<<Ma dove eravate finiti? No, aspettate, non voglio saperlo.>> si domanda e risponde da solo Peter.
<<Non c'è tempo per tergiversare, dobbiamo muoverci.>> afferma Ethan severamente, così iniziamo ad incamminarci in religioso silenzio verso il terzo magazzino.
Durante la perquisizione io e Giacomo continuiamo a lanciarci occhiate fugaci colme di segreti e parole non dette e io non posso fare a meno di sorridere.
Mi sento in colpa per questo, è come se sembrasse che io prenda tutto alla leggera, ma posso assicurare che così non è.
Comprendo appieno la gravità della situazione e rimango cosciente di altri possibili attacchi da parte dei cacciatori, il cruccio non mi abbandona, ma al contempo mi sento più rilassata.
Stiles continua a tirarmi gomitate e a ridacchiare sotto i baffi, la tentazione di prenderlo a pugni aumenta gravemente ogni secondo che passa.
La tensione iniziale sta con calma svanendo anche negli altri, ma nonostante la strana tranquillità che ci circonda e l'assenza di altri esseri viventi oltre a noi, non abbassiamo di certo la guardia.
Anche la pioggia sembra essersi calmata, trasformata ormai in poche e piccole gocce d'acqua.
Ho un brutto presentimento, forse dato dei rimasugli dei miei poteri da banshee, o forse è solo una brutta sensazione, ma tutto ciò potrei riassumerlo in un'unica e scomoda metafora: la quiete prima della tempesta.<<Abbiamo perquisito ogni luogo che ci è stato indicato, trovando in tutto una decina di cacciatori. Nessun magazzino colmo d'armi, nessuna traccia della Monroe, solo a me tutto ciò pare sospetto?>> domanda Peter alzando un sopracciglio, gesto tipico dei componenti della famiglia Hale.
<<Sarà meglio chiamare Scott per fare un rendiconto generale delle circostanze.>> afferma l'uomo mazza già munito di cellulare.
<<È stato facile a dirla tutta, non è forse meglio così?>> chiede Isaac speranzoso e voglioso di concludere questo altro macabro capitolo della propria vita.
<<La caratteristica facile non si addice a questa città. Ricordati che siamo a Beacon Hills, qui i problemi non finiscono mai.>> ricorda Theo sbuffando per la negatività delle sue stesse parole.
<<Scott... Scott che cosa sta succedendo? Dove siete? Scott!>>
La preoccupazione dell'umano che tenta di richiamare il suo migliore amico ci condiziona, così il silenzio cala mentre siamo intenti ad ascoltare la conversazione, benché unidirezionale.
<<Scott, che cosa... Chi è ferito!?>>
A quest'ultima frase, la tensione che prima sembrava alleviata ripiomba violentemente su ognuno di noi, insieme ad una discreta dose di preoccupazione.
<<D'accordo, arriviamo.>> afferma Stiles concludendo la chiamata.
<<Che cosa è successo?>> domanda Isaac allarmato come non l'ho mai visto prima.
L'idea che l'alpha possa essere in pericolo deve premergli particolarmente.
<<Un'imboscata, ci aspettavano.>> ci comunica l'umano iniziando di camminarsi verso la direzione opposta in cui era rivolto, seguito precipitosamente da noi altri.
<<Chi è rimasto ferito?>> chiede giustamente Giacomo stringendo i pugni.
<<Lydia, ma niente di grave, Jackson l'ha portata al sicuro.>> articola facendomi tirare un sospiro di sollievo.
Devono essersi accorti della nostra precedente intrusione, oppure l'uomo che abbiamo abbattuto all'entrata deve essersi risvegliato e deve aver chiamato i soccorsi, fatto sta che il come ci hanno scoperti non conta, importa che ci hanno attaccato e ferito e per questo non la passeranno liscia.
<<Bene, andiamo a prenderli a pugni.>> parla nuovamente Giacomo questa volta con un tono minaccioso, come se mi avesse letto nella mente.
In tutta risposta, Stiles si ferma di colpo, voltandosi e guardandolo con un'espressione severa.
<<Tu ed Elisa andrete nel parcheggio dove si trova Lydia e ve ne starete lì al sicuro.>>
<<Che cosa!? Non esiste, io vengo con voi.>>> affermo con ostinazione compiendo qualche passo, ma le parole di Theo mi bloccano.
<<Mi duole ammetterlo, Ma Stiles hai ragione. Hai già corso un grande pericolo neanche un'ora fa, uscendone per pura fortuna, meglio non rischiare una seconda e possibile ultima volta.>>
La sua voce è sommariamente calma, ma posso leggere chiara e profonda paura in lui trasmessa da tutto il resto del suo corpo, come il dito che continua a far picchiettare contro la sua gamba.
Se è accaduto questo miracolo, ovvero che la chimera abbia dato ragione all'umano, allora sarebbe saggio dargli ascolto, ma questa volta non ho voglia di ragionare.
Questa volta voglio semplicemente buttarmi nella mischia e prendere a cazzotti qualche manigoldo, eppure per una buona volta che so per certo cosa fare, questo mi è proibito.
Non sono assolutamente d'accordo.
<<Correrò il rischio. Ora muoviamoci che->>
<<Ok, andremo da Lydia e daremo il cambio a Jackson, così potrà venire anche lui ad aiutarvi.>> mi interrompe Giacomo con decisione.
Mi volto verso la sua direzione, squadrandolo da capo a piedi, ma prima che io abbia il tempo di ribattere mi prende per mano conducendomi via da lì.
Gli altri si allontanano velocemente nella direzione opposta, quella in cui dovrei andare anche io.<<Lasciami!>> grido guardando i miei amici farsi sempre più lontani.
Il timore che questa possa essere l'ultima volta in cui li ho visti mi coglie all'improvviso, alimentando solo i miei tentativi di ribellione.
<<Lasciami ho detto!>> ritento con collera.
Gli strattono il braccio, pregando che molli la presa e punto i piedi a terra, ma lui imperterrito continua a camminare.
Se mi buttassi a terra probabilmente non si farebbe problemi a trascinarmi.
Mi dimeno e stringo i denti, sentendo le lacrime pungermi alla soglia degli occhi, ma solo quando tutto sarà finito gli darò il permesso di scendere.
<<Lasciami andar->>
<<NO!>> urla voltandosi di colpo e stringendomi il polso tanto da farmi male.
Questa sua aggressività mi destabilizza per qualche secondo, ma scelgo di non farmi mettere i piedi in testa e di ribattere.
<<Devo andare da loro, hanno bisogno di me!>> strillo mantenendo lo sguardo dritto nel suo, essendo consapevole di aver mentito; non sono loro ad aver bisogno di me, sono io ad aver bisogno di loro.
<<Anche Lydia ha bisogno di te, anche io ho bisogno di te!>> afferma calcando sull'ultima parte, ma io non gli do retta.
<<Lasciami andare!>> urlo spingendolo con la mano libera, facendolo barcollare.
<<Non posso!>> urla a sua volta, stringendomi anche l'altro polso, tentando di tenermi ferma.
<<Perché!?>>
<<PERCHÉ NON VOGLIO PERDERTI!>>Mi immobilizzo, comprendendo finalmente ciò che tentava di comunicarmi da una decina di minuti a questa parte e non posso fare a meno di rimproverarmi, dandomi della stolta.
Ero così vogliosa di vendicarmi dei mali subiti che non ho pensato a quelli che stavo infliggendo a chi mi stava intorno.
Ho completamente dimenticato ciò che è accaduto tra me e il moro solo qualche ora fa, non ho pensato a ciò che lui avrebbe potuto provare.
Ho semplicemente seguito l'istinto e quello non faceva altro che indirizzarmi verso la Monroe e i suoi seguaci, facendomi dimenticare il resto, anche se realmente più importante.
<<Ho già rischiato, più volte, procurandomi svariati infarti. Non posso chiedere al mio cuore di reggerne un altro, non resisterebbe.>> ridacchia amaramente, allentando la presa sui polsi.
<<Ti prego Elisa, resta con me.>>
Lo sguardo che prima trattenevo nel suo con ostinazione ora vacilla.
La sua espressione non trasmette più rabbia, solo rammarico e apprensione.
Quest'ultima l'ho osservata in ognuno dei ragazzi che prima accompagnavo, ma vederla nel suoi occhi è tutta un'altra storia.
Vedere lui spaventato spaventa anche me e non è per niente una sensazione piacevole.
Abbasso la testa, interrompendo il contatto visivo e sospirando profondamente.
<<Andiamo da Lydia.>> esordisco a bassa voce, ricevendo in cambio un abbraccio veloce, poi mi lascia i polsi, ma solo per intrecciare le nostre mani.Ora camminiamo fianco a fianco verso il parcheggio, verso quello che ci è stato indicato come posto sicuro, ma appena arrivati veniamo attirati dal rumore di uno sparo.
Seguiamo il suono fino ad arrivare dietro al pick-up di Theo, dove dal lato opposto Jackson sta combattendo contro due uomini di grossa stazza e a mio parere, sembra essere in svantaggio.
La banshee è appoggiata alla ruota anteriore, accovacciata a terra, le ginocchia strette in una presa tremolante.
Involontariamente la mia mano si sposta nella tasca e un brivido mi percorre interamente la spina dorsale quando incontro il ferro freddo della nove millimetri.
Mi ero quasi dimenticata della sua presenza, pur essendo un oggetto generalmente pesante.
Mi volto verso Giacomo colta completamente dal panico, ma quest'ultimo mi abbandona in un attimo quando mi volto nuovamente.
Lydia ha alzato leggermente la testa, esponendo così il volto; il mascara è completamente colato sulle sue guance, sciolto dalle lacrime che tutt'ora si riversano dai suoi occhi, in questi noto regnare puro terrore.
Lo sgomento svanisce e per pochi attimi che vivo quasi al rallentatore non sento niente, il vuoto più totale, ma dopo questo solo una profonda e tremenda rabbia.
Mi alzo in piedi, impugnando fermamente la pistola e rivolgendola contro uno dei due uomini e senza aspettare altro, premo il grilletto.
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In Another World
FanficE se ti ritrovassi improvvisamente catapultato nel mondo di Teen Wolf? Dal testo: > ammette tornando seria. Ha lo sguardo di chi sa che cosa accadrà, lo sguardo che solo una portatrice di morte può avere e con queste poche parole, riesce a spaventar...