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Dopo una breve discussione, optiamo in fine per dividerci in due gruppi e prendere entrambe le strade, con l'indicazione di ritrovarci tra un'ora ai rispettivi veicoli.
Io, Stiles, Liam e Jackson ci indirizziamo verso il corridoio illuminato, mentre Scott, Ethan, Theo e Lydia verso l'altro.
Da vera codarda, tiro un sospiro di sollievo nel sapere quale strada sto per percorrere, dato che l'altra mi spaventava assai.
Non ho paura del buio, piuttosto di quello che si può trovare al suo interno.
<<Andiamo.>> dichiara Liam, iniziando ad incamminarsi.
Noi altri lo seguiamo senza ulteriori indugi.

Pur trovandomi nella parte illuminata dei tunnel, ammetto di essere in ansia.
Nessuno sa dove stiamo andando, ne cosa troveremo continuando il percorso e questo senso di insicurezza non impiega molto a prendere pieno possesso di me.
Continuo a guardarmi intorno in fare furtivo, come se qualcosa potesse sbucare fuori da un momento all'altro.
Spero propio che non accada.
<<Rilassati ragazzina, se ci fosse qualcuno oltre a noi lo sentirei.>> tenta di rassicurarmi il kanima.
<<È appunto questo a preoccuparmi.>> si intromette Stiles.
<<Non trovate strano che non ci sia nessuno? Fino a ieri questo posto pullulava di cacciatori, mentre ora non c'è traccia d'anima viva.>>
L'umano non ha tutti i torti, ma preferisco fare un giro a vuoto non trovando nessuno, piuttosto che venire colta di sorpresa da un cacciatore.

Il tour continua in modo tranquillo, senza alcuna entrata in scena.
Ogni tanto, lungo il corridoio, troviamo delle porte che portano a stanze completamente vuote.
<<Qualcuno aveva fretta di traslocare.>> articola Jackson, cercando di alleggerire la situazione.
Pur non avendo avuto problemi, la tensione è palpabile.

<<Da quanto siamo qui giù?>> domanda Liam, l'espressione annoiata sul volto.
<<Quaranta minuti all'incirca.>> gli risponde Stiles, controllando l'ora sul cellulare.
Concordiamo nel fare dietrofront per tornare al punto di incontro, anche perché è ora di pranzo e iniziamo a sentire tutti un certo languirono, pur avendo mangiato con gusto la prelibata colazione preparata da Theo.
Mentre camminiamo però, il kanima ci blocca drizzando le orecchie.
<<Lo sentite?>>
Io e Stiles ci guardiamo, consapevoli di non poter essere molto d'aiuto, mentre Liam si mette attentamente in ascolto.
<<Rumori metallici, come ingranaggi...>> dichiara il beta.
La prima cosa che mi viene in mente da fare, è guardare sul pavimento, per accertarmi i non aver pestato per errore una piastrella ad innesco, come nei film di Indiana Jones.
Per terra è tutto a posto, quindi rivolgo il mio sguardo verso l'alto.
Inizialmente non trovo niente di strano, tubi del gas a parte, ma poi noto una specie di filo metallico sfiorato dai capelli di Stiles, che tra noi è il più alto.
Non che ci voglia tanto ad essere più alti di me.
Stupido metro e sessantatré.

Prima di tutto, intimo l'umano nel non muovere un muscolo, poi faccio notare a Liam e Jackson il filo misterioso e a mio parere, potenzialmente pericoloso.
<<E ora?>> domanda il beta, la preoccupazione che traspare dalla sua voce.
Mentre tutti e quatto, restando fermi e immobili ovviamente, ci scervelliamo tentando di trovare una soluzione, un flash di un episodio della sesta stagione di Teen Wolf mi passa per l'anticamera del cervello.

Ricordo che Scott, Malia e Liam stavano percorrendo uno di questi tunnel e per errore, la coyote aveva fatto scattare una trappola, toccando un filo metallico, come quello che ora si trova sulla testa di Stiles, con la caviglia e una specie di lancia uscita da chissà dove aveva centrato in pieno lo sterno dell'alpha.

Mi metto a cercare qualche indizio sulle pareti, ritrovando ad un certo punto un foro profondo dalla forma precisa, come se qualcuno avesse utilizzato una trivella per fare un buco in quel punto.
<<Indietro.>> consiglio a Jackson e a Liam.
<<Stiles, al mio tre dovrai fare uno scatto all'indietro, verso di noi. Pronto?>>
Cerco di tenere un tono di voce sicuro, ma non è facile in questa situazione.
Scott era guarito anche da una lancia conficcata nello sterno , ma l'umano non penso propio sopravviverebbe.
Noto che prende dei respiri profondi per calmarsi, ma servono a ben poco davanti alla prospettiva di una morte imminente.
Allungo la mano per intrecciarla alla sua e subito ricambia, stringendomi un po' più forte del dovuto.
<<Uno, due, tre!>>
All'ultimo numero tiro Stiles verso di me, aiutata dalla sua spinta e da Liam che lo trascina per la maglietta.
Dal buco che avevo adocchiato esce una freccia, con una tale potenza che si conficca nella parete di fronte.

Restiamo immobili per una manciata di minuti, indecisi sul da farsi e sollevati d'esser scampati al pericolo, o almeno così si spera.
L'umano non ha smesso neanche per un secondo di stringermi forte la mano.
Mi fa leggermente male, ma non glie lo riferisco, anche perché ci sono cose più importanti a cui pensare in questo momento.
<<Secondo voi c'è ne sono altre?>> domanda il beta, senza variare di una virgola la sua posizione pietrificata.
<<Non penso, o sarebbero scattate al nostro precedente passaggio.>> annuncia insicuro Stiles, stringendomi un po' di più.
<<Magari le abbiamo schivate senza saperlo...>> ipotizza il kanima.
Vista da fuori da l'impressione di essere una scena esilarante.
Quattro ragazzi fermi immobili da cinque minuti che ancora tremano per un fatto precedentemente accaduto.
Invece esilarante è propio l'ultimo degli aggettivi con cui la si potrebbe descrivere.
<<Sarà meglio andarcene da qui.>> dichiaro infine iniziando a camminare.

<<Siamo sicuri di essere passati di qua prima?>>
È la settima volta che Liam pone la stessa identica domanda.
<<Non ne ho idea, questi tunnel sono tutti uguali!>>
Ed è la settima volta che Jackson risponde nello stesso identico modo.
Non sappiamo da quanto tempo stiamo girando a vuoto, poiché Stiles era l'unico ad avere il telefono che, a nostro malgrado, si è scaricato, lasciandoci impossibilitati nel chiamare aiuto o anche solo nel controllare l'ora.
L'ultima volta che ha acceso il telefono erano l'una e dieci.
Preoccupante, visto che quando abbiamo evitato quel fatidico trabocchetto erano le dodici è un quarto.
All'inizio ho provato a contare i secondi, ma arrivata a due minuti ho perso il senso del tempo.

A proposito di Stiles... il ragazzo continua imperterrito a tenermi per mano.
La stretta è meno forzata che in precedenza, ma il contatto persiste.
<<Oh, scusa.>>
Come non detto.
Il fatto che stavo osservando insistentemente le nostre mani deve averlo messo a disagio, così ha sciolto l'intreccio.
<<Tranquillo.>> gli rispondo sorridente.
Non morirò mica per aver tenuto la mano a qualcuno.
Ma per questo forse si.

Improvvisamente una freccia mi colpisce nello stomaco ed io urlo per la sorpresa e per il dolore.
Mi accascio a terra, in ginocchio, con le mani che tengono tremanti l'asta sottile di metallo nero.
<<Cazzo!>> esclama Stiles abbassandosi vicino a me.
<<Qui!>> dice Liam, indicando in alto con l'indice un'altro di quei fili di metallo malefici.
Io continuo a mugugnare di dolore, mentre Jackson controlla i danni che ho subito.
<<Non esce dall'altro lato, la potenza con cui è stata lanciata fuori non era abbastanza da penetrarti completamente.>>
Questo dovrebbe farmi sentire meglio?
<<Elisa... dobbiamo estrarla.>> afferma preoccupato l'umano inginocchiato di fronte a me.
Alzo la testa di scatto, per guardarlo negli occhi, ma una fitta di dolore mi travolge, impedendomi di completare il movimento.
Sento le lacrime uscirmi incontrollate dagli occhi, vedo il mio stesso sangue tra le mani, che inizia lentamente a colare in basso da dove la freccia è infilata.
Se non facciamo niente sarà solo peggio, quindi annuisco lievemente, senza sforzarmi troppo, per evitare il troppo dolore.
<<Fallo tu, io la tengo ferma.>>
Dimenticavo che Stiles è lievemente sensibile a queste cose.

Il moro si sposta dietro di me, appoggiando saldamente le mani alle mie spalle, mente il kanima mi si posiziona di fronte e le sue mani finiscono sull'oggetto di metallo in questione, conficcato dolentemente nel mio stomaco.
<<Respira profondamente.>> ordina quest'ultimo, come se questo potesse aiutarmi...
<<Dimmi quando sei pronta.>>
Se dovesse dipendere da me, la risposta non arriverebbe mai.
Penso che nessuno sia realmente pronto a trovarsi in una situazione del genere, men che meno io.
Fa male, molto molto male.
Non riesco a capire se ho smesso di piangere o se continuo a sembrare un fiume in piena.
Fa davvero tanto male.
Respiro profondamente, una, due, tre volte.
<<Ora!>>

È strana la sensazione del metallo freddo che ti trapassa.
Ti senti come se non fossi più tu, come se fossi un semplice pezzo di carne che prova un dolore lancinante, che si espande velocemente lungo tutto il resto del corpo.

Tutta la verità viene fuori in quel momento.
Non importa quanto la ferita sia grave, se rischi la morte o meno, le cose importanti della tua vita ti passeranno davanti in una rapida sequenza di immagini, quelle che non dimenticherai mai.
O almeno, questo è quello che ho sempre sentito dire.
C'è gente che afferma addirittura che si osserva un flashback di tutta la propria vita.
Altri che dicono che si vede una specie di luce divina.
E allora perché, l'unica cosa che ho visto io prima di chiudere gli occhi, è stato il buio?

In Another WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora