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L'acqua calda che scorre sulla mia pelle, il vapore che riempie l'aria, l'odore dello shampoo alla camomilla e miele; mi mancava tutto questo, come mi mancava la strana sensazione di purezza che sento ogni volta che faccio la doccia.
Ovviamente non la faccio per divertimento, ma quando ne sento il bisogno.
Eppure, dopo essermi stanziata per ore e ore sotto il getto bollente del doccino, mi sento come ripulita da ogni peccato.
A volte canto, altre ballo, per quanto il loculo ristretto me lo permetta, la maggior parte delle volte creo dei discorsi immaginari riferendomi ad eventi passati dove al momento, il litigio non era stato vinto dalla sottoscritta.
È divertente, anche perché nella realtà, se qualcuno mi sfidasse verbalmente sarei capace di svenirgli di fronte.
Chissà da quanto sono qui.
Da quando sono entrata ho perso il senso del tempo, forse sarà meglio uscire.

Dopo essermi asciugata, compresi i capelli, zampetto cautamente verso la "mia" camera.
Fortunatamente non incontro nessuno, sarebbe stato imbarazzante dato che l'asciugamano striminzito avvolto intorno al mio corpo nasconde solo le parti critiche.
Sul letto sono accuratamente ripiegati dei vestiti prestati da Lydia: la biancheria intima (di cui fortunatamente abbiamo la stessa identica taglia), un vestitino corto a fiori, una giacchetta di pelle nera e degli stivaletti col tacco scamosciati.
Niente da obiettare, la banshee ha stile da vendere, ma solitamente il mio look si compone di jeans strappati e una semplice t-shirt.
Indosso quanto mi è stato dato per poi guardarmi allo specchio.
Niente male, ma manca qualcosa.
Noto con la coda dell'occhio un piccolo astuccio rosso adagiato sul comodino.
Contiene vari trucchi, così decido di rendermi più presentabile.
Probabilmente sembro una stupida ad occuparmi del mio aspetto fisico trovandomi in una situazione improbabile come questa, ma devo ammettere che è un ottimo diversivo per distrarmi dal timore che percepisce ogni cellula del mio corpo.
Giusto un po' di correttore per coprire le occhiaie di troppo e il mascara per le mie ciglia, già abbastanza lunghe senza.
Prima di uscire mi guardo un'ultima volta allo specchio.
Mi sento diversa dal solito, mi sento forse più... leggera.
Certo dovrebbe essere il contrario data l'attuale situazione, ripensando a quest'ultima poi, mi rattristo leggermente, l'ebrezza del tentato svago già svanita.
La mancanza della mia famiglia è pressante, come quella dei miei amici e del mio mondo in un certo senso.
Qui è tutto così surreale da sembrare un sogno, così nel dubbio mi tiro qualche pizzicotto.
Niente da fare, più sveglia di così è impossibile.

Scendo al piano inferiore cercando di capire che ore siano.
Non c'è un solo orologio in questa casa?
Arrivo in salotto, dove Theo è seduto sul divano a fare zapping alla televisione con aria annoiata.
<<Alleluia!>> esclama avvertendo la mia presenza.
<<Quanto ci ho messo?>>
<<Un'eternità.>> risponde sollevando lo sguardo su di me.
<<Wow, direi che ne è valsa la pena.>>
Abbozzo un sorriso imbarazzato mentre la chimera mi scruta dall'alto al basso senza ritegno.
<<Ehm, vogliamo andare?>> chiedo cercando di distrarlo, sentendomi abbastanza in soggezione.
Scuote la testa sospirando una parola di consenso, come se fosse appena uscito da una trance, poi si alza in piedi.
Recuperate le chiavi del pick-up, ci dirigiamo verso di esso, ma appena usciti di casa, il ragazzo inizia guardarsi intorno con aria sospettosa.
<<Cosa c'è?>> gli domando guardandomi intorno a mia volta.
<<Solo... niente di che, uno strano odore...>>
Lo guardo corrucciata, ma a quanto pare non è intenzionato a continuare la conversazione.

Arrivati alla clinica, scendiamo dalla macchina, mentre Theo continua a guardarsi in torno.
<<Ancora quell'odore?>> alludo, invidiando i suoi sensi sviluppati in grado di fargli percepire odori e suoni che un normale essere umano neanche può immaginare.
Annuisce, ma l'unica frase che esce dalla sua bocca è un invito ad entrare.
All'interno troviamo Scott, Lydia, Stiles e Deaton ad aspettarci, intenti a chiacchierare con tranquillità.
<<Buongiorno Elisa, come ti senti oggi?>> mi chiede il veterinario dolcemente, facendomi accomodare sul tavolo di metallo.
<<Generalmente bene.>> rispondo, riferendomi più che altro allo stato fisico.
L'uomo inizia a visitarmi, come se mi trovassi da un vero dottore.
<<Hai notato qualcosa di strano nelle ultime ore?>> domanda estraendo uno stetoscopio dalla tasca del camice.
<<Io no...>> dico per poi voltarmi e il mio sguardo fa spostare l'attenzione di tutti verso la chimera.
<<Che c'è?>> esclama quella alzando un sopracciglio.
<<Se succede qualcosa, qualsiasi cosa, sei tenuto a dircelo immediatamente.>> lo ammonisce Stiles acidamente.
<<Tranquilli, niente di importante, solo uno strano odore.>>
<<Che odore?>> domanda Scott facendosi attento.
<<Parfum de lupo mannaro numéro cinq, misto toast bruciato.>> risponde sarcastico con un bizzarro accento francese e la erre moscia ben marcata.
<<Non sei l'unico ad averlo sentito.>> confessa l'alpha per poi guardare spaesato il veterinario in cerca di risposte.
<<È la prima volta che lo sentite?>>
<<In realtà no. Questo odore è simile a quello che ci ha condotto da Elisa l'altra mattina.>>
Questa volta sono io il soggetto di tutti gli occhi presenti.
<<Puzzo?>>
<<No no, tranquilla.>> ridacchia Lydia accarezzandomi una spalla.
<<Vi spiego, ogni essere vivente ha un odore bene distinto da ogni altro. Certo fra quelli della stessa specie si somiglia, ma ognuno ha qualcosa che lo distingue. È possibile che tu, non essendo di queste parti, abbia una distinzione maggiore.>> argomenta Deaton ipotizzando un'ottima teoria.
<<Eppure, quello di oggi era ancora diverso.>> articola la chimera sempre più corrucciata.
<<Come diverso?>>
Theo si porta una mano al mento pensieroso, dando una risposta dopo un discreto periodo di riflessione.
<<Non so come spiegarlo. Era forse più... maschio.>>
<<Vorresti dire che oltre a me, un ragazzo è finito nel vostro mondo?>> esclamo strabuzzando gli occhi alla sola idea.
La faccenda si sta facendo sempre più complessa, quando in realtà quello che vorrei è un semplice modo per tornare a casa.
Passano alcuni interminabili secondi di silenzio, l'angoscia che inizia a pressarmi il petto, finché Deaton non prende parola, facendo un passo avanti verso il centro della stanza.
<<Se quello che affermi è vero, dovete subito trovare questo ragazzo.>>

In Another WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora