15.

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La sera seguente il piano venne attuato: Light, con Rose attaccata al suo braccio, camminò fino alla fermata dell'autobus, il quale gli avrebbe portati nel famoso ristorante. Il moro avvertiva una presenza dietro di se, quindi era sicuro che tutto stava andando liscio come l'olio.  Appena arrivò il mezzo, i due giovani salirono si di esso seguiti dall'agente che si sedette dietro di loro. Rose si stava innervosendo, senza contare che l'ansia era alle stelle. Light, accortosi dell'agitazione nell'aria, le strinse leggermente il braccio, in un vano tentativo di calmarla. Fallito nel suo intento cominciò a parlare di qualunque cosa con il sorriso sulle labbra, seguito, poi, a ruota dalla giovane a suo fianco.   

"Anni e anni di duro allenamento per uccidere criminali e guarda ora cosa sono costretta a fare. Perchè mio fratello ha sempre i compiti più belli?"

Durante la chiacchierata, Light si trovò a pensare ad Elle. Si stava immaginando come potesse essere un appuntamento con quel strano e, al contempo, affascinante ragazzo. Il moro non era sicuro della riuscita di un possibile incontro ma aveva l'impressione che si sarebbe divertito. I due giovani avevano più cose in comune di quanto loro si aspettassero. Una fotocopia l'uno dell'altro ma decisi a combattere per ideologie diverse. Sapeva che con il corvino ogni momento era buono per sfidarsi oppure stuzzicarsi a vicenda e, anche se gli doleva ammetterlo, quel rapporto gli piaceva. Quella mattina non l'aveva visto all'università e aveva constatato che la giornata era trascorsa molto lentamente. 

"Light...terra chiama Light...tutto apposto? Hai smesso si parlare all'improvviso!" disse Rose con finta aria preoccupata, interrompendo i pensieri del moro sul suo avversario. Il giovane annuì frettolosamente, sorridendo alla ragazza. Poco dopo notò che erano arrivati, quindi avvisò Rose ed entrambi scesero dall'autobus. Raye Pember, come un'ombra, li segui per tutto il tragitto, finché non arrivarono a destinazione. I due giovani entrarono nel ristorante e Rose subito avvistò Kakashi, intento a servire un tavolo. La donna, alla quale il ragazzo stava servendo il pasto, gli sorrideva in modo malizioso. La sorella, a quella scena, distorse lo sguardo. Sapeva che il fratello era un bel ragazzo, faceva quell'effetto a ogni donna e Rose non lo sopportava. Doveva ammettere che con Kakashi non aveva mai avuto un bel rapporto. Uno voleva superare l'altro...così andavano le cose all'orfanotrofio. Il problema stava che il suo talentuoso e brillante fratello era sempre il più apprezzato e quello ben visto, anche dai i loro stessi genitori. Light e Rose si sedettero a un tavolo per due, mentre l'agente si posizionò ad un altro poco distante da loro. Kakashi si affrettò a prendere le ordinazioni dei due giovani, con i quali, ovviamente, fece finta di non conoscerli. Fatto questo si avvicinò al tavolo di Raye Pember e una volta presa anche la sua ordinazione, corse in cucina. Il momento era vicino e Light teneva d'occhio l'agente dietro di se. Lui e i suoi colleghi erano spacciati, stavano andando verso morte certa. 

"Light guarda, mio fratello sta portando il piatto a Pember" l'eccitazione del moro era altissima. 

"Elle non hai capito chi ti stai mettendo contro. Ora ho io il coltello da parte del manico"       

Appena il piatto venne posato davanti all'uomo, quest'ultimo prese le posate e cominciò a mangiare. Tutto sembrava avvenire a rallentatore e la gioia del moro, in quel momento, era indescrivibile. Un altro passo verso la realizzazione di un nuovo mondo...un altro passo verso la realizzazione del suo sogno. Poco dopo l'agente cominciò a tossire pesantemente e tutte le persone lì dentro si girarono verso di lui. Kakashi accorse nella sala per soccorrere l'uomo, come era stato programmato. Light si alzò di scatto per aiutarlo e i due, in questione di secondi, si lanciarono un'occhiata di intesa. Intanto altri camerieri uscirono fuori dalla cucina per vedere cosa fosse successo, mentre altri proposero di chiamare l'ambulanza. 

"N-non vi preoc-preoccupate. Questi gen-tili s-signori mi accompagneranno al bagno" disse l'uomo dall'aria stanca, sostenuto dia Kakashi e Light. Il sonnifero stava facendo effetto. I tre si avviarono in bagno, seguiti poi da Rose contenta che la serata sia finita. Il moro fece sedere l'agente, ormai caduto in un sonno profondo, a terra mentre l'altro uscì dal retro del locale dove preparò il furgone con cui avrebbero trasportato l'uomo. Rose lo incappucciò e imbavagliò per sollevarlo a trasportarlo fino al furgone, seguita da light che controllava a destra e a manca. I tre giovani salirono sul furgone e si guardarono soddisfati l'uno con l'atro e, infine, Light si congratulò con loro per l'impeccabile lavoro svolto. 

Quando arrivarono all'orfanotrofio fù Kakashi a trasportare il corpo dormiente dell'agente fino a una stanza buia dove lo legarono ad una sedia e aspettarono che si svegliasse. 

Ci volle qualche ora che l'agente si svegliasse dal sonno profondo. Il sonnifero aveva agito fin troppo bene. Raye Pember aprì lentamente gli occhi e si ritrovò tre figure sfocate davanti a se. Una la riconobbe: Light Yagami. Le altre due, anche se aveva messo a fuoco la vista, gli erano completamente sconosciute.

"Salve agente Pember, io sono Light Yagami ma penso che lo sapesse già. Oggi è qui, con me e questi simpatici assassini, perché deve farmi un favore e sa, sarei molto dispiaciuto se lei non lo facesse. Devi dirmi tutti i nomi degli agenti che sono venuti con te in Giappone"Light si avvicinò lentamente all'uomo, il quale non mostrava alcuna emozione, e si abbassò alla sua altezza, levandogli il bavaglio che gli impediva di parlare.

"Sei solo uno sporco assassino codardo che si nasconde dietro a una banda di pazzi. Non ti dirò proprio niente bastardo" parole amare e tagliente uscirono dalla bocca di Raye. Parole che fecero inalberare Rose mentre gli altri due rimasero impassibili. La ragazza, infuriata per l'insulto verso l'associazione, partì in quarta contro l'agente spingendo Light via da lui. Kakashi si preparò ad agire ma Light lo bloccò, aveva capito cosa voleva fare.

"Senti poliziotto del cazzo, solo perché vieni dall'America ti senti padrone del mondo, ma qui hai sbagliato tutto. Mentre facevi la bella addormentata,ho rovistato tra le tue cose e ho trovato questa" gli mostrò una foto che rappresentava una giovane donna dai capelli neri e gli occhi chiari. Raye solo allora cominciò a sudare freddo, non poteva permettere che venisse fatto qualcosa alla sua ragazza.

"Come immaginavo, questa tizia rappresenta qualcosa per te. Ho fatto bingo! Se non ci dici quei fottuti nomi, - si prese un'attimo di pausa, guardò la foto e sorrise in modo inquietante. Buttò la foto in aria e la colpì con un coltello, centrando perfettamente il viso della ragazza- ti giuro che la troverò e la porterò qui davanti a te e comincerò a tagliarla pezzo per pezzo. Ti farò vedere qual'è la vera pazzia. Assisterai alla sua morte e sofferenza, senza poter fare niente. Finito con lei, tu rimarrai qui, affogando nei sensi di colpa di non aver fatto niente per evitarlo, fino alla fine dei tuoi giorni senza pane e acqua. E' questione di vita o di morte, sta a te la scelta." 

L'agente era confuso e interdetto. Non poteva consegnare i suoi compagni nelle grinfie di quegli assassini ma c'era in gioco la vita della sua futura moglie. A malincuore scelse di collaborare con i suoi rapitori e la giovane con un sorriso soddisfatto segnò tutti i nomi dei restanti agenti. Alla fine aspettò solo di essere liberato ma quel momento non arrivò mai. Rose prese il coltello, con cui aveva colpito la foto, e, ringraziando gentilmente l'agente per la collaborazione, lo lanciò centrando il cuore di Raye Pember. Light era strabiliato. L'aveva sottovalutata e pure tanto.

"Ricordami di non farti arrabbiare" disse il moro, sorridendo leggermente. Rose stava uscendo dalla stanza, aveva bisogno di luce e aria. 

"Non c'è di che" fù l'unica cosa che disse prima di lasciare la stanza, per poi lanciare uno sguardo di soddisfazione al fratello. Kakashi odiava quando faceva le cose a suo modo ma, a volte, i suoi metodi funzionavano. Il giovane, dopo di che, chiamò il maggiordomo Fettel in modo da far pulire la stanza dal corpo inerme e sporco di sangue del poliziotto.

   

Finché vita non ci separiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora