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Il proiettile gli colpisce una gamba, facendolo urlare dal dolore e probabilmente dalla sorpresa, dando così il tempo a Jackson di atterrarlo, cosa che successivamente ripropone anche con l'altro.
<<Che cosa ci fate voi qui!?>> domanda il kanima mentre tenta di riprende fiato, una volta assicuratosi dell'effettivo svenimento dei due cacciatori, ma la risposta tarda ad arrivare, dato che il mio sguardo e il mio pensiero sono fissi sull'uomo dai tratti asiatici sdraiato a terra privo di sensi.
Gli ho sparato, ho sparato ad un essere umano non uccidendolo per pura fortuna, ma la cosa che mi stupisce di più è il mio stato d'animo.
Non mi sento in colpa, neanche un po', anzi al contrario avverto una lieve sensazione di soddisfazione, che spero sia completamente dedicata al salvataggio dei miei amici e non alla morte che avrei possibilmente causato.
<<Ti diamo il cambio.>> dichiara Giacomo dandomi una leggera spallata per farmi riscuotere.
<<Come stai?>> chiede successivamente alla banshee, che nel frattempo si è alzata e ricomposta, anche se i segni del precedente pianto sono ben evidenti.
<<Sto bene.>>
<<Ti hanno da poco infilzato una coscia con un coltello da caccia, non stai bene.>> ribatte il suo ex ragazzo, irritandola alquanto.
<<Sto bene e avrei potuto continuare a difendermi egregiamente se Scott non ti avesse obbligato a portarmi via.>> afferma lei scocciata.
Jackson sbuffa alzando gli occhi al cielo.
Da quel che ricordo si comportavano così anche da fidanzati, come se il loro rapporto si basasse costantemente su un qualche tipo di sfida.
Mi chiedo come la loro relazione possa essere durata tanto.
<<Tornando a noi, per "dare il cambio" intendi che voi due resterete qui ad occuparvi di Lydia mentre io devo gettarmi nuovamente nella mischia?>> domanda quasi speranzoso il ragazzo dagli occhi azzurri.
<<Precisamente.>> gli risponde il moro, ma non fa in tempo ad aggiungere altro che quello è già scappato via.

La banshee si siede a terra, contraendo il volto in una smorfia di dolore.
<<Non ho bisogno di essere accudita.>> precisa puntando il dito contro di noi, al che Giacomo alza le mani in segno di resa.
<<Controllo se nella jeep di Stiles c'è una cassetta per le emergenze.>> annuncia quest'ultimo per poi allontanarsi, anche se di poco.
Il mio sguardo si posa nuovamente sul corpo quasi inerme del cacciatore.
La schiena si alza e si abbassa regolarmente, segno che stia respirando.
Essendo in posizione prona non è possibile osservargli il volto.
Certo potrei girarlo, ma non credo di avere il coraggio di osservare la faccia dell'uomo a cui ho quasi tolto la vita.
<<Avevi due scelte.>> articola la rossa a bassa voce.
<<Potevi scegliere di entrare in azione, perciò sparargli, oppure non fare niente, lasciando così me e Jackson in balia del destino. In entrambi i casi ci sarebbero state delle conseguenze, in entrambi i casi sarebbe potuto morire qualcuno. Hai scelto quello che ti sembrava giusto fare, quello che comportava meno conseguenze sgradevoli, quello che->>
<<Quello che vi avrebbe salvati.>> la interrompo votandomi ad osservarla.
Il suo viso si addolcisce e nonostante la situazione che io ritengo tragica, riesce a placarmi l'animo con un semplice e docile sorriso.
<<Hai scelto pensando ai tuoi amici, al tuo branco, non sentirti in colpa per questo, anche perché ho paura che non sarà l'ultima volta che dovrai affrontare questo tipo di scelta.>> ammette tornando seria.
Ha lo sguardo di chi sa che cosa accadrà, lo sguardo che solo una portatrice di morte può avere e con queste poche parole, riesce a spaventarmi più di quanto ci sia riuscito ogni cacciatore questa notte.

<<Ho trovato una bottiglietta di disinfettante e una benda, spero possano bastare.>> annuncia Giacomo con aria trionfante, comparendo quasi dal nulla.
<<Ho anche trovato dello scotch. Non so quanto possa essere efficace per legare due persone, ma tentar non nuoce.>> afferma per poi darmi indicazione di medicare la ferita di Lydia, mentre lui si impegna nell'immobilizzare i due soggetti dormienti.

Non è tanto profonda, Scott deve essersi preoccupato eccessivamente come al solito, ma è meglio disinfettarla e coprirla per far sì che non si infetti.
La rossa stringe i pugni e sussulta quando la pelle entra a contatto con il liquido freddo, ma si trattiene dall'emettere alcun suono.
Come tutti, vuole mostrasi forte.
Faccio del mio meglio avvolgendo intorno alla coscia la benda bianca, cercando di non stringere eccessivamente per non provocarle altro inutile dolore, ma come con tutto il resto, è inevitabile.
La vita è anche un insieme di dolore e sofferenza, importanti per la crescita personale, ma comunque poco gradevoli da affrontare.
Questi ragazzi però, di supplizio ne hanno già provato in eccesso e ancora non sembra intenzionato a dargli tregua.
Vorrei che tutto questo finisse il prima possibile, vorrei che avessero finalmente la possibilità di vivere un'esistenza spensierata e tranquilla, come dei normali giovani avrebbero il diritto di fare.
Prego per questo ogni giorno, ma la guerra non cessa anzi, si complica e si ingrandisce, portando sempre più cruccio e miseria negli animi dei miei amici.
Magari loro sono ormai abituati a tutto questo, ma io no.
Io soffro per ogni graffio che scorgo sul loro corpo, il cuore mi si stringe per ogni lacrima che scivola sulle loro guance.
Non ho mai provato tanto tormento nella mia breve vita, eppure la convinzione di voler tornare a casa non fa che diminuire, perché preferisco aiutare i miei amici, pur torturandomi l'anima piuttosto che lasciarli andare per il mio benessere.

<<Ci riusciresti di nuovo?>> domanda con serietà la banshee, fissandomi dritta negli occhi, quasi mettendomi in soggezione.
<<Che cosa intendi?>> chiedo per avere conferma, anche se sono abbastanza sicura di cosa intenda trasmettermi.
<<Riusciresti di nuovo a sparare a qualcuno?>> specifica, facendomi riflettere ulteriormente.
Non ne ero per niente sicura all'inizio, ma ci sono riuscita.
Non ho provato quasi niente, se non un piccolo rigenerante senso di soddisfazione per essere stata, anche se minimamente, utile alla causa, una sensazione che non vedevo l'ora di provare da quando sono arrivata qui.
Era precisamente ciò che desideravo, sostenere a mia volta queste persone che con la sottoscritta non hanno fatto altro.
Mi hanno accolta e accudita, si sono prese cura di me ed io non ho fatto altro che portare guai.
Stiles ha tentato più volte di rassicurarmi, assicurando che io ritorno del diavolo fosse inevitabile.
Così aveva annunciato e così è accaduto, il male è stranamente abile nel mantenere le promesse.
Quest'ultimo si è reinserito nella vita di questi poveri ragazzi complicandola ulteriormente, più di quanto l'adolescenza non faccia già da se.
Si è insediato nelle viscere di uomini feriti, trasformandoli in pericolosi cacciatori e ancora una volta si è impossessato del cuore di quella donna, ricoprendolo di falsità e crudeltà, alterando maggiormente il suo pensiero e lasciando spazio al puro odio, nero come la pece, che scorre nelle sue vene tutt'ora in quantità sconvolgenti.
Tutta quell'ira che ardeva, la Monroe doveva pur riversarla su qualcuno o qualcosa, decidendo sfortunatamente di incolpare i lupi mannari, condannandoli ad una amara e triste fine.

Ciò che ritengo giusto o sbagliato, la mia capacità di giudizio, può variare in pochi secondi con le giuste parole.
Non ho ancora le idee ben chiare su come funziona il mondo, in fondo ho solo sedici anni, ma ho già la mia buona dose di esperienza e sono sicura che questa prepotenza non sia assolutamente corretta.
Perciò voglio aiutare i miei amici il più possibile, come loro hanno fatto con me, non smetterò mai di ripeterlo finché non avrò mantenuto questa mia promessa.
<<Solo undici volte.>> scherzo sul numero di proiettili che mi sono rimasti.
<<Allora andate.>> afferma la rossa sorprendendo entrambi.
<<Non ho un cartellino sulla fronte con su scritto "invalida". Magari non posso più lottare, ma a guidare me la cavo ancora bene.>> articola decisa alzandosi in piedi.
<<Andrò da Deaton a chiedere consiglio e tornerò il prima possibile, ma voi dovete andare, gli altri hanno sicuramente più bisogno di voi della sottoscritta.>>
Sono tentata di scoppiare a piangere per l'eroismo che in questo momento la ragazza sprizza da tutti i pori, ma mi trattengo, decidendo in fine di abbracciarla fugacemente.
Lo sguardo di intesa che ci lanciamo prima di voltarci entrambe nella direzione opposta mi dona speranza e una scarica di adrenalina e sicurezza invade totalmente il mio corpo, facendomi rabbrividire.
Più che fiduciosa, afferro la mano di Giacomo e inizio a camminare velocemente verso il luogo in cui sta avvenendo lo scontro principale.
Non mi curo delle sue proteste, stringo di più la presa e aumento io passo, ormai certa della mia decisione.
Noi ce la faremo, noi sopravvivremo.





LEGGETE PLEASE:
Buon pomeriggio miei piccoli lupacchiotti!
Finalmente sono riuscita ad aggiornare *si da una pacca sulla spalla da sola* e spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, ma non vi prometto una regolarità nei prossimi aggiornamenti. Chiedo venia per avervi fatto aspettare tanto, cercherò comunque di essere più presente (nonostante tutto siamo a 33 mila views *urlo di gioia*).
I love you so much,
Elisa.

In Another WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora