Capitolo 74

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Capitolo 74

Probabilmente se qualcuno mi vedesse in questo momento si spaventerebbe e pure tanto. Mi porto una mano all'altezza del collo, mi brucia la gola, stringo appena i polpastrelli e mi schiarisco la voce.

Lara mi guarda in silenzio, ma è come se potessi sentire tutto il casino dentro di lei che ora sta nascondendo restando muta.

"Sei incinta" ripeto socchiudendo gli occhi. "Dìos, proprio adesso".

Lei si stringe le braccia attorno al corpo, come in un gesto di protezione e socchiude gli occhi. "Non si decide quando succede".

Faccio un passo nella sua direzione, le sfioro una guancia con la mano e lei chiude gli occhi di scatto a quel contatto.

Non so cosa fare.

Allungo la mano fino a raggiungere il cappotto all'altezza dell'ombelico, sfioro il tessuto. Infilo la mano sotto il piumino freddo, sento il pizzicare del maglione.

Ho i crampi allo stomaco, è incinta ed è mio figlio questo. Ed io lo sto per perdere.

"Non posso crederci" mormoro quasi senza accorgermene, dando voce ai miei pensieri.

Porto di nuovo la mano sul suo viso, una lacrima mi bagna il pollice, appena sotto al suo zigomo sinistro.

"Io non... non so cosa fare, questo bambino... non posso fermare una trattativa per questo. A nessuno interessa di questo, lo sai non è vero?"

Al momento sono terrorizzato.

"So che questo non cambierà niente, ma era giusto che tu lo sapessi". Resto in silenzio, ho un aereo per Madrid domani. Devo parlare con la dirigenza, con il mio agente... devo assolutamente trovare una soluzione.

Sarebbe tutto più facile se Lara decidesse di partire con me, ma so che oggi questo non è possibile. Ma nel calcio, le relazioni interpersonali non contano mai purtroppo e se la mia ragazza non mi vuole seguire in Spagna con mio figlio, questo non è un problema della società, ma solo mio.

"Perché non vieni via con me?" le chiedo con la voce rotta. "Io questo bambino lo voglio, voglio te... voglio una nostra famiglia. Vieni a Madrid, ricostruiremo tutto da li. Insieme".

Lara mi guarda con gli occhi velati dalle lacrime, si sposta una ciocca di capelli dal viso. "Lo sai che non posso. Perché non resti qui con me?"

"Perché non dipende da me" sgrano gli occhi. "Se potessi scegliere io lo avrei già fatto da molto tempo".

Lara stringe le labbra fra di loro, mi prende la mano e la scosta dal suo viso. "Se vuoi questo bambino resta con lui, se vuoi me resta a Torino. Nessuno può trascinarti a Madrid contro la tua volontà, Paulo".

Si allontana, recupera la borsa dalla panchina e mi guarda da sopra la spalla con la coda dell'occhio.

"Cosa dovrei fare secondo te? Incollarmi alla pista di decollo, spiegami!"

Lei resta in silenzio per qualche secondo, prima di annuire. "Perché no?"

***

So che forse il comportamento che sto avendo nei confronti di Paulo può sembrare quello di una ragazzina, ma al momento non riesco a ragionare in maniera lucida.

Paulo mi ha accompagnata a casa, sono stata io a chiedergli di farlo. Mi ha promesso che andrà dalla dirigenza a parlare, per spiegare la situazione.

Non so cosa ne ricaverà, so solo che sono stanca di essere in balia delle decisioni di altri.

Mi arriva un messaggio dopo pochi minuti.

La parte migliore di me(Paulo Dybala)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora