Capitolo 16

6K 187 19
                                    

Capitolo 16
"Fuori"

Il campo è davvero in pessime condizioni stasera. Non so se sia per colpa della pioggia caduta questa notte o se non lo abbiano curato al meglio, ma la cosa certa è che ci sono zolle staccate ovunque e la palla rimbalza da schifo, quando rimbalza.

"Okay, ragazzi cosa abbiamo detto? Juan viene verso il centro, il loro numero tre si abbassa per coprirlo ed è lì che dobbiamo colpire" dice il mister levandosi la giacca, come sempre agitato.

Noi annuiamo. Stiamo vincendo, ha segnato Miralem su punizione dopo pochi minuti ma non stiamo giocando molto bene.

Non mi piace trovare scuse, ma sto facendo davvero fatica stasera e spero che il mister non si penta di avermi messo in campo dal primo minuto.

Stiamo per uscire dagli spogliatoi per il secondo tempo quando Roberto mi chiede di raggiungerlo.

"Va tutto bene, Paulino?"

"Si, scusatemi" scuoto la testa. "Non mi trovo molto bene con questo campo e il piede mi fa un po' male" gli dico indicandomi la caviglia sinistra.

Lui si piega e la massaggia qualche decina di secondi prima di metterci del ghiaccio.

"E' una botta probabilmente. Cerca di evitare le zolle, la parte verso destra è la più rovinata" mi spiega indicando il campo verso la porta coperta da Alex.

Annuisco, il mister mi chiama a gran voce ed io entro di nuovo.

-

La partita è appena finita, non siamo riusciti a segnare altri gol e per questo siamo un po' amareggiati.

Sono quelle partite in cui crei cento occasioni ma solo un tiro va dentro e allora devi concentrarti sulla fase difensiva per non rischiare di pareggiare.

Il mister si arrabbia quando segnamo poco, infatti appena entrati negli spogliatoi ci fa una bella predica.

"Ora lavatevi e preparatevi a ripartire. Domani avrete il giorno libero per riposarvi, okay?"

Cambio le scarpe, i pantaloni con quelli della tuta e una felpa nera con il cappuccio.

Chiudo il borsone e aspetto che anche gli altri si cambino per uscire.

Questa sera non devo fare interviste, se ne occuperanno Daniele e Gonzalo

Aspettiamo che il mister finisca la conferenza e raggiungiamo il pullman.

Il viaggio è tranquillo, molti di noi dormono con le cuffie sulla testa. Altri leggono un libro, io mi perdo a guardare le macchine in autostrada che ci scorrono affianco fino all'aeroporto.

Aspettiamo mezz'ora prima che ci lascino portare in stiva i nostri bagagli e solo alle due di notte passate decolliamo.

Federico si siede vicino a me, una volta raggiunta la cosiddetta "quota di crociera" accendo il cellulare e lo collego alle cuffie per ascoltarmi un po' di musica.

"Allora, non hai niente da raccontarmi?" mi domanda Federico mentre recupera un libro.

Sorrido, "Me lo aspettavo da te".

Non fa in tempo a rispondermi che lo schermo del mio cellulare si illumina, è una chiamata da parte di Antonella.

Non mi ricordo mai del fusorario, a quest'ora avrà semplicemente finito di cenare.

"Eccomi, Anto" rispondo sottovoce.

"Scusa, non mi ricordo mai del fuso e non capisco quando posso chiamarti" le spiego chiudendo gli occhi.

La parte migliore di me(Paulo Dybala)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora