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Jin Pov.

7 gennaio, 9.00 am.

-Chiamata terminata.-

Resto fermo a guardare lo schermo del mio fottuto telefono mentre le lacrime infiammano i miei occhi.

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, sono stato così poco attento, così poco prudente, così leggero.

Sono un coglione. Come ho potuto pensare che sarebbe tornata da me?

Ogni parte del mio corpo trema appena penso a lei insieme a Jimin. Mi fa male sapere che sia felice lontana da me, che rida con qualcun altro, che faccia qualsiasi cosa con un'altra persona.

Non esiste. Non può essere veramente con Jimin, non lo accetto, non è giusto.

Fissare il soffitto sdraiato sul divano di casa non riesce più a calmarmi, sono stanco di controllare i nervi.

Sarei potuto essere qui con lei adesso..

Mi faccio prendere dalla rabbia repressa in questi lunghissimi giorni di agonia solitaria che avevo trattenuto fino a questo momento: giro velocemente le chiavi nella serratura della mia stanza, rimasta chiusa da quando Rose era venuta qui, spingo violentemente la porta e non riesco a controllare la voglia di prendere qualcosa e spaccarla.. se solo ci fosse Jimin qui.

Prendo i cassetti, pieni di roba che conservavo lì, pronta da vendere, e li lancio a terra.

Fogli di carta, vestiti, soldi e oggetti di ogni tipo ricoprono il pavimento e la stanza in un unico caos generale. Attraverso il casino che mi circonda senza preoccuparmi di cosa io stia calpestando e mi siedo per terra per poi tornare a piangere sconfitto. Distruggere tutto non ha aggiustato niente dentro di me.

Non posso credere che mi abbia davvero lasciato. Più che prometterle che sarei cambiato non potevo fare altro.

Il campanello disturba i miei pensieri, mi tiro su con fatica e mi muovo nello spazio come se mi fosse sconosciuto. Non mi preoccupo di sistemare il mio volto, gli occhi rossi che si riflettono allo specchio rispecchiano perfettamente il male che intossica il mio cuore.

La faccia amichevole di Namjoon mi si presenta davanti come un piccolo raggio di sole. Abbiamo sempre avuto fiducia l'uno dell'altro, ci conosciamo da una vita, sa tutto di me e io so tutto di lui. Non c'è un momento che io mi ricorda in cui Nam mi abbia voltato le spalle.

"Come va..?" il sorriso chiaramente forzato davanti alla mia condizione mi butta addosso ancora più malinconia.

Lo guardo e non gli rispondo, torno sul divano mentre lui entra e chiude la porta. Prende una sedia dal tavolo della cucina e la sistema vicino a me, si siede con lo schienale davanti al suo petto e ci appoggia sopra il mento. Il cappello di lana scura elettrizza i suoi capelli colorati di grigio da poco.

"L'hai chiamata alla fine?"

"Sì."

"Novità?"

"È con Jimin.. hai capito? Con Jimin! Ne sapevi qualcosa?!" lo guardo dritto negli occhi. Sto per tornare a piangere.

"Amico.. io ne so quanto te, se non di meno.."

Distolgo lo sguardo.

"Wow.." sussurra.

"Cosa?" singhiozzo.

"Ti avrò visto piangere miliardi di volte, ma mai così per una ragazza.."

"Non è il momento per fare il fottuto poeta."

"Lo so.." sono stupito quanto lui per quanto emotivo io sia diventato in questi mesi. Perché lei mi fa stare così male? Cos'ha in più degli altri?

Butterfly || K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora