Finalmente una sensazione familiare!
L'acqua calda, quasi bollente che scorre sul mio corpo, l'odore dello shampoo al miele e camomilla, il calore che fa appannare i vetri.
Dopo l'inizio frenetico di questa mattina ne avevo proprio bisogno.Sono sotto il forte getto del doccino da così tanto che ho perso il senso del tempo.
Mi decido finalmente ad uscire, avvolgendomi un asciugamano addosso e utilizzando un altro per sfregarmi i capelli.
Il grande specchio sopra al lavandino è totalmente appannato, così con una mano sfrego la superficie liscia e umida, per incontrarmi infine col mio riflesso.
Mi scruto attentamente il corpo, la pelle rigata dalle poche gocce d'acqua scampate al tessuto bianco e soffice.
Ammetto di essere dimagrita in questo ultimo mese, con la vita frenetica dagli orari scombinate da me iniziata, i pasti a volte saltati.
Le mie curve sono sempre presenti, ma ora sono più accentuate, come se ogni giorno praticassi qualche tipo di sport.
La mia pelle è morbida, graffi cicatrici e lividi che prima erano costanti su di essa sono svaniti.
Per questo devo ringraziare la licantropia.
Il mio sguardo continua a scorrere su tutto il corpo riflesso nello specchio che neanche sembra il mio, poi si sofferma sul mio volto.
La licantropia aiuta molto ammetto, ma non fa miracoli.
La mia faccia fa trasparire chiaramente la stanchezza, data dalle svariate notti insonni.
I capelli bagnati incorniciano il volto del riflesso, denotando lineamenti che precedentemente non esistevano.
Questa non sembro io.
Mi piace in realtà, mi sento e mi vedo molto più bella di come ero, ma non riesco a sentirmi totalmente me stessa.L'entrata nel bagno da parte di Lydia in accappatoio mi riscuote, non che mi imbarazza leggermente.
Armeggia un po' con dei flaconi colorati sotto al mio sguardo vigile, poi mi si avvicina, mettendomi una mano sulla spalla e facendomi voltare nuovamente verso lo specchio.
<<Sei bella.>> mi sussurra in un orecchio, come se avesse letto i miei pensieri, poi senza aggiungere altro lascia cadere a terra l'accappatoio ed entra in doccia.
Scruto un'ultima volta il mio riflesso con molta attenzione e infine mi ritrovo a sorridere, pensando che questo cambiamento in realtà, non è per niente sgradito.<<Già qui? Pensavo fossi impegnata nel terminare l'acqua calda del mondo.>> mi deride Giacomo appena faccio il mio ingresso in salotto.
Sto per rispondergli a modo, ma degli evidenti particolari catturano la mia attenzione.
<<Perché sei legato ad una sedia con delle catene?>> domando stranita.
<<Perché non mi fido.>> mi risponde Stiles entrando nella stanza.
Annuisco, prendendo poi una sedia differente e posizionandomi di fronte al moro, mentre l'umano rimane in piedi dietro di me.<<Ci siamo tutti?>> domanda Scott guardandosi intorno.
Dopo aver udito qualche verso di assenso, comincia con l'interrogatorio.
<<Allora, dici tutto quello che sai.>>
<<Ho un dejavù.>> scherza Giacomo, un sorrisetto beffardo sul volto.
Mi ricorda vagamente l'ormai dimenticato Theo diavolo Reaken.
<<Ti conviene parlare, oggi non mi sento particolarmente clemente.>> lo minaccia la chimera.
Come non detto.
<<Credi di farmi paura?>> lo sfida il moro.
<<Cerchi forse di provocarmi?>>
<<Può darsi.>>
<<Tu non sai di cosa sono capace...>>
Al breve dialogo si aggiunge una risatina divertita proveniente da Mason.
<<Amico, dopo quello che gli hanno fatto la Monroe e i suoi uomini penso proprio che non abbia più paura di niente.>>
<<Solo perché non mi ha mai visto arrabbiato!>> esclama Liam avvicinandosi minacciosamente all'ostaggio.
<<Ragazzi, manteniamo la calma.>> dice Scott, cercando di placare gli animi, ma ormai la miccia è accesa.
La piccola discussione continua e i toni dei ragazzi diventano via via più minacciosi e molto meno pacati.
Sto per intervenire a favore di Giacom- di Theo, intendevo di Theo, ma un colpo di tosse cattura la mia attenzione.
Un solo nome da me pronunciato fa bloccare il respiro a tutti, interrompendo definitivamente il nascente litigio.
<<Malia!>>
La discussione sfuma all'improvviso, lo sguardo di ognuno di noi puntato insistentemente sulla gracile figura della coyote, che lentamente e a fatica tenta di scendere le scale.
Scott è subito da lei e riesce a prenderla in braccio prima che possa perdere l'equilibrio.
La fa sdraiare delicatamente sul divano, come se si trattasse e di un pezzo di raro cristallo e le fa poggiare la testa sulle sue gambe.
Subito tutti ci spostiamo intorno alla ragazza, Giacomo già rivolto con la sedia in quella direzione.
Io rimango immobile di fianco a quest'ultimo, i sensi di colpa che tornano a perseguitarmi.<<Non è stata colpa tua.>> mi sussurra il moro.
Perfetto, oggi è la giornata "leggi i pensieri di Elisa"!
<<E come lo sai?>> domando sussurrando a mia volta.
<<Perché tu sei buona.>>
Mi volto, incontrando i suoi occhi scuri e non posso fare a meno di accennargli un sorriso riverente.Un altro colpo di tosse riporta la mia attenzione sulla coyote e decido di avvicinarmi di qualche passo.
<<Malia, mi senti?>> le chiede l'alpha preoccupato più che mai.
Un flebile sì esce dalle sue labbra, ma quello che mette tutti in allerta è una stilla di uno strano liquidò nero che inizia ad uscirle da una narice.
L'odore penetrante e inconfondibile di strozza lupo inizia a riempire la stanza, facendomi indietreggiare.
<<Che cosa ti ha fatto quella->>
La frase minacciosa di Jackson viene interrotta da un altro forte colpo di tosse da parte della ragazza, ma questa volta non esce solo aria.
Il liquidò nero ora bagna amaramente anche le sue labbra e riesco a notare una goccia maligna che le esce da un orecchio, tentando di sporcarglielo.
<<Qualcuno chiami Deaton!>>
Stiles estrae prontamente il suo cellulare dalla tasca dei jeans, cercando di comporre il numero del veterinario senza tremare troppo, allontanandosi poi per poter conversare.
Gli angoli della bocca della coyote si piegano verso l'alto e una risata amara le scuote il torace.
<<Non fa niente, va tutto bene...>> la sua voce ridotta ad un sussurro.
<<No, non va tutto bene!>> ribatte Scott spostandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Lydia, ormai ridotta completamente in lacrime, mi si avvicina, attirandomi in un debole abbraccio.
Le accarezzo la schiena, cercando di donarle un po' di conforto, mentre continuo ad assistere alla straziante scena, uscita dalla macabra commedia che è la vita.<<Dice che sta arrivando.>> annuncia Stiles riferendosi al veterinario, ma nuovamente Malia ride.
<<Non c'è più niente da fare. Non posso tornare in vita una seconda volta, giusto?>>
Gli occhi di tutti sono lucidi e pieni di tristezza.
Noto una lacrima percorrere lentamente una delle gote di Liam, che frettolosamente tenta di asciugarla con la manica della felpa rossa leggera, ma invano, poiché in seguito diventano due, tre, poi quattro...
Una lacrima non può fare a meno di bagnare anche la mia guancia fredda, ma non la fermo, le lascio completare il suo percorso e lentamente mi bagna il viso, per poi passare al collo.
Viene asciugata solo dal tessuto blu scuro della mia maglietta e improvvisamente la doccia da poco fatta diventa inutile.
Mi sento sporca come non lo sono mai stata e anche se tutti si ostinano a difendermi, ad affermare che non ho colpa, non posso fare a meno di sentirla bruciare dentro, all'altezza dello stomaco.
Un senso di nausea mi riempie la bocca, facendomi venire voglia di scappare da tutto questo dolore, ma non si può.
Non si può scappare dal dolore, non se ti appartiene quanto il corpo, non se ti circonda l'anima come un alone oscuro, che ti blocca la vista e il respiro.Effettivamente, la mia vista si sta realmente scurendo e la faccia intimorita della banshee mi fa pensare di non essere la sola in questa situazione.
Immagini confuse iniziano a susseguirsi davanti a me, che mi mostrano ciò che è realmente accaduto a Malia, cosa ha dovuto realmente subire e il senso di nausea precedente non può che aumentare minacciosamente.Vengo riscossa dalle visioni grazie alla impaurita voce di Giacomo.
<<Ancora no! Non di nuovo!>>
Mi sposto di fronte a lui mettendogli le mani sulle spalle e chiamando il suo nome.
I suoi occhi sono velati da una patina opaca, colma di terrore, ma scompare quando per la terza volta cerco di catturare la sua attenzione, riportandolo alla realtà.
<<Lasciami!>> mi impone, iniziando a dimenarsi.
Indietreggio di qualche passo, ma prima che possa tentare di calmarlo riesce a liberarsi da quelle pesanti catene e a correre fuori di casa.Mi volto, ma la scena traspare ancora più agonia di prima.
Scott piange come un bambino, accarezzando la testa della coyote, anch'essa in lacrime, ma le sue ricordano il colore della pece.
Lydia è salita al piano di sopra, ove posso distinguere i suoi innumerevoli singhiozzi, Ethan e Jackson si sono spostati in cucina, tentando di rassicurarsi a vicenda, per non cadere nel baratro della disperazione più totale.
Tutti si sono allontanati, tutti cercano di allontanare l'immenso dolore che si espande rapidamente, ma quello che non sanno è il luogo in cui si sta facendo strada.
Il cuore, il dolore sta prendendo possesso del cuore di ognuno di questi ragazzi, che assistono nuovamente alla morte di un'amica.
Una percezione straziante, che riesce a demolire ogni armatura.
L'impotenza che mi caratterizza in questo momento è forse la sensazione peggiore, quella più lacerante.Non sapendo che altro fare, non potendo fare altro, esco anche io da questa oggettivamente bella casa, ma in questo momento così ricca di supplizio, addentrandomi nel bosco, in attesa che il peggio accada.
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In Another World
FanfictionE se ti ritrovassi improvvisamente catapultato nel mondo di Teen Wolf? Dal testo: > ammette tornando seria. Ha lo sguardo di chi sa che cosa accadrà, lo sguardo che solo una portatrice di morte può avere e con queste poche parole, riesce a spaventar...