34.

217 23 2
                                    

Jin Pov.

Non trovo difficoltà nell'alzare l'orlo del suo sottile vestito che valorizza ogni centimetro del suo meraviglioso corpo ma che mi manda fuori di testa solo al pensiero che altre persone, come Jimin, vedendolo abbiano potuto fare pensieri molesti, oltre ogni limite della decenza.

Non basterebbe la pioggia che tamburella fuori dall'auto per spegnere il fuoco che si è accesso nel momento in cui ci siamo uniti, né basterebbe il vento che sta scuotendo violentemente gli alberi adesso e neanche il freddo che fa rabbrividire la sua morbida pelle. Non basterebbe niente.

Posso sentire la temperatura aumentare mentre comincia a muoversi sopra di me. La piacevole sensazione che solo lei mi fa percepire mi spinge a volerne ancora, e ancora.

È così bella. Non ho mai avuto tra le mani niente di così spettacolare. Il volto fa trasparire la sua innocente insicurezza che la rende ancora più desiderabile di quanto già non lo sia e più di quanto lei possa immaginare. Mi manda fuori di testa. Risveglia il desiderio sfrenato di renderla mia in ogni momento e in ogni luogo.

"Oh sì.. amore.." balbetto contro la sua bocca occupata da sospiri di piacere.

"Non riesco a controllarmi." l'avvento.

Posso sentire la tensione e lo stress abbandonare il mio corpo dopo un'intera settimana senza la sua compagnia, mi lascio andare.

Fare l'amore con lei, quello vero, è un pensiero che non mi abbandona mai.

Emetto l'ultimo gemito e la libero dalla mia presa. Mi sistemo i pantaloni e le abbasso il vestito lungo le cosce. Mi sdraio occupando il resto del sedile e la faccio sistemare sopra di me. Il mio battito comincia a riprendere il giusto ritmo e a rallentare, le palpebre diventano pesanti e non posso far altro che chiudere gli occhi aspettando che il sonno prenda controllo del mio corpo e mi faccio accompagnare dal dolce pensiero che domani mi sveglierò con lei ancora tra le mie braccia, con i capelli spettinati e le guance rosse.

10.11 am

Vengo svegliato dal rumore delle auto che sfrecciano nella strada qui vicino e dal fastidioso cinguettio acuto degli uccelli. Non faccio caso al dolore lungo la spalla dovuto all'insolita posizione in cui abbiamo dormito e provo a svegliare Rose ancora addormentata con la massima attenzione.

"Svegliati piccola."

I suoi occhi stanchi si concentrano sul mio viso e provo un po' di vergogna, so che in questo momento non ho un bellissimo aspetto.

La bacio ripetutamente non riuscendo più a staccarmi dalle sue labbra.

"Ti devo riportare a scuola."

"Lo so." noto un po' di preoccupazione nella sua risposta.

"Ehi, che cos'hai?" non posso vederla così, voglio prendere tutte le sue paure e trasformarle in certezze.

"Ho paura che tu te ne vada ancora."
Mi blocco un secondo.

"Non lo farò."

"Vuoi dirmi dove sei stato? Perché non vieni più a nessuna lezione? Non ti vedo mai neanche in giro, se chiedo ai tuoi amici mi rispondono tutti che sei occupato a fare qualcosa di importante. Voglio sapere cosa.. "

Sento di doverle dire tutto anche perché in un modo o nell'altro lo verrà a scoprire da sola prima o poi. Come faccio a dirle in che giro sono finito? In che situazione del cazzo mi sono ritrovato? Mi lascerebbe all'instante. Non sa niente di me, della mia famiglia, di cosa si occupa mio padre, del perché io ho il permesso di saltate tutte queste lezioni e soprattutto dove sono andato per tutto quel tempo.. davvero non penso se lo possa immaginare.

Non ci crederebbe se le dicessi che mio padre è uno degli uomini più influenti e importanti dell'economia nazionale e che solo grazie a lui posso fare tutto quello che mi pare in quella fottuta scuola, che è merito suo se ogni anno passo tranquillamente ogni prova nonostante io salti più della metà delle lezioni, e se non c'è studente che provi ad alzare la voce con me per nessun motivo al mondo. Non vorrà credere neanche alla parte peggiore che dovrei raccontarle: le dovrei confessare tutto lo schifo che mi sono caricato sulle spalle, lo so, ma è così complicato; è difficile anche solo se ne parlo a me stesso. Come fai ad allontanarti da traffici più grandi di quello sei, da interessi, guadagni e aspettative che affogano la tua razionalità? Non è mai bello sapere che la persona che hai al tuo fianco è caduto nella grande industria che è quella della droga. Potrei veramente smettere e uscirne prima che lei sappia qualcosa? Soprattutto quando sai quanti soldi ci girano dietro, tanti quanti bastano per far vedere a tuo padre che non hai bisogno sempre del suo cazzo di aiuto per fare qualcosa nella vita. Inizia tutto da quando sei un innocente e piccolo moccioso viziato che vuole disobbedire a dei genitori troppo passivi e severi e quindi prova la prima canna lontano dei loro occhi e conosce i primi amici che poi saranno i suoi complici e compagni quando toccherà a lui vendere la roba nelle zone più disparate che non si sarebbe mai potuto immaginare per conto suo, con la sua innocente testa da bambino. Strade e ed edifici grigi come la polvere ricoprono l'aria scura della città di notte occupata da individui loschi e poco raccomandabili: non c'è bisogno di un genio per capire che quel ragazzo diventerà presto uno di loro. Non si può uscire, una volta che sei dentro diventa la normalità per te e un marchio che ti segnerà per tutta la vita.

È tutto quello che deve sapere.. solo adesso capisco che cazzata ha fatto dandomi corda. Se fossi stata in lei sarei scappata il più lontano possibile da questo disastro umano.

"Ho avuto dei problemi in famiglia Rose.."

"Del tipo?" ci deve credere.

"Mio nonno purtroppo si è sentito male, non ho potuto far altro che stargli vicino per quanto ho potuto, mio papà ha parlato con la scuola e ha spiegato la situazione, quindi non dovrei avere problemi con le lezioni."

"Bhe, allora mi dispiace veramente tanto per tuo nonno." abbassa lo sguardo molto dispiaciuta per l'insistenza che ha usato poco fa e ora vorrei solo rimangiarmi tutto e dirle come stanno le cose in realtà; anzi, vorrei non essere me adesso.

"Non preoccuparti.. le cose si stanno sistemando."

"Sono stata molto male questa settimana, non riuscivo a smettere di piangere.. credevo che tu mi avessi presa in giro per tutto il tempo, ma adesso che so cosa ti è successo ho capito che avrei dovuto farmi gli affari miei. Scusami.. scusa davvero."

"Rose, io ti amo veramente, non hai idea delle cose che mi fai provare." provo a rassicurarla con le parole più dolci che sono in grado di dire.

"Mi sembra tutto così affrettato."

"So che posso sembrare un pazzo, ma non sono il coglione che tu credi io sia. Sono serio quando ti dico che voglio starti vicino, e se non lo faccio è perché voglio che tu capisca cosa tu voglia veramente senza essere condizionata o forzata in alcun modo da me."

"Io sento di amarti." solo con queste poche parole che mi scaldano il cuore sento di aver fatto bene a mentire.. per ora.

"Allora io ti prometto che verrò più spesso a lezione, magari non tutti i giorni, ma lo farò. E ogni sera staremo insieme, o ti porterò a mangiare fuori qualcosa.. voglio che tu sia felice." è dannatamente difficile spiegare le emozioni con le parole, vorrei solo trasmettergli tutti i sentimenti che provo adesso.

Mi bacia dolcemente e io ricambio subito il suo affetto senza esitazione.

Mentre guido verso l'istituto mi racconta del problema con le sue compagne di stanza, della paura che ha di venire scoperta e di restare senza un posto dove stare ufficialmente.

Ho sentito parlare di Jennie e Jisoo, e come tutti gli altri ragazzi della scuola sono spaventate del potere che ho io, o meglio, che ho alle spalle, anche sul loro percorso scolastico, per questo cercano di non avere niente a che fare con me, ma per sfortuna loro la mia ragazza sarà la loro compagna di stanza. Quelle due stronze non sono un problema, il problema é la verità che le sto nascondendo. Sarà la macchia nera nella bellissima armonia di colori che mi immagino nel mio futuro con lei.

Butterfly || K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora