In Another World

15

Recuperato il nostro nuovo ostaggio dal bagagliaio della jeep dell'umano, lo portiamo in salotto, facendolo sedere su una sedia di legno e per precauzione, legandolo anche a quella, pur essendo già legato per conto suo.
Ovviamente dicendo "lo abbiamo fatto" intendo che lo hanno fatto Scott, Stiles, Liam e Theo.
Lydia mi ha svelato alcuni trucchetti del mestiere per essere una "donna al comando", uno di questi è che per certi casi, bisogna lasciare agli altri il lavoro sporco.
Mentre discorreva, avevo l'impressione che la vecchia Lydia Martin della prima stagione fosse tornata a farci visita, ma il sorriso dolce con cui commentava il lavoro dei ragazzi, mi faceva pensare che ormai quella vecchia parte di se l'aveva abbandonata da tempo.

Theo mi prende un attimo da parte, con l'intento di darmi le delucidazioni necessarie.
<<Posso scommettere tutto quello che ho, che ti hanno detto che il proiettile era intriso di strozza lupo, dico bene?>> annuisco, rabbrividendo ancora nel sentire le parole della donna rimbombare nella mia testa, quelle che mi dicevano che probabilmente era morto.
<<Sai, ho seriamente temuto di morire...>> mi confessa a fatica.
Per lui non è facile ammettere di aver avuto paura.
<<Quello che mi hanno sparato era un proiettile modificato. Dopo che centra il bersaglio, rilascia una strana sostanza ghiacciata. Il freddo serve per entrare in uno stato di incoscienza e applicandone la giusta quantità nei giusti punti, può arrestare il battito cardiaco, ma senza uccidere definitivamente. L'ha scoperto Deaton, essendo stato il primo a trovarmi e a soccorrermi. Anche lui pensava fossi morto dato il mancato battito, ma a suo parere ho iniziato a balbettare parole incoscienti. Mi ha estratto il proiettile che, sempre a suo parere, era troppo lontano dal cuore per effettuare correttamente il suo lavoro, per quello non ero completamente incosciente.>>
Le sue parole mi lasciano senza fiato, ma non in modo positivo.
E questo mi fa pensare ad una possibile eventualità.
<<Vuoi dire che->>
<<Non lo so. Ne io ne tanto meno Deaton ne siamo sicuri, per questo abbiamo evitato di spargere la voce, per evitare di donare false speranze a Scott.>>
Questo mi lascia intuire che dovrò tacere su questo argomento.
Comprendo perfettamente il loro ragionamento.
È stato arguto da parte loro, eppure, ora come ora non riesco a soffermarmi su simili dettagli, anche se rilevanti.
<<Ho seriamente creduto che fossi morto.>> gli dico sinceramente.
<<Ma sai, non sono mai stata più felice di avere torto in vita mia.>> gli riferisco, questa volta sorridendo.
<<Elisa!>> mi chiama Stiles, imitando una specie di inchino.
<<Vuoi fare gli onori di casa?>>

Con onori di casa, l'umano intendeva strappare lo scotch dalla bocca del ragazzo, per lasciarlo parlare ed io mi impegno, cercando di provocargli il maggior supplizio possibile.
Il verso trattenuto di dolore che emette mi fa subito star meglio.
Ben gli sta.
<<La delicatezza prima di tutto...>>
<<Allora, bando alle ciance, come ti chiami?>> chiede Lydia, mantenendo un tono duro.
È la stessa domanda che lui e la Monroe mi hanno ripetuto più volte, senza riscontrate il minimo successo.
Chissà quanto ci impiegherà lui a cedere invece.

Intanto mi sono spostata a lato, per lasciare il campo libero agli altri, ma il ragazzo non sembra volermi ignorare.
<<Così ti chiami Elisa... Ci voleva tanto per dirlo?>>
Alzo gli occhi al cielo.
Possibile che stia facendo del sarcasmo nonostante la sua posizione?
<<Ti abbiamo fatto una domanda.>> lo riprende duramente Liam.
Posso scorgere la chimera ridere sotto i baffi.
Quei due nascondono ben troppi segreti.
<<Il mio nome è Giacomo e per la cronaca, il tuo nome è più facile del mio da pronunciare.>> dice ironicamente, voltandosi verso di me.
<<Da dove vieni?>> domanda Scott, continuando con l'interrogatorio.
A quanto pare, l'essere circondato da esseri soprannaturali non lo smuove minimamente, perché continua imperterrito a rispondere in modo sarcastico.
<<Fortunatamente non da qui.>>