41. Un nuovo Regno

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L'alba era sorta in un'esplosione di giallo e viola. Le nubi cariche di pioggia del giorno precedente si stavano via via ritirando verso sud, deviando la luce del sole con la loro quieta presenza. Radi stralci di azzurro tentavano invano di imporsi sui colori accesi di cui Teorann si era tinta da alcune ore.

Un raggio di luce rosata sfuggì d'un tratto alla morsa delle nuvole livide. Percorse come l'occhio di un faro un vicolo vuoto, rivelando la sporcizia accumulatasi negli angoli, e si infranse contro le persiane abbassate di una finestra. Si divise in quattro raggi più sottili nel tentativo di penetrare nell'edificio. Due di essi si adagiarono placidi su delle lenzuola bianche, attorcigliate intorno a delle gambe ripiegate, il terzo illuminò il petto nudo e coperto di lentiggini del ragazzo addormentato, mentre l'ultimo, più ardito, osò sfiorare le sue palpebre abbassate, in un chiaro invito a sollevarle.

Calum emise un lieve grugnito. Strizzò gli occhi con un vago senso di fastidio, per poi strofinarli con il dorso di una mano. Una fitta di dolore gli corse lungo il braccio e fino alla spalla nel compiere quel semplice gesto, ma il fae era troppo stanco per farci caso. Tutto il suo corpo formicolava come se fosse stato svuotato e in seguito riempito nuovamente del proprio sangue. Ci mise alcuni minuti a rendersi conto che, in effetti, era proprio ciò che era accaduto.

Il respiro gli si bloccò nei polmoni quando realizzò. Era morto. Per una buona mezz'ora non era più appartenuto a questo mondo. Il suo filo era stato tagliato e in seguito riannodato. Non aveva ancora idea di come fosse stato possibile, o di cosa fosse successo mentre lui se ne era andato, ma il solo pensiero gli dava la nausea. Riportare in vita qualcuno andava contro le leggi della natura. Era la prima regola che veniva insegnata alle piccole fate prima che imparassero a usare i propri poteri. La necromanzia è magia nera. Calum incrociò le braccia sul petto, colto improvvisamente da un brivido di freddo, e tentò di portare le gambe al petto. Una leggera pressione contro il ginocchio tuttavia lo fece desistere.

Confuso, si voltò a fatica su un fianco, sentendo la cicatrice tirare nonostante fosse guarita, e si mise seduto contro i cuscini. Solo allora si accorse della presenza ancora dormiente accanto a lui. Un sorriso intenerito si fece spazio sulle sue labbra senza che se ne rendesse conto.

Haley doveva essere rimasto tutta la notte al suo capezzale. Era seduto scomposto su una semplice sedia di legno, una di quelle della cucina, ma aveva le braccia incrociate sulla trapunta e la testa mollemente adagiata su di esse. I ciuffi scuri contrastavano come piume di un corvo sulle lenzuola, così come le ciglia facevano sulle guance. Sembrava infinitamente stanco anche mentre dormiva. Le occhiaie violacee erano profonde e le palpebre gonfie per il pianto. Le vertebre sporgevano sulla schiena, allungata per arrivare al materasso, e le mani tremavano nel sonno. Calum avrebbe dovuto sentirsi preoccupato nel trovarlo in quelle condizioni, soprattutto considerando le informazioni che gli mancavano per ricostruire i fatti della notte precedente, ma non riusciva a sentirsi altro se non felice. Era felice di essere ancora vivo. Felice di avere ancora Haley al suo fianco. Felice di non essere solo e di non aver lasciato lui da solo.

Si raddrizzò contro la testata del letto e sollevò una mano per posarla sul capo dell'amico. I suoi capelli avevano sfumature blu alla luce mattutina. Li fece scorrere fra le dita, felice di poter sentire ancora. Haley si mosse nervoso sotto il suo tocco. Poi mormorò una sola parola, in tono triste e sonnolento. Calum sorrise nel riconoscere il proprio nome, accompagnato dal solito cipiglio pensoso. Spostò la mano dalla testa alla spalla del fae e lo scosse piano. «Ehi, Ley. Sono qui. Svegliati.»

«Cal» ripeté Haley mugolando. Quello che al Seelie parve un debole singhiozzo lasciò le sue labbra in un sospiro. «Non andartene.»

«Haley, apri gli occhi. Sono vivo, mi senti? Vivo!» esclamò Calum a quel punto, scuotendo il corpo dell'Unseelie con più entusiasmo.

Il Regno dell'IngannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora