Capitolo 22

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Capitolo 22
"Quella è Chantal"

"Ancora non capisco perchè devi già partire, cazzo!"

Luìz mi stringe di nuovo in un abbraccio, questa volta più lungo.

"Mi dispiace tanto, hermano. Ma non manca molto alla sosta per le Nazionali,vero?"

"Beh, circa un mese e mezzo" rispondo infilando le mani nelle tasche dei pantaloni blu della tuta. "Stasera c'è la partita con l'Empoli, speravo venissi".

Luìz sorride, "Ci sarò alla prossima, Paulo".

Annuisco arreso. L'ho appena accompagnato all'aeroporto per prendere un volo per Còrdoba con scalo a Madrid.

"Salutami mia madre, baciala per me" gli dico quando l'altoparlante chiama per l'ultima volta il suo aereo.

Lui prende il trolley e mi guarda come quando me ne sono andato l'ultima volta dall'Argentina. Sa che ci rivedremo presto, ma come ogni volta lasciarci andare è difficile.

"Ciao, hermano. Te espero".

Lo guardo fare il check-in ed una stretta mi afferra lo stomaco tenendomi prigioniero fino a quando non raggiungo la mia auto.

Un fotografo mi scatta una foto, poi corre nella mia direzione.

Impreco sottovoce mentre indosso gli occhiali da sole, ma so che mi ha già riconosciuto e che domani comparirò in copertina.

"Paulo, hai accompagnato Antonella?" mi domanda bloccando la portiera dell'auto con una mano.
Mi schiaccia il microfono sotto il mento e giuro che sono tentato di tirargli un pugno.

"No".

Non gli lascio il tempo di chiedermi altro, gli afferro il polso e lo allontano dalla macchina prima di sbattere la portiera e sparire dietro il vetro oscurato.

Mi immetto in strada, accendo la radio e mi ascolto un po' di musica prima di andare a Vinovo per l'allenamento di oggi prima della partita.

Mi passo una mano sul viso, stanco e abbattuto. Quanto vorrei avere qualcuno qui.

Lara

"Papà è convinto di averti vista scendere da una Maserati l'altra sera".

Greta si porta la tazza di tè fino alle labbra prendendone un sorso. Corruga la fronte e si passa una mano fra i capelli.

"Ho paura che tutti quei medicinali per dormire non gli facciano bene".

Abbasso lo sguardo schiarendomi la voce.

Ieri sera ho negato tutto ovviamente, dicendo a mio padre di essersi sbagliato per via del buio e che si trattava semplicemente dell'auto del padre di Elèna.

"Non so" rispondo evasiva. "Dov'è mamma?"

"Non lo so ma se non si muove faremo tardi" dice alzandosi in piedi mentre guarda l'orologio che tiene al polso.

"Mamma, muoviti!"

Quando mia madre la raggiunge in cucina ci mettono poco per uscire di casa in direzione di un negozio per vedere dei campioni di stoffa per le tovaglie del matrimonio.

Sbadiglio assonnata e salgo in camera iniziando a prepararmi per la giornata lunghissima che dovrò affrontare all'Università.

Elèna mi aspetta all'ingresso chiusa nella sua giacca di jeans chiaro,Christian accosta e mi saluta con un bacio sulla guancia prima di sfrecciare al lavoro.

La parte migliore di me(Paulo Dybala)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora