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Il poco scambio di battute avute con Ryuk bastarono per fargli prendere sicurezza. La sera scese, lasciando che la luna illuminasse la strada che stava percorrendo Light. Il giovane stava ritornando al quartier generale. Durante il tragitto si preparò psicologicamente al dover affrontare una battaglia, una volta aver attraversato la soglia di quella porta. Quando arrivò, si prese qualche minuto prima di entrare. Erano mille i pensieri che affollavano nella mente di Light e il ragazzo fece di tutto per cancellarli completamente. Attraversato quel piccolo ostacolo che era il grosso cancello, avrebbe dovuto recitare la parte più difficile della sua vita. Aveva paura del risultato ma Light era un ragazzo pieno di se e non avrebbe mai permesso a se stesso di mostrare tale debolezza. Quando si decise di oltrepassare la soglia, venne avvolto subito dall'oscurità del lungo corridoio. Con un pò di fatica arrivò alla sua stanza e, appena aprì la porta, la prima cosa che fece fu buttarsi stanco e avvilito sull'enorme letto, cadendo subito tra le braccia di Morfeo.

La mattina seguente il risveglio fu abbastanza difficile. Light si alzò dal letto più stanco della sera precedente, per poi prepari con il suo solito completo con camicia e cravatta. Il moro che, di solito brillava per la sua perfezione, quel giorno non aveva il migliore dell'aspetto. Salutò il padre e i suoi colleghi, per poi prendere una tazza di tè e sedersi alla grossa sedia della scrivania che ormai occupava la maggior parte del tempo.

"Cosa c'è Yagami? Non sei molto lucido questa mattina" si interessò il detective al suo fianco, anche lui con una tazza di tè in mano. Light guardava il liquido nella tazza e lo faceva roteare con un piccolo movimento di mano, pensando al da farsi.

"Non cominciare. Stamattina non sono in vena di litigare." disse schietto il moro, bevendo l'ultimo goccio del contenuto della tazza. Doveva affrettarsi a fare quello che doveva. Prima sarebbe cominciata e prima sarebbe finita. 

"Parlando di cose serie...immaggino che i tuoi sospetti non siano diminuiti dall'ultima volta, contando anche i molteplici miei ritardi in questo periodo. Ho una proposta da farti Ryuzaki e ho l'impressione che accetterai" Elle osservò Light curioso e anche Soichiro con gli altri poliziotti drizzarono le orecchie al discorso del giovane.

"Ammanettami per tutto il tempo che ti serve a comprendere che io non sono 'sommo shinigami'. Tu mi terrai sotto controllo ventiquattro ore su ventiquattro e di conseguenza ogni dubbio svanirebbe. Che ne pensi" Il moro si alzò dal suo posto e si avvicinò al padre per prendere le lunghe manette che guarnivano la sua cintura. Le fece dondolare davanti al viso del corvino aspettando la risposta. Il padre era sorpreso della proposta di Light ma al tempo stesso credeva che quello era il metodo migliore per eliminare ogni sospetto. 

"La cosa mi incuriosisce Yagami." anche il detective si alzò dalla sua sedia per poi prendere una delle estremità delle manette e mettersela al polso. Light rimase stupito dalla sveltezza di Elle e non sapeva perché ma la cosa lo eccitava. Si sentiva osservato dallo sguardo del ragazzo dinanzi a se, che aspettava che faceva anche lui lo stesso. Quando si ammanettò anche lui, il detective sporse la sua mano in modo da poter prendere le chiavi della lunga catena di metallo.

"Questa la tengo io Yagami...per ragioni di sicurezza" I due giovani si guardarono con aria di sfida. Sapevano entrambi che si sarebbero divertiti in quella stramba situazione ma, al contempo, entrambi erano decisi sul portare al termine i loro obiettivi. Per Light era una situazione molto complicata e delicata. Ogni singola mossa sbagliata, anche la più piccola, poteva significare la sua fine e doveva stare attento. La vicinanza con il nemico era tale che ogni minuto, addirittura secondo, poteva influenzare negativamente oppure positivamente una vicenda già complicata di suo.

Tutti ritornarono alle indagini e nonostante la vicinanza al limite del sopportabile tra i due giovani, la giornata trascorse abbastanza tranquilla. I movimenti erano abbastanza limitati e se uno si muoveva anche l'altro era costretto a farlo. In fondo Light non era preoccupato poiché Ryuk sapeva cosa fare in caso di emergenza, quindi sarebbe andato tutto liscio come l'olio. In quei giorni in cui era costretto a stare ammanettato al detective, avrebbe pensato a un nuovo piano per colpire più criminali possibili. Aveva in mente una mezza idea ma doveva ancora essere perfezionata. Quello che passava nella menta del giovane era mastodontico, una cosa che sicuramente Ryuk non aveva mai provato a fare. Il progetto era ancora grezzo ma sarebbe diventato perfetto.  

Elle, invece, da parte sua si sentiva in un vicolo che non aveva via d'uscita. Le prove che scoprivano erano molto poche e dopo la morte degli agenti i sospetti su di Light aumentarono, come più volte aveva già ripetuto in precedenza. In realtà era curioso di come si sarebbe evoluto la loro storia ma era convinto che non ci sarebbe stato un lieto fine per loro...o anzi per Light. Quando il telegiornale mandò la notizia di tutti gli agenti morti, la prima persona che pensò fu il moro. 

"Quando un bambino si sente messo alle strette, comincia a fare i capricci. Tu, alquanto vedo, ne fai molti Light" 

Le famose caratteristiche degli omicidi erano tutti presenti, quindi non ci furono dubbi che erano stati gli assassini. Il problema era capire come avessero fatto ad agire in modo così lesto. Le loro abilità erano invidiabili ma il motivo per cui le usavano non era il migliore. L'unica cosa che Elle sapeva era che Raye Pember, prima di morire, l'aveva informato che il moro si era visto spesso con sempre lo stesso ragazzo e che, una volta, alla coppia si erano aggiunti altri due giovani. Il detective aveva intenzione di interrogarli ma all'insaputa di Light. La possibilità che il moro potesse influenzarli batteva spesso nella testa del corvino. Più tardi avrebbe chiesto informazioni al padre di Light, se non a Light stesso. Aveva l'impressione che avrebbe passato molto tempo in compagnia del moro, quindi quello era l'unica cosa che non mancava.       

Finché vita non ci separiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora