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"Cosa c'è Light? E' un mese che non mi parli neanche per sbaglio e ora mi tiri in disparte" Elle era visibilmente scocciato dall'improvviso cambiamento di Light. Il fatto che centrasse con la liberazione dei suoi amici era molto probabile ma il detective doveva prima verificarlo.

"Non palarmi come se fosse colpa mia, ti ricordo che sei stato tu a legarli su una sedia. Cosa avrei dovuto fare, caro il mio detective? Saltarti addosso mentre il mio migliore amico era rinchiuso come se fosse in carcere"  Ironia amara contenevano le parole di Light anche se, doveva ammettere, che gli era passato per la testa. Incredibile ma vero, quel mese di lontananza aveva solamente alimentato il desiderio dei due ragazzi. Se solo avessero potuto concedersi l'uno a l'altro mentalmente e fisicamente, forse avrebbero visto del buono nei loro caratteri, apparentemente, scorbutici e difficili. Entrambi ci pensavano ogni volta che si ritrovavano vicini ma appena quell'idea o, per meglio dire, quel desiderio piantava radice in un maledetto cassetto, veniva brutalmente sradicato e gettato via.

Il moro si sentiva come in un limbo tra due mondi: da una parte c'erano i suoi sentimenti, con tutto quello che provava quando stava in compagnia del detective e dall'altra c'era il suo sogno. Light non era un ragazzo che si poteva vantare per essere sentimentale o altruista ed era per questo che da egoista e orgogliosa, tale era, decise di mettere il suo obbiettivo innanzi a tutto. Avvenne tutto in pochi secondi: mentre Elle parlava di come fosse colpa del moro se si trovavano in quella situazione, lui lo baciò. Se questo significava ingannare Elle...lo avrebbe fatto, se questo significa fargli del male...lo avrebbe fatto e se questo significa illudersi di una vita normale...doveva farlo. Light era poco più basso, quindi dovette alzarsi sulle punte dei piedi per raggiunge le sue labbra. Elle, invece, era confuso ma allo stesso tempo contento, gli era mancato quel tipo di contatto ma non poteva dargliela vinta e fu così che lo allontanò da se, mettendogli le mani sul petto. 

"Scusa, scusa...hai ragione. Non dovevo neanche pensarci e so cosa stai per di-" In quel momento Elle si diede del pazzo se credeva di rinunciare alle labbra del moro. Bastò uno scatto da parte sua in avanti, in modo da far combaciare le loro bocche. Light si trovava incastrato tra il muro del bagno ed il detective, con un mano che gli stringeva il fianco e l'altro al lato della sua testa. Il moro, invece, aveva le braccia intorno al suo collo, in modo da poter annullare quei pochi millimetri che li dividevano. I due sentivano, però,  qualcosa di diverso rispetto ai baci trascorsi. Mentre prima c'era un lieve imbarazzo, ora tutto quello che volevano era unirsi in una sol cosa e sfogare tutto lo stress accumulato nei giorni precedenti. Non avrebbero mai ammesso di piacersi a vicenda, era come se alzassero bandiera bianca per dichiarare la loro sconfitta. Entrambi potevano uscirne vincitori ma dovevano stare molto attenti, poichè il filo che divideva la sconfitta e la vittoria era molto sottile, così come l'odio e l'amore.

Nel bagno era possibile udire schiocchi dei loro baci e i tintinni della catena che li manteneva uniti. Quella catena era diventato l'oggetto che li rappresentava al meglio. Ferro impossibile da rompere, ma che puó essere aperto con una semplice chiave. Il loro rapporto era indissolubile e  forte per quanto volevano dimostrare il contrario, proprio come il ferro, ma bastava una prova per separarli per sempre, proprio come la chiave.  In quel momento, però, i due non pensarono a niente anzi agirono seguendo i loro istinti. Elle allargò le gambe di Light, posizionando una delle sue tra di esse e cominciò a strusciarla contro il cavallo dei pantaloni. Piccoli respiri fuoriuscirono dalla bocca del moro che si aggrappò ancora di più alle spalle del corvino. Ormai l'erezione di Light era ben visibile nei pantaloni ed Elle non si trovava in situazione migliore, il quale voleva di più dal quel semplice tocco. Alzó la gamba del moro e se la legò intorno alla sua vita, in modo che i loro membri si toccassero. Il detective mimò l'atto sessuale in modo che entrambi avessero delle scariche di piacere e, di conseguenza, i piccoli respiri divennero veri e propri gemiti.

"El-le n-non credo sia il caso f-farlo qui. C'è m-mio padre d-di là e tut-ti gli al-tri" Per quanto l'obiettivo di Light era ingannarlo, non voleva che la sua prima volta con un ragazzo avvenisse in un bagno. Il detective continuò con spinte ben assestate, ignorandolo completamente. Gli baciò il collo, poi il mento e di nuovo le labbra. Una scia di dolci baci, uniti a un tocco di lingua che rendeva il tutto più sensuale.  Quando si staccarono per assenza di fiato, Elle appoggiò la sua fronte a quella del moro, il quale non resisteva più a quella piacevole tortura, e sorrise come se volesse sfidarlo. Chi si sarebbe tirato indietro avrebbe perso e il corvino sapeva che il compagno amava vincere e, soprattutto, odiava perdere.

"Light...Ryuzaki siete li dentro? Tutto bene? E' da un pò che siete andati via?"

Finché vita non ci separiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora