Un cerchio azzurro spruzzato di bianco li sovrastava. Calum strizzò gli occhi all'improvviso cambio di luce. Erano stati al buio per così tanto tempo da aver quasi dimenticato quanto fosse brillante il cielo di Faerie. Era tutta un'altra cosa rispetto a quello di Teorann, quasi sempre ingrigito dalla pioggia. «È questa l'uscita?» domandò, schermandosi la vista con una mano.
Ivy annuì. Si accostò in silenzio a una parete del tunnel, mentre Rhys allungava le mani verso l'alto e cominciava a mormorare una litania altalenante. Delle radici sottili si affacciarono dal bordo. Scesero piano verso le dita del Seelie, arricciandosi in curve spigolose. In pochi secondi si avvolsero intorno alle sue braccia. Erano tanto strette da lasciargli segni rossi sulla pelle, ma le tirò comunque verso di sé per saggiarne la resistenza. Sembrò esserne soddisfatto. In pochi secondi si trovò fuori dal cunicolo e le radici ricaddero nella buca.
Salirono uno dopo l'altro. Rhys faceva sì che le radici si attorcigliassero intorno alla vita di ognuno, per poi tirarle indietro. Caddero in ginocchio fra l'erba alta del sottobosco, in una zona imprecisata sopra la Corte Unseelie. Mauve ne faceva parte, ma a causa dei suoi affari abitava sul confine con i Solitari. Avrebbero dovuto camminare a lungo. Nessuno protestò, però, quando si rialzarono a fatica per mettersi in marcia. Nessuno aveva voglia di sprecare fiato in inutili discussioni, dopo ciò che avevano passato. Erano stanchi, sporchi e feriti. I litigi potevano aspettare.
Rimasero zitti per gran parte del cammino. Calum lanciava sguardi periodici in direzione di Haley per assicurarsi che stesse bene, ma l'altro teneva il volto rivolto al suolo, le mani nelle tasche dei pantaloni e gli occhi nascosti dai capelli. Stava pensando. Pensava a come sarebbe stato incontrare Mauve, questa volta dal vivo. Non gli aveva fatto una bella impressione. Aveva un'aura scura, di morte, ad avvolgerla. Gli ricordava la sensazione che si prova sull'orlo di un dirupo. Era pericolosa, e lui le doveva ancora un favore. Non sapere in cosa consistesse lo stava uccidendo.
«Se non te la senti possiamo cambiare piano, Ley» gli sussurrò Calum all'orecchio. Gli si era accostato rallentando il passo e ora gli accarezzava la curva della schiena come si farebbe con un gattino infreddolito.
Haley non aveva idea di come si fosse ridotto in quello stato. Era pur sempre stato un generale, un tempo. Dove era andata a finire la sua grinta, la sua impassibilità? Al diavolo, ecco dove. Così come tutta la sua anima. «No, posso farcela. Mauve è una fata potente, forse più di me, ma per qualche strano motivo le servo vivo.»
«Servi vivo a tutti noi, Ley. Imprimilo a caratteri cubitali in quella testa bacata, per favore» replicò Calum. Haley sospirò, ma annuì. Sapeva di non dover scherzare sull'argomento. Era stato lui a sbagliare, e ora lui avrebbe subito le paranoie di Calum senza ribattere.
«Il bosco è diverso da prima » commentò Willow in quel momento. Stava camminando con le mani ben piantate nelle tasche della felpa e il cappuccio calcato in testa, nonostante il caldo primaverile. Sembrava volersi estraniare dal gruppo, ma allo stesso tempo non poteva fare a meno di porre domande. Haley non era ancora riuscito a inquadrarla bene, a dispetto delle confessioni che si erano rivolti in cella.
Rhys, in testa alla fila, rilasciò uno sbuffo. «Siamo sul confine. Manca poco. Quando il bosco comincerà a lasciare il passo a una prateria di erba alta saremo arrivati.»
In effetti gli alberi scuri e contorti che crescevano vicino alla Corte Unseelie, irti di spine e perfetti nascondigli per folletti di ogni tipo, stavano gradualmente diminuendo, in favore di arbusti più naturali. Haley osservò i tronchi lisci di alcune betulle e ci passò le dita con leggerezza. Sentiva la linfa pulsare sotto la corteccia chiara come il battito di un cuore. Socchiuse gli occhi. Ascoltò l'Energia percorrere i pori del legno e quelli della sua pelle, fino a riempire le sue vene. Quando riaprì le palpebre il sottobosco parve illuminato di colori più vividi, vibranti. Lasciò la presa all'istante. Era strano attingere a fonti di Energia così pure, non contaminate dalla magia. Alla Corte, dove gli incanti rivestivano ogni parete, e nell'Altroregno, dove il metallo affievoliva le percezioni, era raro poter sentire davvero.
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Il Regno dell'Inganno
FantasyDopo essere stato bandito ingiustamente dai propri simili, privato delle ali e costretto a una vita da Solitario, Haley era sicuro che niente al mondo avrebbe potuto convincerlo a rimettere piede in quel luogo di sangue e inganni che per anni aveva...