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Sembra impossibile distoglierlo dal suo intento: è immobile davanti a me in attesa di una mia risposta.

Non voglio dirgli la verità ma non ho altra scelta, quanto è difficile affrontarlo..

Sembra un feroce predatore davanti alla sua preda.

Pensavo che avessimo finalmente chiarito..

"Mi ha chiamata perché 'stasera dovevamo vederci.." rivelo il tutto in un solo respiro sperando che non abbia sentito.

Fa scorrere un po' di tempo per realizzare cosa io abbia detto e poi si porta una mano tra i capelli e serra gli occhi.

"Quindi fammi capire, tu sei qui con me adesso e tra qualche ora andrai a farti Jimin?" sembra così assurda la sua interpretazione ma la pronuncia con un tono così duro che la fa sembrare plausibile.

"Voleva solo cenare con me come due.. amici." mento nonostante io sappia le vere intenzioni e i veri sentimenti di Jimin.

"Non voglio vederti con altri ragazzi! Pensi che io non sappia cosa voglia Jimin da te?" resto sbalordita per come mi sputa addosso i suoi attacchi di gelosia così naturalmente, e per quanto poco tempo gli è bastato per trasformarsi nel Jin che mi spaventa di più.

"Ma è un tuo amico." spiego.

"Non me ne frega un cazzo." scatta con una risata isterica, da un calcio al tavolino davanti al divano che ci stava separando e si avvicina facendomi percepire ancora di più la tensione che porta con sé.

Caccio un piccolo urlo per il suo gesto malato; potrebbe farmi male da un momento all'altro, ne è in grado fisicamente e di certo anche mentalmente ora.

"Perché vuoi uscire con quel pezzo di merda eh!?"

"Non ho ancora risposto, per quello mi stava chiamando.. " provo ad addolcire in tutti i modi la realtà, ma non sembra funzionare.

"Vai allora, rispondi!" mi afferra un braccio e mi spinge verso il divano per farmi recuperare il cellulare.

"Non farmi male." dico con la voce che trema.

"Non ti faccio male, porca puttana, tu non mi fai capire cosa cazzo vuoi." trovo la sua reazione senza logica, perché impazzire senza motivo? Perché non può parlarne senza dovermi spaventare?

Resto in silenzio e lui fa lo stesso per almeno un minuto. Sento che sta per succedermi qualcosa, che mi farà veramente male in qualche modo, non ho via di fuga.

Inaspettatamente va verso il tavolo, recupera un mazzo di chiavi che aveva lasciato lì appoggiato ed esce sbattendo la pesante porta. Resto paralizzata. Non capisco, perché se ne sta andando?

Poco dopo sento il rumore della sua macchina prendere velocità e sfrecciare lungo la strada. Se ne va veramente..

Mi lascio cadere sul divano. La perplessità è tale che neanche le lacrime, che stavo trattenendo con una certa bravura, riescono a scendere.

È pazzo, non c'è altra spiegazione. Come ho fatto ad innamorarmi di uno fuori di testa? Mi ha abbindolata in un modo subdolo e inconscio.

Apetto per almeno un ora il suo ritorno, controllo costantemente il cellulare in attesa di qualche suo messaggio, mangio nervosamente il resto del pranzo che non avevo terminato, ma lui continua a non farsi vivo.

Sono già le 15.06 e capisco che non posso restare qui per sempre.

Salgo le scale, recupero la mia roba e mi cambio. La gonna e la maglietta sembrano esageratamente aderenti messe a confronto con la maglietta di Jin; decido però di non lasciarla qui, preferisco farcela entrare nella borsa e portarmela via. Magari se non cercherà più me verrà a cercare la sua t-shirt..

Con i piedi rinchiusi negli scomodi tacchi torno al piano di sotto e provo a trovare una soluzione.

Realizzo che se anche avessi il numero di Jennie o Jisoo non avrei potuto chiamarle perché si chiederebbero per quale motivo io mi trovi qui.

Namjoon sarebbe stato perfetto ma ovviamente il suo numero non me lo posso inventare..

Chiudo gli occhi e faccio un lungo sospiro, accendo il telefono e chiamo l'unica persona della quale ho il numero e che può sicuramente venirmi a prendere: Jimin.

Sento che non è una buona idea, ma é veramente l'unica cosa che posso fare.

Solo due squilli e mi risponde con un 'pronto' fin troppo entusiasta e ignaro della mia richiesta.

"Ehi.. tutto bene?"

"Sì io tutto bene Rose, non sai quanto questa chiamata mi abbia fatto piacere, non ho dormito la notte pensando se tu fossi tornata a scuola sana e salva o se ti fosse successo qualcosa.."

"Sì ecco.. volevo parlarti di questa cosa in realtà."

"Io volevo chiederti scusa per non averti detto che sarei andato a quella festa.. non pensare che io sia quel tipo di persona per favore."

"Jimin, ho bisogno del tuo aiuto."

"Dimmi, sono qui."

"Non sono a scuola."

"Dove sei?"

Cammino avanti e indietro non sicura di cosa veramente dire.

"Hai una macchina?"

"Sì, dimmi dove sei e ti vengo a prendere." sta iniziando a preoccuparsi, esattamente quello che non volevo.

"Rose rispondi, mi stai facendo spaventare."

"Ok.. allora.. sono a casa di Jin." non sapendo altro, sparo la prima cosa che mi viene in mente per descrivergli la mia posizione.

"D-dove? Jin? Sei a casa di Jin?"

"Sì.."

"Perché sei a casa di Jin?"

"Non lo so.. ti prego aiutami, ti spiego appena arrivi." fortunatamente capisce subito dove sono.

"Ma sei in pericolo? Stai bene?"

"Sto bene.. vieni e ti dirò tutto."

"Ok, sto arrivando, tranquilla Rose, aspettami."

"Grazie.. a dopo." chiudo la chiamata e mi riprendo un po'.

Aspetto per 10 lunghi minuti e decido di uscire per attendere l'arrivo di Jimin.

Il cielo è di un azzurro innaturale, le nuvole sono così piccole che sembrano esserci solo per rovinare un colore così intenso.

Qualche minuto dopo vedo una macchina grigia avvicinarsi e accostarsi vicino alla casa.

"Eccolo finalmente." dico a me stessa.

Si apre la portiera ed esce proprio la sua testa gialla. Gli corro in contro e ci abbracciamo. La sua presa intorno ai miei fianchi mi fa sentire al sicuro, affondo la testa nel suo petto e resto così per un po' di tempo.

Muove le mani su e giù sulla mia schiena e il suo tocco sopra alla mia maglietta non mi dispiace.

"Sono felice di vederti." parla finalmente.

"Pure io, non sai quanto." e lo penso davvero.

Entriamo in macchina e partiamo.

Butterfly || K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora