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Come predetto dal meteo, la pioggia inizia pacatamente a picchiettare sul tettuccio della jeep di Stiles, contornando i finestrini con dei filamenti trasparenti.
Essi riflettono la luce dei lampioni, trasformando la fonte in un'immagine sfocata.
Il bosco è irrequieto, mosso da un vento che man mano che i minuti passano, diventa sempre più forte.
Le foglie arancioni, ormai tendenti al marrone, cadono e svolazzano per quei pochi metri che le separano da terra, troppo debolì per contrastare la furia nascente di una tempesta, troppo fragili per rimanere aggrappate ai rami, la loro unica salvezza.
Cadono e si posano sul suolo ormai bagnato, prendendo ad osservare lo scuro cielo pieno di nuvole.
Poi la pioggia bagna anche loro, trasformando le sue gocce in lacrime per la visione di cotanta miseria.
Le foglie imperterrite continuano a rivolgere lo sguardo all'immenso cielo, se pur parzialmente coperto da un albero, quello che prima era la loro casa.
Non si muovono più, il loro cammino è terminato.
Restano lì, immobili, continuando a persistere in balia degli eventi, a volte mosse dal freddo vento, altre volte calpestate da un noncurante passeggiatore.
E il cielo piange, piange e non riesce a fermarsi.
Lo fa per tristezza, ma lo fa anche per gli alberi, così che nutriti dalle sue dissetanti lacrime, possano far nascere delle nuove foglie, che con l'arrivo di un nuovo autunno, saranno condannate allo stesso destino.

<<Avete capito?>> domanda Derek, facendomi spostare lo sguardo sulla nove millimetri che tiene in mano.
Dalla brutta esperienza passata in Messico, il lupo qui presente ha imparato a portarsi sempre dietro almeno un'arma, sotto lo stretto consiglio di Breaden e di Argent e data la situazione di svantaggio per me e per Giacomo, ha ben pensato di fornirci una pistola semi automatica a testa.
Siamo in macchina con Lydia, Stiles e appunto Derek e gli ultimi due, da quando siamo partiti, non hanno smesso un attimo di parlare, illustrandoci il meccanismo di utilizzo di quell'arma e discutendo poco amorevolmente su chi fosse più informato.
<<Avrebbero sicuramente capito se mi avessi permesso di spiegarglielo.>> articola Stiles, alludendo al fatto di essere più preparato, poiché istruito fin da piccolo da un padre poliziotto.
<<Se fossi stato zitto almeno un secondo sicuramente avrebbero capito di più.>> ribatte il burbero Hale, rivolgendo all'altro uno sguardo truce.
Non posso non pensare alla conversazione avuta tempo fa con la banshee, dove mi spiegava il cambio di "direzione" dell'uomo mazza, per colpa del qui presente lupo.
Provano un bene immenso l'uno nei confronti dell'altro, eppure non possono fare a meno di litigare per ogni singolo inghippo.
La loro visione è peggio di quella di una vecchia coppia sposata.
<<Tranquilli, ho capito come si usa e penso ci sia arrivato anche Giacomo.>> affermo ridacchiando, interrompendo il nascente battibecco.
<<Siete peggio di una vecchia coppia sposata.>> dichiara Lydia, dando aria ai miei pensieri.
Derek sbuffa, allungando la mano per passarmi la pistola, ma io esito prima di prenderla.
Non vorrei essere costretta ad usarla,ma il brutto presentimento che sentivo qualche ora fa non ha mai smesso di farmi notare con insistenza la sua presenza.
È nascosto, annidato in un angolo del mio cervello, cosicché io non possa prenderne pienamente coscienza, ma al contempo si diverte ad oscurare ogni mio pensiero positivo nascente.
Non so se faccia parte dei residui del mio essere banshee o sia solo una mia distorta sensazione, così evito di promulgare i miei pensieri, poiché il risultato sarebbe solo quello di turbare maggiormente gli altri, per colpa di un mio macabro e infondato presagio.

<<Siamo arrivati.>> annuncia Stiles in tono serio, l'espressione contorta dall'angoscia.
Scendendo dalla jeep veniamo subito accolti da piccole e fastidiose gocce d'acqua che inumidiscono in poco tempo le nostre teste e i nostri vestiti e a mio parere, sembrano intenzionate ad aumentare di numero e di dimensione ogni secondo che passa.
Non possiamo permetterci il lusso di utilizzare degli ombrelli, così tiro su il cappuccio e mi stringo nella felpa nera prestatami da Lydia, alla ricerca di un po' di calore.
<<Bene ragazzi...>> ci richiama Scott, posizionandosi al centro di questo scoordinato gruppo.
<<...ci sono dodici grandi magazzini da perlustrare. Ci divideremo in due gruppi: io, Liam, Jackson, Lydia, Derek e Ethan ci occuperemo dei sei sulla destra, tutti gli altri di quelli sul lato sinistro. Siate cauti, ricordate che meno ci facciamo notare meglio è per noi, ma soprattutto, ricordatevi l'obiettivo principale, ovvero trovare Corey.>> conclude congedando ognuno alle proprie mansioni.
Mi avvio verso i cancelli che permettono di entrare nell'area designata, ma nel voltarmi per accertarmi di essere seguita dagli altri faccio in tempo a notare Giacomo sussurrare qualcosa all'orecchio del nostro alpha e ciò mi incuriosisce parecchio.
Dannato udito amplificato da lupo mannaro scomparso.
Ammetto che essere fornita di certe doti semplificava i normali atti sopravvivenza, quindi sarò sincera nel dire che già mi mancano.

In Another WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora