<<Scott, calmati!>>
L'alpha è imbestialito.
Cammina avanti e indietro per il suo salotto, gettando a terra ogni tanto la prima cosa che gli passa sotto mano.
I suoi respiri si fanno sempre più rapidi.
Si tiene la testa fra le mani, come se fosse sul punto di staccarsela da un momento all'altro.
Vorrei potergli dire che lo capisco, ma non è così.
Io non ho mai perso una persona cara e il rapporto tra me e Malia non si poteva certo definire solido.
Ovviamente sono triste per lei, ma non posso realmente comprendere tutto il dolore che sta provando lui adesso.
<<Scott, calmati!>> continua a ripetergli Stiles.
<<E COME FACCIO, ME LO SPIEGHI?!?>>
È infuriato, tant'è che iniziano a spuntargli gli artigli.
Liam prova ad avvicinarsi.
<<Scott io ti capisco, ma->>
<<NO NON È VERO! NESSUNO DI VOI PUÒ CAPIRE! NESSUNO DI VOI PUÒ!>> urla esasperato.
Ok, è ora di calmarsi, o farà male a qualcuno.
Raccolgo tutto il coraggio in mio possesso e gli urlo contro a mia volta.
<<SI HAI RAGIONE! NESSUNO TI PUÒ CAPIRE!>>
Si volta verso di me, trattenendo le lacrime con tutte le sue forze.
In realtà non è così.
Molte persone qui dentro lo possono capire.
Stiles ha perso sua madre, Theo ha perso sua sorella, Liam ha quasi perso Hayden e Lydia ha perso Aiden.
Ma il male che sente gli offusca gli occhi.
E in questo, lo posso capire.
Mi avvicino, lasciando fra noi solo qualche centimetro di distanza.
<<Nessuno ti può capire, è vero. Nessuno può capire il dolore che provi. Ma tu invece, puoi capire il dolore che proviamo noi a vederti ridotto in questo stato.>>
Non riesce più a trattenersi.
Inizia a piangere, accasciandosi su di me.
Dato che non riesco a sostenerlo, cerco con delicatezza di abbassarmi per inginocchiarmi sul pavimento e lui fa lo stesso.
<<È colpa mia...>> dice tra un singhiozzo e l'altro.
<<Non è colpa tua Scott.>>
<<Si invece! Non avrei dovuto scegliere quel posto per andare a mangiare. E non avrei dovuto prendere la storia del lampadina così alla leggera. E non avre->>
<<Ora basta.>>
Gli accarezzo la testa dolcemente, come mia madre faceva con me dopo le nostre liti.
<<Non è stata colpa tua, non è stata colpa di nessuno...>>
<<Avrei dovuto dirglielo.>>
<<Cosa?>>
<<Ti amo. Oggi non glie lo avevo ancora detto.>>
Sento una stretta al cuore così forte da farmi scendere una lacrima.
Una lacrima solitaria, che percorre tristemente il suo tragitto sulla guancia sinistra, per finire poi a bagnarmi le labbra di amarezza.
Continuo senza sosta ad accarezzargli il capo, tra i suoi continui singhiozzi.
Vorrei rassicurarlo, dirgli che andrà tutto bene, che tutto si risolverà.
Ma per quanto grande sia la mia voglia di medicare la ferita del suo cuore, non trovo alcuna frase positiva da riferirgli, poiché in questo momento, non vedo proprio niente che andrà bene.Scott si è addormentato fra le mie braccia, come un bambino stanco dal troppo correre.
Ma l'unica cosa che ha corso di lui, è l'immaginazione.
Continuava a ripetere cosa avrebbe fatto a quegli uomini se li avesse trovati.
Non sembrava lui.
Non era il solito Scott McCall, positivo e prevalentemente pacifista.
Enunciava più di mille modi in cui avrebbe torturato quei poveri esseri.
E dico poveri perché, se li troverà, non vorrei di certo essere al loro posto.Dopo essersi addormentato, abbiamo cercato di spostarlo almeno sul divano.
Impresa difficile, ma ci siamo riusciti.
Sono in macchina con Theo in questo momento e ci dirigiamo verso la casa sul lago.
Nessuno dei due parla.
A casa di Scott, ho sentito chiedergli a Liam di passare la notte insieme.
Il beta ha declinato l'invito, cosa che ha solo rattristato maggiormente la chimera.
<<Sono sicura che Liam abbia avuto dei buoni motivi per dirti di no.>>
Lui annuisce.
Sono tutti così sconvolti dell'accaduto.
Mi pento di non esserlo così tanto anche io, ma non la conoscevo bene quanto loro.
Arriviamo a destinazione senza proferire altra parola.
<<Io vado a letto.>> gli sussurro tristemente.
Annuisce, poi si sdraia sul divano e si copre completamente fino alla testa con una coperta.
Senza dire nient'altro, spengo le luci e mi dirigo al piano superiore.
Entro nella mia stanza, accasciandomi sul letto.
Cazzo, mi devo struccare.
Mi sollevo con fatica, andando verso il bagno.
Prendo una salvietta struccante da un cassetto sotto il lavandino e mi guardo allo specchio.
Ho gli occhi arrossati, il mascara è leggermente colato, le labbra sono secche.
Continuo a guardarmi allo specchio e non riesco a fare a meno di piangere.
Se Scott non avesse chiesto a Corey di portarmi via, avrei potuto fare la fine di Malia.
Avrei potuto essere io al suo posto.
Avrei dovuto, è meglio dire.
Sono io qui quella che doveva morire!
Sono io quella che non c'entra niente con tutto questo!
Sono io, è colpa mia!
Mi accascio a terra continuando a piangere, cercando di non fare troppo rumore.
Non voglio svegliare Theo.
Fin da subito è stato così gentile con me, senza che io glie lo avessi chiesto.
Guardando la serie tv, mi era sembrato solo un arrogante pallone gonfiato.
Eppure, a parte qualche momento guidato dall'egoismo, si è sempre dimostrato premuroso e disponibile.
Non lo voglio disturbare ancora, più di quanto io l'abbia già fatto, quindi piango in silenzio.
Non è bello quando si piange.
Ma quando si piange in silenzio, posso assicurare che è molto peggio.<<Sciocchi!>>
Sento delle voci provenire dal fondo del corridoio.
Corridoio?
Ma dove sono?
Questa non è la casa sul lago!
Fino a prova contraria, stavo dormendo nel mio letto ed improvvisamente, mi ritrovo non so dove, a percorrere un lungo e tetro corridoio.
Intanto una strana conversazione prosegue.
<<Idioti! Vi avevo detto tutti vivi!>>
<<Ci dispiace...>>
<<È stata autodifesa, non avremmo potuto fare altrimenti!>>
Sento sbuffare rumorosamente, alche faccio un ultimo passo in avanti.
In una piccola stanza illuminata da una semplice lampada che pende pericolosamente dal soffitto, intorno ad un tavolo, sono radunati i tre uomini che ci hanno assalito al ristorante e... lei.
Il diavolo dalle sembianze umane.
La Monroe si gratta il capo esasperata.
<<Non fa niente, il piano resterà invariato. Ora devo solo capire cosa farne di voi tre.>> dice puntando lo sguardo verso gli energumeni di fronte a lei, che si fanno piccoli piccoli dalla paura.
<<Tu cosa ne pensi?>> dice, questa volta voltandosi alla sua destra.
Improvvisamente vengo risucchiata all'indietro.
Vedo il corridoio scorrere al contrario, una scala arrugginita e un tombino.Mi sveglio cacciando un urlo.
Qualche secondo dopo, Theo accorre in mio aiuto.
<<Elisa! Cos'hai fatto!?>> mi chiede esterrefatto.
L'ultima cosa che vedo prima di svenire, è il vetro della finestra della mia camera completamente in frantumi sul pavimento, poi, buio.
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In Another World
FanfictionE se ti ritrovassi improvvisamente catapultato nel mondo di Teen Wolf? Dal testo: > ammette tornando seria. Ha lo sguardo di chi sa che cosa accadrà, lo sguardo che solo una portatrice di morte può avere e con queste poche parole, riesce a spaventar...