sento così vuoto?" Non se lo spiegava ma voleva capirci qualcosa. Si sorprendeva quando riusciva a risolvere problemi complicati e poi, davanti a un quesito così semplice non trovava una risposta razionale e logica. Poco tempo dopo arrivò il padre stanco da un'altra lunga giornata di lavoro. Light uscì dalla sua camera e quando Soichiro lo vide gli chiese il perché non fosse tornato. Il moro fu vago nel rispondere, dicendo che l'impegno gli aveva preso più tempo del previsto. Poco dopo tutta la famiglia si riunì per cenare e per televisione stavano dando un servizio sull'associazione degli assassini. La trasmissione li discriminava più che altro, dicendo che erano solo un gruppo di pazzi che non sanno quello che fanno. Light notò un piccolo sorriso dal parte del padre ma decise di starsene zitto e buono. Non poteva fare una sfuriata, doveva essere interessato alla questione senza esagerare. Ma la trasmissione venne poi cambiata dalla sorella minore di Light, che mise un programma più allegro e adatto a una cena in famiglia.   

      

     

Finché vita non ci separiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora