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<<Siamo arrivati.>>
Parcheggiamo più lontani dal nostro obiettivo, per evitare di dare nell'occhio, ma dopo pochi passi di fronte a me non c'è altro che l'imponente facciata principale della banca abbandonata di Beacon Hills.
Durante la mia visione l'ho subito riconosciuta, ricordandomi quando nella terza stagione il branco di Deucalion, formato da soli alpha, ha tenuto rinchiusi Boyd e Cora, la sorella minore di Derek, nel caveau principale.

<<Non c'è nessuno all'esterno, direi perciò di proseguire. State attenti.>> dichiara Scott.
Questa volta siamo tutti presenti, così nel caso ci dovessimo dividere ancora, ci sarebbero comunque un paio di occhi in più in allerta.
Ci dirigiamo cautamente all'entrata, aprendo il grande portone di vetro, imbrattato e rigato in alcuni punti e dirigendoci silenziosamente all'interno.
Non mi serve controllare i battiti per capire che ognuno dei miei amici ha i nervi a fior di pelle.
Continuiamo a camminare lentamente, prestando attenzione ad ogni singolo rumore, ma l'intera banca sembra completamente vuota.
<<È tutto così tranquillo...>> sussurra Ethan, la voce leggermente incrinata.
<<Troppo tranquillo.>> ammette Derek, confermando i timori di tutti.
Nonostante lo spaventoso silenzio che ci circonda, continuiamo con la nostra ricerca.
C'è polvere ovunque, oltre ad una grande quantità di ragnatele e vetri rotti, ma sul pavimento si possono distinguere delle tracce, segni evidenti che qualcuno è passato recentemente di qui e non una sola persona.
Una certa esperienza da poco passata mi ha fatto diventare più attenta e sospettosa, così ogni tanto rivolgo il mio sguardo al soffitto, tanto per non ritrovarci con brutte sorprese e fili di metallo che azionano trappole mortali.


Stiamo camminando come un gregge di pecore da ben dieci minuti e non si è ancora udita una voce che non sia quella di Stiles.
Questa banca è molto più grande di quanto credessi.
<<Secondo me stiamo perdendo solo tempo.>> esclama ad un certo punto l'umano, mantenendo basso il tono di voce.
<<Sei propio sicura che sia questo il posto della tua visione?>> mi domanda Scott, un filo di preoccupazione nel suo sguardo.
<<Più che sicura.>> affermo decisa.
In quei pochi secondi di agonia, ho potuto anche intravedere il logo di questa banca molto nitidamente, quindi sì, sono decisamente sicura.
<<Qualcuno magari c'era stato, ma appunto, c'era. Anche qui come nei tunnel, quel qualcuno aveva fretta di traslocare.>> dichiara Theo, utilizzando un tono normale di voce, dopo essersi accettato che fossimo soli.
Rimaniamo in silenzio per quasi un minuto, riflettendo sul come agire, finché la voce di Lydia non rompe la quiete.
<<Ragazzi, dov'è Liam?>> domanda appunto la banshee preoccupata.
Non facciamo neanche in tempo a voltarci per cercarlo che questo ci chiama dal fondo di un grande corridoio.
<<Venite qui!>>

A passo svelto lo raggiungiamo, ritrovandoci poi esattamente di fronte all'entrata del caveau principale.
<<Ascoltate.>> ci ordina il beta.
Mi concentro più che posso, cercando di captare qualche segnale, finché ad un certo punto riesco ad udire dei battiti.
Sono flebili e se l'udito non mi inganna, riesco a distinguerne tre.
Probabilmente gli otto centimetri di pietra di cui è fatta la parete attutiscono il suono.
<<C'è qualcosa che non va.>> annuncia Liam e siamo sicuramente tutti d'accordo con la sua affermazione.
<<Concordo. Perché dei cacciatori, o comunque delle persone si dovrebbero rinchiudere in un caveau?>> domanda Jackson perplesso.
Altri attimi di silenzio susseguono pesantemente, poi la risposta alla questione del kanima mi passa per la mente.
<<Perché qualcun altro le ha rinchiuse lì dentro.>>

Mi avvicino a passo spedito al muro, successivamente tastandolo con le mani.
<<Derek, pensi di poter->>
<<Consideralo già fatto.>> mi interrompe il burbero Hale, avendo già intuito la mia richiesta.
Si avvicina al muro e dopo un respiro profondo inizia a tirare dei forti pugni su di esso, iniziando a formare qualche crepa.
Pian piano ne cadono dei pezzi e l'intonaco rimane leggermente attaccato alla mano del lupo, che continua imperterrito col suo lavoro.
Con l'udito sviluppato posso sentire il rumore delle nocche che si spaccano, l'odore del sangue si diffonde velocemente, lasciandomi vagamente turbata.
Ricorda la morte.

<<Ci sono quasi.>> dichiara Derek e con un ultimo affondo, crea un buco nel muro della larghezza del suo braccio.
Scott va ad aiutarlo, scrostando le macerie rimanenti per formare un varco di normali dimensioni.
La polvere e i detriti che si sono sollevati bloccano la visuale, ma appena l'aria torna a schiarirsi, il volto dell'alpha cambia radicalmente.
Ci avviciniamo tutti con l'intento di scorgere all'interno della stanza di sicurezza, per capire da cosa sia provocato lo sconvolgimento del povero Scott, ma appena intravedo le tre figure svenute a terra, sono sicura di ritrovarmi con la stessa espressione.

La prima persona che riesco a distinguere è Giacomo.
È accasciato ad una parete, svenuto, le braccia sollevate, poiché le mani sono legate tramite delle catene incastonate al muro.
Ci sono ancora dei lividi violacei che gli coprono il volto e gli arti, lasciati scoperti dalla maglietta nera a mezze maniche, che confermano la mia ipotesi sul fatto che sia stato in un certo senso torturato.
La rabbia non riesce neanche ad accendersi in me, che subito riconosco un secondo individuo sdraiato per terra.
Il povero Mason è sporco, ferito e con le gambe e i polsi legati da una corda rossa.
I vestiti sono trasandati e l'odore di sangue lo impregna.
Anche in questo caso, prima che qualsiasi istinto omicida possa nascere in me, i miei occhi riescono a distinguere la terza figura abbandonata alle braccia di Morfeo.
Penso propio di aver perso un battito.

<<Malia!>>
Scott si fionda da lei, andando però a sbattere contro la barriera soprannaturale creata dal sorbo degli uccellatori.
Subito la chimera gli si affianca e spezza la riga di polvere nera che separa noi semplici lupi mannari dal corpo della coyote.
Non è ferita, non più almeno, ma i suoi vestiti sono sgualciti e strappati, segno evidente di una lotta e uno strano odore gli aleggia attorno.
<<Che cos'è?>> chiedo riferendomi a quella strana fragranza.
Non è per niente gradevole.
Prima che l'alpha si possa avvicinare alla ragazza svenuta, Derek lo blocca.
<<Scott, aspetta! I suoi vestiti sono impregnati di strozza lupo.>> esclama, rispondendo anche alla mia domanda.
<<Tieni.>> articola Ethan, levandosi la felpa verde e porgendola all'alpha.
Subito quest'ultimo la afferma , si avvicina a Malia e senza esitazione la spoglia.
Fortunatamente indossa la biancheria.

<<Aiutatemi!>>
Eravamo tutti così sconvolti dal ritrovamento della coyote, che per un attimo ci siamo dimenticati degli altri due soggetti tumefatti.
Corey è chino sulle gambe di Mason e tenta di liberarlo dalle corde.
Theo e Liam si avvicinano a lui per aiutarlo, gli altri rimangono immobili, fissando Scott che tenta di togliere gli indumenti a Malia senza svenire.
Ancora non riesco a capacitarmene.
Lei è viva.

Dopo qualche altro secondo di trance, mi impongo di agire in un modo che dia qualche utilità, così mi avvicino a Giacomo, inginocchiandomi al suo fianco e cercando di togliergli le catene.
Sono così concentrata che quasi mi spavento quando lo sento mugugnare.
Apre gli occhi lentamente, cercando di mettere a fuoco e il suo sguardo ricade prontamente su di me.
<<Elisa?>> domanda con voce roca.
Mi devo concentrare ulteriormente per rispondergli, cercando di sembrare sicura di me.
<<Tranquillo, ti tireremo fuori di qui.>>
La voce mi esce tremante, così come le mie mani.
Lei è viva.
Come può essere ancora viva?
Abbiamo visto tutti il suo corpo inerme giacere fra le braccia di Scott e successivamente essere coperto dal sacco nero per cadaveri.
Abbiamo visto l'ambulanza portarla via, insieme ad ogni speranza che fosse tutto un brutto sogno da cui presto ci saremmo svegliati.

<<Devi andartene. Loro lo sanno.>> il tono di voce di Giacomo è così basso che ho difficoltà ad udirlo con chiarezza, ma mi riporta comunque nel presente.
<<Che cosa intendi?>> domando allarmata, riuscendo finalmente a liberarlo da quelle pesanti catene in acciaio.
<<Loro sanno che siete qui. È una trappola.>> dichiara alzando di più la voce e massaggiandosi distrattamente i polsi che presentano dei lievi segni arrossati.

Mi alzo in piedi di scatto, voltandomi e cercando l'alpha con lo sguardo.
Tiene Malia fra le braccia, vestita unicamente da quella leggera felpa verde.
La culla e piange, piange a dirotto senza trattenersi.
Stiles è seduto dietro di lui e accarezza la schiena del suo migliore amico
con movimenti circolari, tentando di dargli anche se modico, un po' di conforto.
È una scena toccante, ma la mia voglia di non morire e di non vedere fare a tutti gli altri la stessa fine, prevale.
<<Dobbiamo andarcene, subito.>>

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