8. Periodo di caccia

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Gli capitava spesso di perdere la cognizione del tempo. Non si trattava soltanto di cadere in un attimo di distrazione, era più simile al venire fagocitato da un vero e proprio buco nero, buio e freddo. Non riusciva a uscirne senza qualcuno che lo richiamasse alla realtà. Era una caratteristica del suo carattere che si portava dietro dall'infanzia e non era mai riuscito a eliminarla, nemmeno durante gli anni di esilio, nonostante la ritrovata tranquillità. Come se il suo cervello si rifiutasse di tornare indietro per poi ripercorrere da capo l'aspro percorso già affrontato.

Per questo motivo era rimasto in piedi sotto al getto caldo della doccia fino a renderlo gelido. Non doveva essere passato troppo tempo, in realtà: le tubature dell'appartamento non erano certo in buone condizioni, non era così strano che si verificassero sbalzi di temperatura.

Non fu però l'improvvisa consapevolezza della pelle d'oca che gli copriva la pelle a farlo risvegliare dal suo stato di trance. Fu piuttosto un brusio di sottofondo che, a dispetto dell'acqua scrosciante che gli scorreva sul volto, raggiunse d'un tratto il suo udito. Con gli occhi ancora chiusi ruotò la manopola dell'acqua per bloccarne il getto e si strofinò i palmi umidi sul volto, distendendo i muscoli contratti. Contare i propri respiri lo aveva sempre aiutato a calmarsi, ma quella volta non era riuscito a scaricare un decimo della tensione che provava sottopelle.

Afferrò degli asciugamani, si rivestì e, preso un respiro profondo per cancellare dal viso la preoccupazione, fece per uscire dal bagno, alla ricerca della fonte del fastidioso vociare. Non dovette attendere molto prima di sentire la voce di Calum, resa stridula dalla rabbia, rimbombare per il corridoio. Aggrottò la fronte. Non poteva vedere altro che un alone di luce provenire dal salotto, l'unica stanza in cui avevano sollevato le persiane. La voce dell'amico era senz'altro giunta da lì.

Il tono della discussione si era di nuovo abbassato, così si avvicinò alla soglia, senza farsi vedere. Calum stava inveendo contro Cedar con tanta veemenza da sconvolgerlo. Il bugul era un consigliere reale e il Seelie, per quanto di sangue nobile, era stato esiliato dalla sua corte e quindi non aveva nessun diritto di rivolgerglisi in quel modo. Non che Calum si fosse mai preoccupato dell'etichetta, ma era strano che perdesse la sua abituale spensieratezza senza un grave motivo. Cosa poteva essere successo in poche ore?

«Non prendermi in giro, tu sapevi cosa sarebbe successo lasciandolo parlare con lei!» sbottò proprio in quel momento il biondo, sbattendo il palmo aperto di una mano sullo schienale del divano. Dal tessuto si sollevò una nuvola di polvere che lo fece starnutire, ma il fae cercò di mantenere un'aria seriosa.

Cedar si strinse la base del naso fra indice e pollice, lasciando fuoriuscire un sospiro sconsolato. «Ammetto che Mauve non è esattamente la persona migliore su questo pianeta, è subdola e calcolatrice, ma non ho gettato Haley nelle fauci di un lupo, okay? Non l'avrei lasciato interagire con lei se avessi anche solo pensato che sarebbe stato in pericolo. Smettila di incolparmi, avrai i tuoi motivi, motivi di cui sembrate volermi tenere all'oscuro e va bene, non mi sono mai lamentato, ma ti prego almeno di non renderti ridicolo accusando me per il suo malumore, chiaro? Se ti dà fastidio, parlane con lui.»

«Tu non capisci, lui non...»

A quel punto Haley non riuscì più a trattenersi. Con i denti serrati e lo sguardo più severo del consueto, palesò la sua presenza, facendo sobbalzare l'amico. «Calum» lo richiamò con fermezza.

I due si voltarono di scatto a guardarlo, l'uno confuso e l'altro nel panico più totale. Il Seelie si affrettò ad abbandonare la sua posizione irata per raggiungere Haley e tentare di spiegarsi, ma l'altro gli voltò le spalle e si avviò verso l'uscita prima che potesse anche solo sfiorarlo. In un rapido gesto afferrò un cappotto e raccolse le chiavi di casa dal tavolino all'ingresso, per poi lanciare a Calum la sua giacca. «Muoviti, abbiamo già perso fin troppo tempo.»

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