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30 maggio, 17.26.

Percorro il breve sentiero che porta all'uscita dell'istituto. I raggi del sole colpiscono la mia pelle cadaverica. Sono bianca e pallida. Proprio come una morta vivente cammino senza sapere veramente dove andare.

Non sono bastati questi due giorni di disperazione e abbandono a me stessa chiusa in camera per fare i conti finali e capire cosa mi stia succedendo, attraversare per quella che so sarà l'ultima volta questi posti mi fa immergere in un mare di tristezza reso ancora più salato a causa dell'acido dolore provocato dalla perdita delle due persone che addolcivano la mia nuova vita.

Non mi avrebbe mai abbandonata.

Ci sarebbe sempre stato per me.

Mi avrebbe sempre difesa, in ogni caso.

Avrebbe fatto di tutto per rendermi felice.

Non so più cosa mi faccia più male.

In cosa ho sbagliato? Quale persona così tanto povera di cuore ha voluto rovinare quello che avevo costruito?

Entro dentro un taxi bianco che avevo chiamato poco prima. Mi sembra di rivivere quella sera di settembre però all'inverso. Tutto il contrario. Se prima mi aspettava una vita di felicità, ora riincontrerò i giorni bui della mia adolescenza vuota e insensata, ma stavolta completamente povera anche di aspettative.

Rivolgo un ultimo sguardo al grande istituto mentre l'auto imbocca la tangenziale.

Ora mi sveglierò e sarò tra le braccia addormentate di Jin.

Jin.

Amore.

Jin.

Lo schermo del mio cellulare che squilla ripete il suo nome.

"Pronto?" la mia voce spenta inquieta persino me. Sono ancora viva?

"Rose."

"Sì."

"Ho visto che hai portato via le tue valigie."

"Sì." ripeto. Sono stanca, sono persa, mi ha fatto cadere in un baratro dal quale non posso più uscire. Non avrebbe dovuto farlo.

"Apri la porta, so che sei nella stanza vicino alle scale." mi sta cercando.

"No."

"Non devi più andare via.. Rose, apri questa porta e torna da me." non so cosa voglia dire, cosa stia cercando o a che gioco stia giocando, sto solo perdendo me stessa. Stargli dietro è come sbattere la testa contro un muro.

Perché ogni parte del mio corpo gli appartiene? Non posso andare avanti.

"Io ti odio." dico a bassa voce per non farmi sentire dall'uomo che guida il taxi.

"Non è vero.." lo amo con tutta la mia anima.

"È il momento più brutto della mia vita e tu non sei qui."

"Sì invece, apri questa cazzo di porta e ti stringerò fortissimo piccola.. non ti manco?"

"A cosa hai pensato per due giorni?" lo attacco debolmente.

"A te.. a come risolvere questa situazione. Fidati di me."

"Sei arrivato troppo tardi Jin."

"No, amore, ascoltami." non voglio sentire le sue parole, mi fanno male.

"Non posso aprire la porta perché io.. sto per tornare in Italia ormai."

"Cosa amore?" perde stabilità.

Butterfly || K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora