Capitolo 2

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Capitolo 2
"Destino crudele"

Cosa cavolo ti avevo detto, Greta? Adesso come minimo mi porti e fare shopping e mi compri tutto quello che voglio con quello che ti ho sopportato.

E' stata la serata migliore di sempre e tu sei la sorella migliore di sempre!

Ehm, lo so.. non serve che tu me lo dica ora. Ma grazie.

Resti la solita montata comunque, ma ti adoro.

Chiudo il cellulare con un sorriso da un lato all'altro del viso, è venerdì mattina e Greta ieri sera non è rientrata a casa, immagino si sia fermata da lui dopo la sua proposta di matrimonio.

Dal corridoio sento un buon profumo di cannella, sono gli inconfondibili biscotti di mia madre. Scendo le scale di corsa, la trovo con la faccia piazzata davanti al forno e il cellulare incollato all'orecchio.

"Certo, quindi per i fiori? No, perchè a me servono rosa" la sento blaterare. "Ho capito che non è un battesimo ma mia figlia vuole tutto rosa!"

Scoppio a ridere entrando in cucina e solo allora mia madre si accorge di me. Mi accoglie con un grande sorriso, non posso credere che stia già parlando con la fiorista per il matrimonio di Greta.

Inzuppo un biscotto nel caffè quando entra anche mio fratello in cucina, bacia la guancia di mia madre e sbircia nel forno. Il suo sorriso si allarga ed esulta in silenzio.

"Allora,una è andata" socchiude gli occhi. "Della seconda quando ci liberiamo?"

"Come scusa?!" stringo le braccia forti al petto, visibilmente offesa. "Hai trent'anni, dovresti essere tu quello che si sposa".

Christian si mette a ridere.
"Il giorno in cui mi sposerò nevicherà con il sole, Lara" mi risponde versandosi del caffè e sparendo di nuovo dalla cucina.

Sbuffo, spero vivamente che il fatto che Greta si sposi non significhi sorbirmi moine da tutti i miei familiari. Come possono anche vagamente pensare che mi sposi?

Con chi? L'unico che mi sopporta è il nostro gatto e spesso anche lui soffia poco disposto ad ascoltarmi.

Guardo l'ora. E' tardissimo e tra meno di mezz'ora ho lezione.

Corro in camera, mi infilo un paio di jeans ed una t-shirt nera con sopra il giacchetto di jeans. Prendo lo zaino e ultimo capelli e trucco come meglio posso prima di uscire di casa.

L'aria di Torino è frizzante questa mattina e mi punge il viso. Metto in moto l'auto e guido fino al parcheggio del campus.

All'ingresso trovo Elèna ad aspettarmi, mi fa un ampio cenno di saluto con la mano mentre cammino nella sua direzione

"Ciao, splendore" mi bacia le guance. "Come te la passi?"

"Benissimo" sorrido. "Alberto ieri sera ha chiesto a Greta di sposarlo, ho la casa un po' sottosopra" le spiego gesticolando animatamente con le braccia.

"Finalmente! Da quanto stanno insieme.. tipo una vita?" scherza.

"Beh, non tanto meno. Comunque conosci mia madre, è letteralmente impazzita" le racconto e lei ride divertita.

Conosce bene la mia famiglia, seguiamo gli stessi corsi all'Università sin dal primo giorno ed è sempre stata la mia compagna di appunti, di esami e di lezioni da tre anni a quest parte.

"Devo confessarti una cosa, però ti prego.. non odiarmi" mi supplica afferrandomi il braccio mentre continuiamo a camminare.

"Se mi dici che non ti sei rimessa con Marco allora puoi dirmi qualunque cosa" annuisco leggermente intimorita.

"Certo che no!" urla quasi offesa. "Mio zio mi ha chiesto di aiutarlo con il regalo di compleanno per mio cugino, dice di aver trovato due biglietti ma che lui non può andarci perchè quella sera lavora".

"Biglietti per cosa?" le domando non capendo. "Gli piacciono i Coldplay ma non credo che sia riuscito a prendere i biglietti, insomma.. sono andati esauriti in dieci minuti!"

Elèna scuote la testa e si passa una mano fra i capelli biondi, si morde nervosamente la parte interna della guancia e abbassa lo sguardo.
"Si tratta di due biglietti per la partita della Juventus di domani sera"mormora.

Sgrano gli occhi e mi fermo di sasso in mezzo al corridoio facendomi maledire dal ragazzo che mi camminava dietro.

"Che cosa cavolo stai dicendo?"

"Lo so che ora mi vorresti uccidere, anche io pensavo che i biglietti fossero a prezzi folli e.."

"Tu vai a vedere la Juventus?!" quasi grido fissandola negli occhi.

Elèna si morde il labbro e annuisce lentamente come se avesse timore che possa esplodere una bomba ad un suo minimo movimento.

"Ma tu non ci capisci niente di calcio, non ti piace.. mi spieghi cosa diamine ci vai a fare?!" le chiedo sconvolta.

"Te l'ho detto, è un favore che faccio a mio zio" alza le spalle. "Ma mi dispiace che debba andare io che come dici te non capisco niente di calcio".

Mi passo le mani sul viso, non credo si possa essere più sfortunati di così.
Ho cercato quei biglietti per giorni ma con tutti gli abbonati i posti liberi si sono ridotti a poche migliaia e ovviamente quando ho guardato erano già tutti finiti. Elèna non sa nemmeno di che colore sia una palla da calcio, diamine.

"Non odiarmi" supplica.
"Non odio te,odio il destino" le rispondo affranta. "Non so come riuscirò mai ad ottenere un biglietto, esauriscono in due secondi"aggiungo.

Elèna ed io raggiungiamo la nostra aula ed io non faccio altro che pensare alla partita che si vedrà bella tranquilla dal vivo mentre io dallo schermo di un televisore.

"Ma scusa,non poteva andare tuo padre?" le domando.

"No, volevo andarci io" mi risponde alzando una spalla.

"E perchè? Voglio dire.. lo conosci l'inno, vero?" chiedo parecchio dubbiosa sulla risposta.

"Certo che no" alza gli occhi al cielo.

"Ma, Lara.. vedrò Dybala dal vivo per un'ora e mezza"mi risponde posandomi una mano sulla spalla.

Resto zitta. Era ovvio che non andasse per la partita, si gusterà Dybala sudato mentre corre, sorride e magari segna pure.
Quanto la invidio, cazzo.

Eccomi qui bellissime! E'venerdì finalmente!
Sono molto felice che il primo capitolo vi sia piaciuto, i commenti positivi che ho ricevuto mi hanno riempita di gioia, grazie mille!
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere.
Buon fine settimana a tutte!

La parte migliore di me(Paulo Dybala)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora