Capitolo 35

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Capitolo 35
"Fuoco che arde"


Non lo avrei saputo spiegare,non era razionale.
Mi tremavano le gambe ma il cuore rideva. Quindi sì, andava bene così.

Per il resto della serata l'aria si era fatta più acre in parte, di certo non si poteva pensare che non ci sarebbe stato dell'imbarazzo.

Ci siamo messi a guardare un film, onestamente non ricordo nemmeno il titolo, perchè guardare con la coda dell'occhio Paulo e sorprenderlo a fissarmi era meglio di qualsiasi film.

Prendo la giacca, l'aria gelida della notte mi sbatte contro il viso facendomi infiammare la punta del naso.

Paulo decide di guidare la mia macchina e dice che tornerà a casa a piedi,che gli piace camminare di notte tra il buio e il silenzio.

"E' uno dei pochi momenti in cui sono veramente solo" mi ha detto.

Guida fino al portone di casa mia con la radio tenuta bassa e la mano sul cambio.
"Grazie per la serata" sorrido mentre recupero le chiavi.

"Grazie a te per avermi salvato da un'inondazione" mi fa l'occhiolino ed io non posso fare a meno di ridere. "Ci sentiamo domani mattina?"

"Certo".

"Domani sera c'è la partita, sarebbe gentile da parte tua se mi accompagnassi" si piega verso di me e mi guarda con quegli occhi ed io mi chiedo se qualcuno ha mai avuto il coraggio di dirgli di no.

"Non potrei mai rifiutare" annuisco estasiata.

Sarebbe la prima volta allo stadio con lui da quando stiamo insieme, sarebbe la prima volta che lo vedo giocare pensando di essere la sua ragazza.

"Ma ci sono ancora posti in curva?" domando dubbiosa e i suoi occhi azzurri si sgranano.

"Tesoro, tu non ci puoi andare in curva!" esclama come se avessi appena bestemmiato.

"Guarda che ci sono sempre andata e non è affatto un posto malfamato come si dice. Sono simpatici, certo i capi ultras sono fuori di testa ma credo sia normale" alzo le spalle. "Io allo stadio voglio cantare, voglio esultare e non c'è posto migliore della curva per farlo".

Paulo mi guarda come se fossi una pazza, resta immobile per un po' fino a quando non si riprende e scuote bruscamente la testa.

"No ascolta, sei andata in curva perchè eri una normale tifosa".

"E cos'è cambiato?"

"Non avrei alcun problema a farti andare in curva se non sapessi che è pericoloso. Sei la mia ragazza adesso, non puoi andare da sola là in mezzo".

Stringo le braccia sotto al seno. Non avevo pensato alla possibilità di non poter più andare in Curva Sud solo perchè sto con Paulo, ma dentro di me so perfettamente che ha ragione.

E' strano pensare che mi potrebbe capitare qualcosa solo perchè sto con lui adesso.

"Quindi dovrei andare in tribuna a bere vino, mangiare tartine e cose del genere?"

"Ma che tribune conosci tu?" mi prende in giro pizzicandomi una guancia. "Ti assicuro che esultano come pazzi dove ti troverò il posto io, anzi.. lascia fare a me e mi ringrazierai".

Resto interdetta per un secondo ma alla fine sono costretta ad arrendermi e ad accettare.

In realtà non mi dispiace affatto la tribuna, si sta comodi e si vede benissimo il campo, in pratica è impossibile perdersi un'azione.

La parte migliore di me(Paulo Dybala)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora