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Resto paralizzata quando le luci mi colpiscono. I vetri sono oscurati quindi mi è impossibile capire chi stia guidando.

Frena fermandosi a pochi centimetri dal marciapiede.

La portiera completamente bianca si apre ed appare un Namjoon serio e concentrato. Faccio un sospiro di sollievo.

"Scusami per il leggero ritardo. Pronta?" indossa una maglietta chiara che risalta nel buio di questa serata.

"Sì, sono pronta."

"Allora sali, ti apro la portiera dietro." dice mentre si abbassa per tornare dentro l'auto.

Mi affretto verso la macchina e salgo.
Dentro, nel sedile vicino al suo, c'è il ragazzo moro dalla pelle sbiadita che ha tenuto nascosta la sua identità per tutto questo tempo.

"Stiamo andando in un locale qui vicino. Abbiamo già prenotato un tavolo e da bere." mi spiega Nam mentre guarda la strada davanti a lui.

"Ok." dico.

Fa accuratamente marcia indietro prima di imboccare la strada che, da come dicono i cartelli ci porterà in centro città.

"Preoccupata?" mi chiede scherzando e girandosi verso di me.

"Dovrei?"

"No, certo che no. Se resti con noi non ti succederà niente."

Cerco in tutti i modi di farmi andare bene questa risposta, non posso farmi problemi su tutto, diventerei noiosa.

"Ah, ma tu non conosci Yoongi!" Esclama dopo qualche minuto di silenzio.

"No." gli rispondo.

"Non vi eravate presentati."

"Già, bhe.. piacere." cerco di essere cordiale. Non mi ritorna nessuna risposta. Bene. O è maleducato oppure è molto timido. Ad ogni modo sento di stargli antipatica.

"Dai, sii gentile, non fare sempre il coglione." ride Namjoon.

"Piacere." risponde lui con voce molto bassa. Guardo il suo riflesso sul finestrino e quegli occhi di ghiaccio mi graffiano dentro.

Non passa molto prima di raggiungere un parcheggio pieno di macchine. Non me ne intendo molto, ma sembrano tutte esageratamente costose, non che questa con cui stiamo viaggiando non lo sia, anzi, sembra fin troppo lussuosa.

Una volta trovato uno spazio libero dove lasciare la macchina scendiamo e andiamo verso l'entrata del locale segnalata da un'insegna luminosa che alternativamente diventa prima rosa e poi verde e poi blu..

Il buio notturno si sfuma sempre di più, schiarendosi, mentre attraversiamo un corridoio che porta ad una sala tanto grande quanto affollata. Qui uno sciame di luci un po' offuscate si accendono e si spengono a tempo della musica in sottofondo.

Noto subito un bancone con dietro un barista, pieno di bottiglie che, senza ombra di dubbio, intuisco siano tutti alcolici.
C'è gente in piedi che si muove cercando di abbozzare balli un po' goffamente, chiaramente ubriaca, altra seduta ai tavoli oppure davanti al bar a bere qualcosa, e dall'odore molto forte che mi pizzica un po' il naso, capisco che quello nel loro bicchiere non sia affatto acqua tonica.

Mi basta poco per intendere che non si tratta esattamente di un luogo dove dovrei stare, non solo perché legalmente non potrei toccare alcolici, ma anche perché dall'atmosfera sento che una piccola ragazza come me non può camminare e aggirarsi tranquillamente come se stesse passeggiando tra le vie della città. Sono davvero pochi i ragazzi e le ragazze che a prima vista sembrano avere la mia età, la maggior parte è palesemente più grande.

"Rose, non allontanarti, seguimi e non perdermi di vista." mi avvisa Namjoon.

Iniziamo ad attraversare la stanza muovendoci tra le persone, non tolgo un secondo gli occhi da Nam.

Vedo dei ragazzi seduti, a due passi dal collasso, sputare fumo dalla bocca e tenere in mano qualcosa di un po' diverso da una sigaretta. Ora capisco perché Jimin oggi ha precisato il fatto che queste feste non fanno per lui.. me ne rendo proprio conto del perché. Dalla prima volta che l'ho visto mi ha dato l'impressione di un ragazzo intelligente e consapevole. Dovrei evitare chiunque tranne lui, questa è la verità.

Ci avviciniamo ad un tavolo e intorno a questo troviamo seduti su un divano color porpora Taehyung e Jin, che quasi non riconosco perché i suoi capelli da neri sono diventati biondi con qualche riflesso bianco.
Mi sembra un anno fa l'ultima volta che l'ho visto, quando in realtà non è trascorsa neanche una settimana. Ci guardiamo negli occhi e la sensazione è sempre la stessa: una forte morsa allo stomaco e un'improvvisa insicurezza su cosa fare. Mi sono praticamente dimenticata del perché ce l'avessi tanto con lui essendo distratta solo dal pensiero di dovergli stare lontana.

Finisce che mi siedo affianco a lui senza accennare neanche un saluto, preferisco aspettare che inizi lui a dire qualcosa.

"Ehi." la sua voce, il suo volto, tutto di lui mi sembra irreale.

"Ciao."

"Sei veramente venuta?" mi chiede un po' sussurrando.

"Non sapevo ci fossi anche tu." preciso.

"Non dovresti essere qui."

"Lo so, non ho bisogno di sentirmelo dire da te." seriamente, dopo giorni di silenzio assoluto, la prima cosa che gli passa per la testa è uno stupido rimprovero dall'alto dei suoi insulsi vent'anni?

Si avvicina un cameriere al nostro tavolo con un blocco appunti in mano. I suoi occhi restano bassi, evita lo sguardo di ognuno, persino il mio.

"Cosa vi porto da bere?" cosa posso rispondere?

"Fai il solito." risponde Jin per tutti.

"Benissimo." replica il ragazzo ma non passa molto prima che la sua attenzione non si posi su di me.

Aggrotta le sopracciglia accigliandosi.

"Ehi ehi, occhio a quello che fai amico." dice Jin. Non capisco a cosa si riferisca.

"Ehi amico calmati.. volevo capire se lei fosse maggiorenne." replica.

"Se mi fai finire di parlare avresti potuto evitare." ringhia.

Aggiunge all'ordine una bevanda analcolica per me, e da come il cameriere si allontana frettolosamente capisco come Jin sia appena scoppiato in una piccola esplosione di gelosia senza un apparente motivo.

Butterfly || K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora