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Jimin Pov.

11 giugno, 14.47pm

"Cosa mamma?" le chiedo dall'altra parte del telefono.

"Jimin, te lo devo ripetere? È da giorni che tuo padre si comporta in modo strano. Da quando sei tornato dall'ospedale è un'altra persona. Quando torna da lavoro dice di avere commissioni importanti e resta via fino a tarda sera. Quando finalmente è a casa è comunque assente e con la testa da un'altra parte.. "

"Dai, sai com'è fatto, mamma.. avrà un periodo molto impegnativo, tutto qui. Non devi preoccuparti." cerco di rassicurarla.

"No, Jimin, ti prego, ascoltami. Mi.. ci sta nascondendo qualcosa." non capisco se sia più arrabbiata o preoccupata.

"Cosa pensi che possa essere successo?" mi siedo esausto sul letto del dormitorio e cerco di concentrarmi nonostante in questi ultimi giorni mi sembra di aver avuto tra i miei pensieri solo Rose.

Mi sono sentito tradito nel momento esatto in cui prima di uscire dall'aula spaventata e confusa cercò aiuto negli occhi di qualcun altro.

Mi sono sentito tradito nel momento in cui mi è stata inviata la foto di lei con in mano una sigaretta mentre girovagava per il cortile ignara.

Io.. sì, mi sono sentito tradito da lei sotto ogni aspetto. Credevo che ci fosse stata fiducia tra di noi. Ma con questo suo comportamento ho capito una volta per tutte chi davvero ho avuto davanti.

Ho passato più di un mese in ospedale, ogni giorno mi ripeteva che non avrebbe mai e poi mai perdonato Jin. Mi ha fatto credere di essere finalmente qualcosa di importante per lei, l'unico a renderla felice, più di un amico.. cazzate.

Ho fatto tutto, l'inimmaginabile per salvarla, per allontanarla da ogni pericolo e lei ha risposto con un inganno che all'apparenza può sembrare leggero, ma se visto nel mio profondo, una coltellata netta al petto.

La rabbia che infetta la mia mente. Sono io il coglione forse, il coglione che le ha dato tutto sé stesso ma niente, sempre continuamente e inevitabilmente rifiutato, respinto e deriso.

La cosa che mi ferisce di più è il fatto che nonostante tutto continuo ad amarla. Non c'è rimedio, non ho una via d'uscita. Sono in una stanza buia, rinchiuso, imprigionato, sedotto dalla sua persona, tanto fragile quanto potente nel controllare me e ogni parte di me.

Perché il destino mi ha portato ad avere questa ossessione? Quanto avrei preferito avere qualsiasi altro tipo di punizione diversa da questo malato ed insensato tormento che schiaccia e dilania la mia carne ferma che non reagisce.

Dov'è quella vita? Dov'è quel sogno con lei? Perché non c'è modo di averla sempre con me legata da un sentimento solido e puro? Tutto non ha senso così. Non posso raggiungere quella luce chiara che illumina la sommità della mia prigione.

Mi hai distrutto.

"Credo che tuo padre mi stia tradendo."

"Come può essere così?" sbuffo.

"Non ho altre spiegazioni."

"Non ha senso mamma." mi copro il viso con la mano e provo a ragionare insieme a lei.

"Jimin.."

"Va bene.. ascolta, ci penso io, oggi pomeriggio vengo a casa e gli parlo."

"Sei pazzo? Ti risponderebbe in qualsiasi caso che sono cose di lavoro.."

"Va bene.. allora.. fammi pensare." sospiro.

"Sono devastata tesoro.."

"Facciamo così.. tra poco arrivo e non appena parte lo seguo in macchina. Va bene? Così ci mettiamo l'anima in pace una volta per tutte." spero che si senta meglio in questo modo.

Butterfly || K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora