Hey hey!
Preparatevi mentalmente, perché questo capitolo sarà lungo e, come direbbe il nostro amico Mason, molto INTENSO.La mia povera testa...
Da quando sono stata catapultata qui, penso di aver avuto più mal di testa che preoccupazioni e quelle erano davvero tante.
Apro gli occhi a fatica, entrando subito nel panico nel notare di essere legata con delle corde ad una sedia di legno, in uno stanzino stracolmo di polvere e poco illuminato.
Come ci sono arrivata?
Va bene che quegli uomini sono forti, ma così tanto da trascinarmi di peso fino a qui mentre ero svenuta?
Non sono mica una piuma.
Ma la vera domanda è: chi è che utilizza ancora le corde per legare qualcuno?
La risposta alla mia ultima domanda apre tranquillamente la porta entrando e sedendosi fischiettando su una sedia di fronte a me.
Peccato che a separarci ci sia il tavolo di metallo in mezzo e le corde strette che mi impediscono qualsiasi movimento, o giuro che gli sarei saltata addosso senza pietà.
<<Ciao, io sono->>
<<So bene chi sei.>> dico freddamente, interrompendola.
<<Ah bene, abbiamo fatto i compiti vedo?>>
Il suo sorriso sghembo mi fa pensare alle peggiori torture da proporgli in seguito.
La Monroe è seduta di fronte a me, totalmente rilassata e sorridente, come se stesse prendendo il the con una amica.
<<Allora, mi vuoi dire come ti chiami?>>
Cosa?
Mi ha fatto rapire e non sa neanche il mio nome?
Bene, vuol dire che ne rimarrà all'oscuro ancora per un po' di tempo.
Notando il mio silenzio, si appoggia allo schienale per mettersi più comoda.
<<Vuoi restare qui tutto il giorno? O preferisci collaborare?>>
Giorno?
Quanto tempo sono rimasta incosciente?
Avrei tante domande da fargli, tante delucidazioni da porgli, ma al momento, la questione principale che mi passa per la testa è una sola.
<<Dov'è Theo?>>
Cerco di mantenere un'espressione dura sul volto, che dovrebbe far intendere che non collaborerò, qualunque sia la sua proposta.
<<Parli della chimera a cui i miei uomini hanno sparato? Non saprei... lo abbiamo lasciato lì, con un proiettile allo strozza lupo nello stomaco, quindi a quest'ora potrebbe anche essere morto.>>
Alza le spalle, come se non glie ne importasse niente, come se una vita umana a rischio non facesse un minimo peso sulla sua sporca coscienza.
E probabilmente è così.
Probabilmente, mentre parlava, nel rendermi conto della brutta situazione attuale in cui mi trovo, devo aver abbassato lo sguardo, la mia espressione dev'essersi tramutata in preoccupazione.
Come può una donna, frutto dell'immaginazione, un semplice personaggio di una serie televisiva, farmi tanto male utilizzando sole poche parole.
Non posso fare altro che sentirmi in colpa pensando a Theo, agonizzante in mezzo alla strada.
Non so neanche se fosse stato in possesso di un cellulare, da utilizzare per chiamare aiuto e soprattutto se ci sia riuscito.
Non so neanche se le informazioni che mi sta dando la donna sono reali o una semplice bugia, non riesco a distinguere.
Sono spaventata, desidero solo che tutto questo finisca al più presto.
Perché non sono come Scott, o come Liam, o addirittura come Malia?
Loro non avrebbero lasciato posto alla paura, avrebbero reagito, avrebbero combattuto fino allo sfinimento.
Non come me, dato che l'unica cosa che riesco a fare ora è cercare di trattenere le lacrime.
Ho un'immaginazione troppo suggestiva, che mi mostra un'immagine ben troppo limpida della chimera stesa al suolo senza vita.
Questo basta a farmi bruciare gli occhi e ad eliminare ogni traccia di coraggio nel mio corpo, lasciando spazio unicamente alla paura e alla tristezza.
<<Su, non piangere, non è colpa tua. Sono loro i mostri qua, ricordatelo.>>Il suo ideale non è cambiato durante tutta la sesta stagione della serie televisiva e noto che non lo è tutt'ora.
Crede ancora fermamente che chi sia in possesso di poteri soprannaturali sia pericoloso, sia il nemico.
Ma a quanto pare il pericolo non la spaventa minimamente.
<<Quindi? Il tuo nome?>> insiste lei.
Non riesco a parlare.
La mia bocca è sigillata, mi mordo la lingua in modo deciso, tentando di ricacciare indietro le lacrime e pian piano sta funzionando.
Man mano che penso a tutto quello che ha fatto, anche prima che arrivassi qui, nasce in me un senso di rabbia che cresce assai rapidamente.
<<Te lo ricordi come ti chiami? O non hai ancora recuperato la memoria?>>
Che cosa intende?
Con questa frase fa svanire ogni briciolo di rabbia presente in me, ora sono stranita, agitata.
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In Another World
FanfictionE se ti ritrovassi improvvisamente catapultato nel mondo di Teen Wolf? Dal testo: > ammette tornando seria. Ha lo sguardo di chi sa che cosa accadrà, lo sguardo che solo una portatrice di morte può avere e con queste poche parole, riesce a spaventar...