Calum avrebbe voluto prendersi a pugni da solo. Avrebbe sofferto meno che nel vedere lo stato in cui Haley si era ridotto nei pochi minuti in cui era mancato.
Lo trovò seduto a terra, fra l'erba umida di rugiada, davanti a uno dei bagni da campo. Aveva la testa china in avanti e le gambe incrociate, mentre torceva tra le dita i teneri fili verdi. I capelli neri coprivano l'espressione del suo volto, ma il Seelie poteva immaginare i suoi occhi arrossati e le ciglia scure, bagnate, ad adombrarne la debole luce, senza bisogno di vederlo. Ricordava perfettamente i giorni in cui quell'aspetto era il solo che Haley gli avesse mai mostrato, i giorni in cui il fae sembrava non essere altro che uno spettro, costretto a rimanere in un corpo terreno. Sperava di aver superato per sempre quella fase, ma l'inizio della missione era stato dannoso per la sua salute mentale più di quanto si sarebbe mai aspettato, pur non riuscendo a comprenderne a pieno il motivo. Si disse che avrebbe messo sotto interrogatorio Haley una volta ripresosi dallo shock, giusto per sentirsi meno in colpa per ciò che era accaduto. Avrebbe dovuto restargli accanto. Era quello il suo posto e invece si era lasciato prendere dal nervosismo e se ne era andato verso i boschi, in cerca di aria pulita. Grande sbaglio, da parte sua, ma solo ora ne comprendeva la portata.
Willow l'aveva trovato mentre stava già tornando al tendone, per fortuna. Appena aveva sentito il nome di Moss, Calum aveva subito pensato a Haley. E aveva corso, lui che odiava correre con tutto se stesso, e ora era lì, davanti all'amico, dopo aver seminato alle sue spalle la Cacciatrice. Gli sembrava di rivivere un flashback, solo che le palpitazioni del suo cuore erano troppo forti per essere semplici ricordi. Fece qualche passo in avanti e si accucciò di fronte al moro con delicatezza, un sorriso gentile sulle labbra pallide. «Ehi, Ley» lo chiamò. L'altro non sembrò sentirlo. Rimase con la testa bassa, i ciuffi d'erba stretti intorno alle dita come corde. Calum sospirò e, sempre muovendosi piano, come davanti a un felino selvatico, costrinse Haley ad appoggiare la testa sulla sua spalla, mentre gli accarezzava piano i capelli lisci, mormorandogli parole rassicuranti all'orecchio. «Va tutto bene, ora. Non gli permetterei mai di avvicinarsi a te di nuovo. Sono qui, non me ne andrò di nuovo. Scusami, Ley, scusami davvero.»
«Non vedo perché tu debba scusarti» sussurrò a sua volta Haley, senza però alzare lo sguardo verso di lui. Continuava a fissare lo spazio davanti a sé, pensieroso. Però Calum notò che stava ricambiando l'abbraccio, il che era positivo, nonostante tutto.
«Perchè ti ho lasciato solo» rispose quindi semplicemente, senza smettere di passare le dita fra i suoi capelli. Haley sospirò, allontanandosi un poco dal suo corpo per sedersi di nuovo composto. Certe abitudini di Corte sono dure a morire. «Sono adulto e so difendermi da solo, Cal. Non devi farti una colpa per questo. Sono io ad aver ingigantito una questione stupida.»
Calum scosse la testa, con le sopracciglia aggrottate. «Non è una questione stupida. Soprattutto dopo ciò che ti ha fatto passare. Se me lo dovessi trovare fra le mani si pentirebbe di essere nato, quel figlio di un goblin.»
Haley sorrise piano, sfiorando una mano del biondo con la sua in segno di gratitudine. «Sono sicuro che lo farebbe» disse, per poi voltare la testa di scatto, sentendo un rumore di passi. Willow sbucò poco dopo dall'ombra che avvolgeva l'area, troppo lontana dal tendone del festival per essere illuminata a dovere. Aveva il fiatone e quando si fermò si lasciò cadere di peso a terra, per poi legarsi i capelli in una coda alta.
«Calum, sei una dannata lepre, maledizione!» sbottò poi, prima di ricordarsi il motivo per cui erano accorsi fin lì. A quel punto mise il broncio in modo infantile e incrociò le braccia davanti al petto. «Ley, ti avevo detto di restare seduto.»
«Sono seduto» replicò il fae, mentre osservava Calum fare una smorfia nell'udire il suo soprannome usato dalla Cacciatrice. Scosse la testa e cercò di concentrarsi sulla realtà, la terribile realtà che aveva scoperto qualche minuto prima. Prese un respiro profondo, per poi indicare ai due la cabina accanto. «Lì c'è un cadavere.»
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Il Regno dell'Inganno
FantasyDopo essere stato bandito ingiustamente dai propri simili, privato delle ali e costretto a una vita da Solitario, Haley era sicuro che niente al mondo avrebbe potuto convincerlo a rimettere piede in quel luogo di sangue e inganni che per anni aveva...