51.

142 15 5
                                    

I nostri gemiti si disperdono nel piccolo spazio intorno a noi, non riusciamo a fermarci, una volta perso il controllo ci è sfuggito di mano irrimediabilmente e provare a ritornare completi sconosciuti come prima è un'ambientazione impossibile.

So che se non avessi bevuto così tanto questa situazione sarebbe fin troppo scomoda e imbarazzante, e nello stesso modo se lui non avesse deciso di riempire il suo stomaco di vodka non mi avrebbe neanche guardata.

Mi provoca un intensa sensazione che mi prende lo stomaco.

Posso sentire quella voce che non mi sono mai abituata ad ascoltare fare rotolare fuori piacevoli lamenti.

Riprendiamo fiato, la testa mi gira leggermente e adesso vorrei star sdraiata sul mio letto.. con Jin. Perché diavolo continuo a pensare a lui?! Dovrei provare solo rabbia e paura quando la sua immagine svolazza nella mia mente dal nulla.

Si allontana dal mio corpo inerme e mentre resta appoggiato al muro vicino si muove con gesti impacciati e non ben pensati, i suoi occhi scappano velocemente e non restano più a lungo fissi su di me. Vorrei dire qualcosa ma non c'è molto da dire.. l'abbiamo fatto e basta, senza un perché.

Si porta una mano tra i capelli chiari e li scombina ulteriormente. Mi guarda per l'ultima volta prima di spalancare la porta del bagno e sparire nel buco nero che è il locale.

Mi sento ancora scossa e non completamente sicura se sia successo sul serio quello che è successo.

Passo il resto del tempo a cercare un volto conosciuto e solo un'ora dopo mi ritrovo nella macchina di Nam sulla strada verso scuola. Penso che per comune accordo né io e né Yoongi diremo ciò che è successo, anche se non ci siamo promessi nulla.

Zoppico verso il mio letto e non riesco a guardare nella direzione di quello di Jin. Il petto mi fa ancora male quando ripenso a tutte le cose che abbiamo fatto.. se solo avessi saputo davvero chi avevo davanti. Penso di dovermi ritenere fortunata, nonostante tutto mi ha solo spezzato il cuore, non ha avuto il tempo di farmi del male al di fuori dei sentimenti.

Ora tutto sta nel ripartire da zero.. sola, lontana da lui.

Qualcosa luccica sul mio cuscino: un bigliettino insieme ad una collana d'argento con il ciondolo di una farfalla stilizzata giacciono sul mio letto. Indosso il gioiello che brilla ad ogni impatto con la luce e appena apro il biglietto riconosco la sua scrittura.. mi gira la testa.

"Ciao Rose,
sono venuto in camera tua anche se mi hai detto di starti lontano. So che non avrei dovuto farlo, ma è stato più forte di me.
Non so come stai.. ma vorrei saperlo ogni secondo, non c'è momento in cui io non ti penso, e non so se anche tu puoi sentire il male che c'è nello stare separati. Sei la mia piccola e ogni pensiero ti è dovuto, dal più sereno al più logorante. Purtroppo mi capita ancora di credere che sparire nel nulla sia l'unica cosa giusta.. credo che il mondo, e soprattutto tu, non abbia più bisogno di uno come me.. ma come farei senza di te? Non c'è un posto bello lontano da te e anche se ci fosse non dirmi dove si trova, non lo voglio sapere, non voglio andarci, preferisco soffrire e credere che tu ritorna tra le mie braccia invece che avere una vita vuota e povera di speranza.
So che non merito più niente da nessuno ma da quando hai deciso di abbandonarmi non trovo più un senso, non so più chi sono e cosa ci faccio in questo mondo.
Scusa. Scusa per tutto il dolore, le lacrime e il tormento che ho provocato.
L'unica cosa positiva del mio essere la posso trovare solo in te piccola mia, e se pensi di stare male venderò la mia anima per migliorare quello che posso.. te lo prometto.
Ti amo, non dimenticarlo mai.

Jin."

Ripiego il piccolo pezzo di carta e lo faccio scivolare dentro il cassetto. È inutile ormai trattenere le stupide lacrime salate che decidono di abbandonare i miei occhi ogni volta che ripenso a lui.

Ho paura che possa entrare durante la notte e fare ciò che gli pare nel buio della stanza, è tornato ad essere così imprevedibile.

Non riesco a chiudere occhio, mi rigiro frustrata tra le pesanti coperte.

Il tempo non sembra passare, aspetto che un raggio di sole colpisca il fondo del mio letto prima di alzarmi, il corpo intorpidito, la mente ferma su quel foglietto ripiegato su se stesso e imprigionato nel cassetto.

Non ho idea di cosa fare oggi, vorrei tanto chiudermi qui dentro a chiave e non vedere o sentire nessuno, ma lo squillo del mio telefono smonta in un secondo i miei piani.

Il nome di Jimin mi riporta con i piedi per terra, spero non sia successo niente di drammatico e che invece abbia buone notizie finalmente.

"Pronto?" passa un po' di tempo prima di ricevere risposta.

"Piccola." le gambe non reggono e mi faccio cadere sul letto dietro di me. È la voce di Jin, la riconosco, non capisco.

"Non mettere giù." anche volendo non riuscirei, sono pietrificata; solo un'immagine mi passa davanti agli occhi..

È impazzito un'altra volta e ha fatto ancora del male a Jimin.

Mi ricordo solo adesso di aver bloccato il numero di Jin qualche giorno dopo aver scoperto cosa aveva fatto a Jimin.. come gli è venuto in mente di chiamarmi col cellulare della persona che ha mandato all'ospedale.

"Rose."

Rilascio un piccolo lamento confusa.

"Puoi parlare?"

Voglio sapere cosa ha fatto.

"Dov'è Jimin?"

"Dannazione.. sai parlare solo di lui?" sono senza parole. Cos'ha al posto del cervello?

"Perché hai il suo telefono?" provo ad intimorirlo con un tono più forte ma non mi esce deciso come vorrei, mi manda in tilt.

"Mi hai bloccato ovunque, Namjoon non voleva lasciarmi il suo.."

"E quindi?!"

"Tranquilla, non sa neanche che sono qui, sono riuscito ad entrare nella sua stanza e prendergli questo."

"Tu sei malato."

"Non avevo altro modo per parlarti.."

"Mio Dio, Jin."

"Quanto ancora devo aspettare piccola?"

"Io non voglio più vederti." non penso alle parole che dico.

"Non mi hai più dato la possibilità di parlarti dal vivo.. hai preferito buttarti tra le sue braccia."

"Non è vero quello che stai dicendo."
non sono io quella che ha preso la nostra storia con leggerezza.

"Possiamo vederci invece di parlare dietro un fottuto telefono? Sai che lo odio."

"Ok.." ho paura di farlo arrabbiare, ha Jimin lì, sotto le sue mani violente e istigarlo è l'ultima cosa che voglio fare.. l'ultima.

"Dimmi dove sei e ti vengo a prendere con la macchina." il pensiero che tra poco sarò sola con lui in macchina mi rende nervosa.

Butterfly || K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora