Capitolo 15

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Capitolo 15
"Ci sentiamo presto, vero?"

"Aspetta, rimandami la prima foto".

"Elèna, ti ho detto che l'ho scartato quello".

"Secondo me sono meglio gli stivali della prima".

Impreco sottovoce, credo che questa storia mi farà letteralmente andare fuori di testa. Il mio armadio non mi sopporta più, sono qui esattamente da un'ora e non so ancora cosa mettermi.

Ieri sera è arrivato quel messaggio, ero con mia sorella, che di questa storia (se così si può dire) non sa assolutamente nulla e all'improvviso non ho più capito niente.

Arrivata a casa ho chiamato Elèna che è impazzita più di me ed ora siamo qui, in video chiamata come le liceali al primo appuntamento.

"Mi chiedo perchè voglia vedermi".

"Perchè ti trova simpatica, te l'ho detto! E in più sei bella" mi risponde lei come se fosse ovvio.
Non è affatto ovvio.

Paulo Dybala mi ha invitato a fare colazione con lui. Il calciatore. Io, Lara Giurati.

"Così, che ne dici?"

Faccio un passo verso lo specchio dell'anta dell'armadio e giro su me stessa.
"Questo ti sta benissimo!"

Mi guardo ancora cercando di intravedere difetti. Noi donne siamo così, cerchiamo sempre i difetti per paura che gli altri non ci vedano perfette.

A volte penso che dovremmo imparare che non possiamo essere perfette, ma dentro di me so che è impossibile prendere questa consapevolezza.

Mi passo le mani sui fianchi dove il pizzo della camicetta grigia esce dai pantaloni bianchi stretti. Alzo la zip degli stivaletti scuri e faccio un altro giro, non sono così male.

"Lara, sei bellissima. Ora non rovinare tutto con uno dei tuoi cardigan e andrai alla grande" dice Elèna interrompendo i miei infiniti minuti di silenzio.

La guardo dal basso con un sorriso. E' davvero un'ottima amica.

Lei è molto sicura di se e questo è davvero un bel pregio che le ho sempre invidiato.

Non posso dire di essere totalmente insicura io, ma di certo non riesco a considerarmi tanto bella quanto forse gli altri pensano.

Guardo l'orologio al polso, sono le nove e Paulo mi ha detto di trovarci in un bar vicino alla stazione tra mezz'ora.

Non riesco nemmeno a credere a ciò che sto dicendo.

"Elèna, devo mettermi in macchina se non voglio restare imbottigliata" dico recuperando il cellulare.

"Muoviti, voglio tutti i dettagli appena torni".

"Assolutamente" le sorrido chiudendo le ante dell'armadio. "Grazie per l'aiuto, sei la bionda del mio cuore".

Lei alza gli occhi al cielo facendomi sfuggire una risata e chiude la chiamata.

Metto il cellulare in borsa e recupero le chiavi della mia auto, felicemente riparata grazie al bonifico più che generoso di un benefattore.

-

Timbro il parcheggio e guardo l'insegna del bar di fronte a me.

Paulo ancora non c'è ed io, da brava rappresentante del genere femminile, non ho alcuna intenzione di arrivare prima di lui.

Una Jeep nera accosta a circa venti metri dall'ingresso e il mio cuore inizia a battere più forte perchè la riconosco.

Paulo scende dalla parte del guidatore, si sistema il berretto di cotone grigio e gli occhiali da sole (palesemente messi per non dare nell'occhio visto il tempo).

La parte migliore di me(Paulo Dybala)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora