56.

151 14 13
                                    

"Quindi deve restare un segreto anche questa volta?" dice sogghignando Namjoon.

Guardo gli alberi ancora spogli correre via velocemente dall'altra perte del finestrino della sua auto.

"Non posso deludere così Jimin.." piagnucolo.

"Non penso tu possa tenerglielo nascosto per tutta la vita." dice divertito.

"Mio Dio, lo so! Non prendermi in giro." lo sgrido esausta.

"Ok ok.. comunque sai che puoi contare su di me, non sarò certo io a farglielo sapere."

"Perché è tutto così difficile?" gli chiedo.

"Ti fai troppi problemi."

"Non è colpa mia se non c'è una cosa che vada per il verso giusto."

"Non sei felice con Jin?" farfuglia.

"Sì.. ma stare con lui significa accollarmi tutte queste preoccupazioni.."

"Benvenuta nel mio mondo." sbuffa.

Solo mezz'ora dopo ci troviamo dentro la casa che mi ha fatto da guscio un bel po' di giorni fa, ora occupata da numerose persone: uomini e donne che sorseggiano vino bianco dentro bicchieri di vetro allungati mentre chiacchierano animatamente, ragazzi e ragazze che ridono a squarcia gola sui divani, bambini che gironzolano da una parte all'altra..

"Chi è tutta questa gente?" chiedo confusa a Nam.

"Immagino parenti, amici o conoscenti dei suoi genitori."

"Oh.." lo schiamazzo è troppo altro per riflettere.

"Cerchiamo gli altri." dice.

Arriviamo nella grande sala da pranzo e quando il mio sguardo riconosce quello di Jimin il cuore risponde sfarfallando.

I suoi capelli sono diventati neri come la pece, il suo volto è naturalmente sereno ed emana una gentile lucentezza dovuta al tenero sorriso donatomi solo e soltanto per la mia presenza.

Si blocca a guardarmi, a studiarmi, come se vedesse qualcosa di davvero bello in me, si morde le labbra a mi invita a raggiungerlo il più in fretta possibile.

Avanzo e mi fermo quando sono finalmente in piedi davanti al suo petto.. so di avere gli occhi lucidi.

"Signorina.." bisbiglia.

"Ce l'abbiamo fatta." sussurro.

Ci ammiriamo ancora per qualche secondo, come se fossimo uno spettacolo l'uno per l'altra, prima di stringerci in un abbraccio caldo.

"Grazie.. grazie Rose.. grazie." parla nel mio orecchio.

"Sono così felice." mi emoziono contro la sua spalla.

"Shh.. è finito tutto. Sono qui adesso e sto davvero bene."

Il ricco pranzo distrae i nostri pensieri scossi e inquieti, la gente ride, scherza, si diverte.. la spensieratezza regna in questa casa oggi.

Ci sistemiamo su un divano mezzi addormentati mentre vediamo numerose persone salutare e uscire dalla porta dopo aver fatto ancora una volta gli auguri di una buona salute e una buona vita a Jimin e ai suoi genitori.

"E invece, la signora che se n'è appena andata ti dice qualcosa?" appoggio la testa sulla sua spalla e lui allunga un braccio per stringermi di più a se.

"No, assolutamente no." ride.

Veniamo interrotti da suo padre che si avvicina silenzioso.

Ci saluta con un sorriso.

Butterfly || K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora