La presa di Calum sulle sue braccia scomparve di colpo, come il tocco di un fantasma al sorgere del sole. Poi, il nulla.
L'ultima cosa che Haley si sarebbe aspettato dopo aver confessato la verità era il silenzio. Piatto, instabile silenzio, detentore di parole taciute e sentimenti celati. Segreti in risposta a un segreto. Ogni respiro restava imprigionato nel legame del silenzio senza possibilità di fuga.
Mosse un passo nell'erba alta, spostando il peso da una gamba all'altra in attesa del verdetto. I fili verdi, inteneriti dalle temperature invernali, frusciarono appena contro le sue scarpe. Le sue orecchie percepirono comunque il suono, drizzandosi come quelle dei gatti. Si concentrò su quello per non lasciarsi prendere dal panico. Non dovevo dirlo, si ripeté. Non dovevo dirlo, non così, non adesso.
La strana quiete cominciava a innervosirlo. Alzò piano lo sguardo dalla punta dei propri piedi. La ghiaia grigiastra e cosparsa di fango lasciò il campo a sei paia di occhi spalancati. Haley fu tentato di richiudere le palpebre di scatto, ma non lo fece. Fronteggiò i presenti a testa alta, nonostante sentisse l'umidità delle proprie iridi sul punto di colare sulle guance. Aveva mentito e loro avevano tutto il diritto di avercela con lui. Non si sarebbe tirato indietro davanti alle proprie responsabilità. Avrebbe preferito rimandare quel momento o evitarlo del tutto, ma niente sembrava andare come previsto. Non era previsto che Anise lo imprigionasse nella trappola dei suoi ricordi, non era previsto che questi lo soffocassero e non era previsto che l'odio che provava per suo padre aumentasse ancora, costringendolo a confessare suo malgrado.
Lasciò scorrere lo sguardo sugli umani, soffermandosi appena sull'espressione offesa di Willow, che lo accusava di non averle detto prima la verità, e su quella sorpresa del fratello. Sorpasso Cedar, troppo codardo per sopportare il suo biasimo, e cercò subito rifugio nelle iridi familiari del suo migliore amico, ancora di fianco a lui.
Calum era indecifrabile. Haley se ne accorse con stupore. Non aveva mai faticato a capire gli stati d'animo del fae. Possibile che gli avesse sempre mentito? Era davvero tanto bravo nel mascherare i propri pensieri, come lui stesso aveva sempre fatto? Tuttavia non smise di osservarlo, bisognoso di sostegno. Si sentiva un bambino abbandonato. Lo era stato, ma non pensava di non aver mai smesso di esserlo. «Cal –» mormorò, a voce bassa per non rompere il silenzio.
Il Seelie sospirò. Le sue palpebre sfarfallarono rapide, toccando appena gli zigomi con le ciglia chiare. Quando tornò a ricambiare lo sguardo dell'amico i suoi occhi erano più lucidi e vivi, come se finalmente si fosse reso conto della portata delle sue parole. «Era questo che mi nascondevi?»
L'Unseelie percepì un tuffo al cuore. Strinse i pugni convulsamente e socchiuse le labbra nel tentativo di difendersi. Difendersi da cosa, poi? Calum aveva ragione. Gli aveva mentito e avrebbe continuato a farlo se non si fosse tradito. Non si sarebbe nemmeno sentito in colpa, perché lo avrebbe fatto per lui, per loro. Tutto il resto non aveva importanza. Eppure ora, di fronte a quel plotone di esecuzione, si sentiva quasi in dovere di giustificare le proprie azioni. Non gli era mai capitato prima. Abbassò il capo, non riuscendo più a sostenere quell'oro liquido e ferito. «Non voglio continuare a mentire dicendoti che te l'avrei rivelato prima o poi. Non è così. Avevo intenzione di andare da mio padre da solo. Vi avrei addormentati o immobilizzati per non essere seguito. In ogni caso, ritenevo e ritengo tuttora che sia qualcosa che devo fare senza di voi. Sarà dura e forse...» balbettò, «forse non ce la farò, ma è così che deve andare. Non lo vedete? Tutto questo è colpa mia, seppur indirettamente. Mio padre e Moss vogliono il trono, la Regina vuole conservarlo. E io sono l'erede. Io sono l'ostacolo da eliminare. Questa missione è stata fin dal principio un modo per togliermi dai giochi. Lo stesso rito che Regan ha intenzione di compiere dipende da me, perché se non fossi mai esistito non avrebbe avuto problemi a prendere il potere. Io sono la causa di tutto questo e io sono l'unico a dover morire per risolvere il problema. Non voi. Nessuno di voi. Ho sempre cercato uno scopo alla mia esistenza e se devo essere nato per morire in questo modo, così sia –»
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Il Regno dell'Inganno
FantasyDopo essere stato bandito ingiustamente dai propri simili, privato delle ali e costretto a una vita da Solitario, Haley era sicuro che niente al mondo avrebbe potuto convincerlo a rimettere piede in quel luogo di sangue e inganni che per anni aveva...