10.

357 55 17
                                    

Torniamo in camera dopo una cena consistente e ricca di risate tra amiche.

"Che caldo stasera!" dice Jisoo legando i capelli in una coda alta.

"Già." rispondiamo tutte all'unisono.

"Mi conviene indossare una canottiera sopra dei pantaloncini." dico.

Mi fa bene aprirmi con altre ragazze, non mi è mai stata data la completa possibilità di farlo.

"Sì, fai bene."

Ci sistemiamo ognuna nel proprio letto.

"Allora buona notte."

"Notte ragazze."

"A domani."

Jisoo spegne la luce e inizio lentamente ad addormentarmi. Sento tutto lo stress di una giornata intera rimbombarmi nelle vene. Rivedere Jin mi ha confusa e disorientata. Perché devo sempre parlare di lui? Sono nella scuola dei miei sogni e l'unica cosa che mi resta fissa in testa è lui.

È notte fonda quando vengo svegliata da un forte rumore dal corridoio. Una specie di tonfo. Forse dovrei andare a controllare. O forse dovrei far finta di niente.

Mi guardo intorno, e capisco di essere l'unica ad averlo sentito. Non me lo sono immaginata, ne sono certa. La silenziosa luce della notte è stata interrotta da un abbagliante frastuono che ha risvegliato i miei sensi e la mia voglia di scoprire ciò che mi circonda.

Accendo il cellulare. È l'01.05.
Attivo la torcia per avere una guida nel buio della stanza.

Arrivo alla porta e la apro senza fare rumore, entro nel corridoio tanto illuminato che mi abbaglia.

La scena che mi trovo davanti mi fa per poco urlare, ma riesco a trattenermi mettendo una mano davanti alla bocca.

Credo di star vivendo uno strano sogno, o incubo, mentre fisso Jin a meno di un metro da me sdraiato sul pavimento. Non riesco a capire se sia svenuto, forse dovrei controllare, non posso fare finta di non aver visto niente.

Uno strano senso di preoccupazione pervade la mia mente e mi distoglie dall'andarmene via, nel mio letto tranquillo.

Chiudo la porta dietro di me e cammino cautamente verso il suo corpo. Le sue gambe sono distese completamente per terra, mentre le sue braccia sono abbandonate in pose scomposte.

Non riesco a capire cosa stia succedendo, sembra senza sensi.. e se avesse sbattuto la testa? Potrebbe essersi fatto male, non posso fare finta di niente. Anche se è stato cattivo con me non posso ignorarlo.

Mi inginocchio vicino a lui e appoggio la mano sulla sua guancia, ma appena lo tocco lui spalanca gli occhi quindi ritraggo subito le mie dita.

"Che stai facendo?" mi chiede. La sua voce è calda e mi circonda senza via di fuga.

Riesco a capire che non è lucido, deve aver fatto uso di qualcosa, è sicuro.

"Cosa ci fai qui sdraiato per terra?"

"Fatti i cazzi tuoi!"
Non riesce ad essere decente con le parole neanche quando è in questo stato. Alzo gli occhi al cielo in cerca di aiuto.

Lo fisso ancora qualche secondo. Ha gli occhi rossi e confusi, le labbra molto gonfie e i capelli neri arruffati, ma non posso fare a meno di trovarlo spaventosamente attraente.

Ma a cosa sto pensando?

Mi alzo per allontanarmi.

"Ascolta, stavo dormendo tranquillamente e tu mi hai svegliata facendo un rumore assurdo. Sono venuta a controllare cosa fosse successo e mi trovo te senza sensi per terra, avrei dovuto lasciarti qui e fare finta di niente o cercare di aiutarti?! Dimmi se preferisci che me ne vada!"

Quasi urlo, non mi interessa se sveglio qualcuno, ho bisogno di sfogare la mia rabbia.

Appare un sorrisetto idiota sulle sue labbra.

Si siede appoggiandosi alla parete e inizia a sollevarsi barcollando e aiutandosi con il muro.

Quando finalmente si mette in piedi davanti a me, risponde.

"Pensi che provare a baciarmi sia un giusto aiuto?" alza un sopracciglio e mi guarda divertito dalla situazione.

"Provare a baciarti? Ma che razza di problemi hai? Non so di cosa tu sia fatto in questo momento, ma sicuramente non ti fa proprio capire niente!" mi incastro un po' con le parole perché i suoi occhi sul mio corpo troppo scoperto mi mettono a disagio.

L'avrei veramente baciato?

Mi prende per le spalle e mi spinge al muro, non troppo violentemente, non mi fa male, ma presa di sorpresa mi spavento ed emetto un piccolo urlo involontariamente.

"Non parlarmi così." dice ridendo.

Provo ad urlare ancora ma mi copre la bocca con una mano.

Il suo respiro è pesante e rumoroso. Ho paura che mi possa fare qualcosa di veramente brutto.

"Shh.. non voglio farti male." la mia concentrazione si focalizza sulle sue labbra. Sembrano così tanto morbide nonostante quello che gli ho sentito dire in questi giorni è stato molto duro.

Toglie la mano dal mio viso e il suo sguardo perso si posa sul mio portando il mio cuore a battere troppo velocemente.

"Ho bisogno di te.. cioè.. ho bisogno del tuo aiuto." sussurra.

"O-ok." dico piano. Non so se essere spaventa o cosa.

Rivoglio la mia stabilità mentale indietro.

"Mi gira molto la testa, non riesco ad entrare nella mia stanza e se qualcuno dell'istituto mi trova qui in questo stato avrò molti problemi." mi rivela. Perché si sta aprendo così tanto con me adesso? Solo perché è ubriaco?

Non posso farlo entrare nella mia stanza, le mie compagne mi ammazzerebbero direttamente.

Fortunatamente mi ricordo di avere ancora le chiavi della piccola stanzetta che avevo prima poiché ancora nessuno si è preoccupato di venirle a cercare.

"So dove andare." lo avviso.

Molla la presa sulle mie spalle per darmi la possibilità di guidarlo, o di scappare.. potrei benissimo farlo ora. Mi stacco dal muro e sguiscio via dal suo sguardo che mi stava bloccando alla parete.

Noto che non riesce a reggersi in piedi quindi lo lascio appoggiarsi alla mia spalla e con un po' di fatica attraversiamo il corridoio vuoto.

La sua mano si allunga fino al mio fianco scoperto e il suo delicato tocco mi trasmette in qualche modo solo sensazioni piacevoli.

Butterfly || K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora