Capitolo 78

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Capitolo 78

"Quindi tu eri seria quando dicevi che non me lo avresti detto?"
Alzo lo sguardo dal mio romanzo, piego gli angoli delle labbra in un piccolo sorriso mentre incrocio lo sguardo di disappunto di Paulo. Sta seduto sullo sgabello della cucina, attorno all'isola, mangiando una tazza piena di latte e cereali.

"Non dovresti smetterla di mangiare e prepararti per l'allenamento tu?" gli domando a mia volta piegando leggermente a lato la testa.

Lui si tampona la bocca con un tovagliolo senza staccarmi gli occhi di dosso.

"D'accordo, se vuoi giocare allora sappi che sarò il tuo peggior avversario".

Alzo gli occhi al soffitto prima di abbandonare il mio libro sul divano e camminare lentamente verso di lui.

"Forza non fare il bambino capriccioso" gli porto le mani sulle spalle avvicinandomi tanto da far sfiorare le punte dei nostri nasi. "Ti prometto che tra poco lo saprai, okay? Non lo scoprirai al parto".

"Ci mancherebbe altro!" esclama quasi offeso sgranando gli occhi.

Mi sfugge una risatina, gli appoggio un bacio sulla punta del naso prima di allontanarmi di qualche metro.

"A proposito del parto, tu lo sai che io..." fa una piccola pausa, come se stesse pensando alle parole migliori da usare in questo caso. "... potrei non essere esattamente cosi tanto coraggioso come tu credi" conclude gesticolando goffamente.

Mi appoggio con la base della schiena al ripiano della cucina. Se devo essere onesta non ho ancora pensato al giorno del parto.

Non perché non sia importante, anzi, ma perché ammetto di avere un po' di ansia.

Non vedo l'ora di diventare mamma, ma l'idea di partorire mi crea qualche timore che alla prima esperienza penso sia normale avere.

Fino ad ora però non ho mai pensato se ci fosse stato o meno Paulo con me. Non ne abbiamo mai parlato prima d'ora.

Paulo ha sempre momenti strani per affrontare certi argomenti. Come ora, le 9.30 del sabato mattina.

"Non ti preoccupare, gran coraggio. Me la caverò".

Spero. Ecco.

Paulo accenna ad un sorriso, "Comunque, nel tempo libero, nonostante tu non mi voglia dire il sesso... io ho pensato a dei nomi" aggiunge tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un bigliettino piegato su se stesso.

lo appoggia sull'isola a metà strada, mi piego in avanti per raggiungerlo appoggiando entrambi i gomiti al marmo.

"Cavolo, la nostra terapista sarebbe fiera di te".

Da circa un mese io e Paulo siamo seguiti da una terapista di coppia, l'idea non è stata nostra – ovviamente – ma di mia madre, e Alicia ha approvato entusiasta.

Loro credono che essere seguiti da un esperto sia fondamentale prima di diventare genitori per la prima volta, soprattutto nel nostro caso in cui la mamma ha molte più responsabilità essendo la presenza del papà più rada per il lavoro.

"Leggili finchè sono all'allentamento, okay?" mi domanda raggiungendomi. Mi appoggia una mano dietro la nuca e una sulla pancia, prima di lasciarmi un bacio sulla tempia e un secondo sulle labbra.

Io annuisco, aspetto che esca con il suo borsone e poi apro il bigliettino.

M: Julian, Theo, Davide, Michael, Andreas (potrei itialianizzarlo in Andrea per farti contenta).
F: Joelle, Sofìa, Alice, Carol.

Rileggo i nomi più di una volta.

Bene. Dovrò trovare un modo per dirgli che sono tutti bocciati.

***

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"Sai che, da quando sei incinta, sei più bella?"

Mel mi sorride, mentre fotografa il nostro aperitivo (rigorosamente analcolico) per postarlo in una storia Instagram.

Elèna dall'altro lato del tavolo sorride a sua volta, "E con tutta questa bellezza, dobbiamo organizzare una festa con i fiocchi per la meravigliosa pera succosa".

Mia sorella Greta fa una smorfia di approvazione, "So che non vuoi una torta a strati e mi hai bocciato anche l'idea dei coriandoli colorati... ma dev'essere qualcosa di originale, quindi dato che bocci tutte le mie idee coraggio, dicci la tua".

Mi porto la cannuccia del cocktail all'ananas alla bocca succhiandola, penso che mi dovrò arrendere all'idea di un trashissimo baby shower o non mi lasceranno mai in pace.

"Okay, vi accordo palloncini colorati e una torta, ma che sia piccola e senza coloranti, li odio" dico puntando l'indice contro mia sorella.

Greta ed Elèna si guardano strizzandosi l'occhiolino e dandosi un sonoro cinque con la mano.

"Sapevo che avresti cambiato idea" mi dice la mia amica.

Mel ridacchia, "Sai, io sono uruguayana ma in sud America il baby shower è una tradizione. Non lo chiamiamo così, ma ci piace dare una festa per annunciare il sesso del bambino" mi spiega. "Quindi sono certa che piacerà anche a Paulo".

Sospiro, forse l'idea di questa festa non è poi cosi male, soprattutto se renderà felice Paulo.

Ci incamminiamo per le vie del centro alla ricerca di palloncini colorati, festoni e tovaglioli in tinta. Scelgo la mia pasticceria preferita di Torino per ordinare il dolce preferito di Paulo, millefoglie al cioccolato. Fortunatamente Greta si offre di preparare lei un piccolo buffet, perché non ho la minima voglia di contattare un servizio catering.

"Quando l'evento?" domanda la pasticcera prendendo un'agenda.

Greta, Elèna e Mel mi guardano, sembra che almeno per quanto riguarda la data io abbia piena voce in capitolo.

Decido che aspettare ancora mesi non ha senso, ormai non manca poi cosi tanto e vorrei iniziare a comparare con Paulo il corredo per la piccola pera. Tutine, culla, lenzuola, bavaglini... sono stanca di comprare tutto bianco, nero o grigio per non fargli capire il sesso.

"Sabato prossimo andrà benissimo".

"Per quante persone?"

Ecco, altro tasto dolente.

Mia sorella mi fa un pizzicotto al braccio, "Non ci provare" mugugna sottovoce.

La pasticcera ci guarda curiosa, prima che Mel le dica, "Sa è il figlio di Paulo Dybala a nascere".

La donna cambia radicalmente espressione e realizzo che fino a quel momento non mi avesse assolutamente e comprensibilmente, riconosciuta.

"Oh mio Dio, è l'idolo di mio figlio! Beh, signorina allora una festa in grande immagino".

Ci risiamo. Penso fra me e me.

Abbozzo a un sorriso accompagnato da un'espressione arresa, "Siamo in una quarantina".

Greta mi fulmina con lo sguardo, "Faccia 60".

"Gre non ho intenzione di invitare tutta Torino, dio mio!"

Lei sembra quasi offesa e cerca man forte in Elèna, "Signora, faccia 60".

Nel prossimo capitolo scoprirete il sesso ❤️

La parte migliore di me(Paulo Dybala)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora