31. Spiriti naturali

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Il condominio grigio lo scrutava dall'alto dei suoi cinque piani con aria arcigna. Balconi stretti di un bronzo ossidato aderivano alle finestre come grate di una prigione e un portone d'ingresso blindato impediva l'accesso ai non residenti. Thomas arricciò il naso e si grattò il leggero velo di barba sulla guancia, indeciso se credere o meno alle parole che Fionn gli aveva appena rivolto. «Sei certo che Cedar ti abbia dato proprio questo indirizzo?»

L'amico alzò gli occhi al cielo. Strinse le braccia nude al petto mentre veniva scosso da un brivido di freddo. Si era alzato il vento. «Te l'ho ripetuto già tre volte. Sì, è questo. Si trova al terzo piano» rispose. «L'ho avvisato del nostro arrivo. Ci sta aspettando.» Fece qualche passo in avanti e suonò al campanello, dopo aver individuato la targhetta bianca fra i nomi degli altri condomini.

Il Cacciatore sospirò. Si scostò una ciocca rossa dalla fronte e controllò velocemente che tutte le sue armi fossero al posto giusto, in caso di pericolo. Lasciò scorrere le dita un'ultima volta sulla lama nascosta nella cintura, poi sistemò la cinghia dello zaino sulla spalla. Il portone si aprì con un clangore metallico di ingranaggi. Fionn lo varcò senza aggiungere una parola e Thomas fu costretto a seguirlo per non rimanere solo nel bel mezzo del vicolo. Era stato addestrato a uccidere fate, non per scontrarsi con possibili borseggiatori. Due appartamenti si aprivano su entrambi i lati dell'ingresso, mentre una scala di marmo, macchiata dall'acqua, si ergeva al centro, proprio davanti alla porta.

Cominciarono a salire in silenzio. I loro passi rimbombavano nella rampa come proiettili a salve. Thomas osservò il fango staccarsi a ogni passo dalle suole dei suoi scarponi per poi incollarsi ai gradini grigiastri. Si chiese se qualcuno si occupasse delle pulizie in quel posto. Se ci vivessero anche degli umani. L'idea di essere circondato da creature del Piccolo Popolo gli faceva vibrare i nervi di tensione. Sollevò di nuovo lo sguardo davanti a sé e lo incollò sulla maglietta viola di Fionn, davanti a lui. Aveva le spalle ricurve come ricordava. Era ancora lo stesso ragazzo che considerava il suo migliore amico, ma al contempo non era più lui. Questo Fionn gli aveva mentito. Quello vecchio non l'avrebbe mai fatto. «Credi che Cedar sappia delle vacanze improvvisate a Faerie di Haley, mia sorella e gli altri due mostri?» domandò per rompere il silenzio e scacciare i pensieri che lo tormentavano.

Fionn scrollò le spalle, ma non si voltò verso di lui. Cominciarono la quinta rampa ancora senza parlare, ma alla fine il castano si decise a rispondergli. «Credo che sappia qualcosa, sì. Forse li avrà sentiti discutere per caso, o forse quell'Haley è più semplice da capire di quanto mi sia sembrato quando l'ho incontrato la prima volta.»

«È cambiato da allora» commentò Thomas. Aveva un tono indifferente, ma la realtà era che moriva dalla curiosità di sapere. Sapere perché quello strano fae, l'individuo che suo padre gli aveva ritratto come il male in persona, sembrasse sempre così triste e fragile. Non era così i primi tempi. Non sapeva se fosse una maschera questa o la precedente, ma in ogni caso doveva essere successo qualcosa per ridurlo in quello stato.

«Cedar mi ha accennato qualcosa. Dice che Nightshade non può farcela da solo, ma continua a rifiutarsi di coinvolgerlo nelle ricerche. Per questo ha deciso di compiere questo rito. Si tratta di un incantesimo di protezione. Evocheremo gli spiriti naturali per vegliare su di loro.»

«Spero che con "loro" tu intenda anche mia sorella. È una stupida, perché ha disobbedito ai miei ordini, ma rimane mia sorella. E la tua ragazza. Forse hai bisogno di un promemoria» insinuò Thomas. Erano arrivati al pianerottolo del terzo piano. Lì c'erano tre porte invece che due, semplici assi di legno lisce e anonime, con una targhetta di carta adesiva sul campanello a indicare il nome del residente. Lesse cognomi da fata su due di essi, riconoscibili per il richiamo al mondo naturale, mentre il terzo era bianco. Come il cartellino all'ingresso.

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