Il tempo era peggiorato in poche ore. Cedar osservava le gocce cadere sulle finestre sentendosi trasportare indietro nel tempo, a quella stessa scena. Non avevano fatto molti passi avanti da allora, eppure sembrava tutto incredibilmente diverso. Forse perché, per la prima volta nella sua lunga carriera, aveva tradito la fiducia della sua Regina. O forse perché la preoccupazione, che covava nel petto come un macigno irremovibile, non era una sensazione a cui fosse abituato.
Non aveva una famiglia, Cedar. Fin da piccolo, da quando era stato abbandonato nei cunicoli della Corte Unseelie da genitori sconosciuti, il bugul aveva imparato a contare solo su se stesso. Non capiva come fosse possibile provare tanta paura per la sorte di qualcuno estraneo a lui, qualcuno con cui non condivideva una goccia di sangue, eppure nulla gli era mai sembrato più giusto. Sapeva, Cedar sapeva che Haley non aveva delle buone intenzioni. Sapeva che stava meditando qualcosa di pericoloso, per sé più che per gli altri. Mentre il fae dormiva, con la fronte corrugata e lucida di sudore, le palpebre vibranti sugli occhi agitati a causa degli incubi, aveva subito capito che nella sua mente stava prendendo forma un piano suicida. E non perché avesse poca fiducia in lui, ma perché Haley non era mentalmente in grado di preoccuparsi per se stesso. Aveva abbassato così tanto la sua sensibilità da perdere ogni cognizione del pericolo. E Cedar non poteva permettere che quel ragazzo, lo stesso bambino sfortunato e fragile che aveva visto crescere da lontano, affrontasse un'impresa più grande di lui.
Il bugul rise, spostando gli occhi stanchi e arrossati dal vetro appannato per guardarsi intorno. Il salotto era vuoto e immerso nel silenzio. La polvere stessa pareva rallentare la sua discesa al suolo. Aveva parlato con Calum poco prima, o almeno il fae ci aveva provato. Cedar ammirava la sua perseveranza, in fin dei conti. Il Seelie non si sarebbe arreso di fronte a nulla per Haley, chiunque se ne sarebbe accorto. Era un suo punto debole, certo, ma Cedar era forse troppo meschino, o forse troppo poco cinico, per rimproverargli una simile dedizione. Fatto stava che Cedar non l'aveva lasciato parlare, chiedendogli di lasciarlo solo per qualche ora. Calum si era impuntato, aveva sbottato come suo solito, lasciandosi trascinare da espressioni colorite, fino all'ingresso di Rhys nella stanza. Quell'avvenimento, in un modo che Cedar non avrebbe saputo spiegarsi, aveva catturato tutta la sua attenzione, spostando il terzo grado del biondo dal bugul al nuovo arrivato. E Cedar ne era stato lieto. Ma ora, solo e con il freddo della solitudine a incrinargli le ossa, il consigliere non sapeva che fare. La Regina l'avrebbe contattato a breve, ne era certo. Non si faceva sentire da troppi giorni. E Haley sarebbe andato dal kelpie, per attuare il folle piano che era sicuro avesse già in mente. Cedar, invece? Lui sarebbe rimasto su quel divano, sbiadito come la sua vita, con il rumore della pioggia nelle orecchie e quello del cuore nella testa. Non avrebbe mai creduto di cadere tanto in basso.
Fu con questi pensieri che strinse le labbra in una linea sottile. Con un balzo saltò giù dalla seduta giallastra fino al pavimento e raccolse i libri sparsi sul tavolino. Fogli spiegazzati ai margini e coperti di linee spezzate fuoriuscivano dalle pagine, mentre in fretta e furia si apprestava a lasciare la casa. No, Cedar non sarebbe rimasto ad aspettare il ritorno di Haley. Era stanco di aspettare. Era giunto il momento di tornare a contare solo su se stesso.
~•~
«Sei certo che il lago si trovi da queste parti?»
«Stiamo seguendo il corso del fiume. Mi sembra ovvio che sia da queste parti» sbottò Thomas, lanciando uno sguardo tagliente a Calum. Il fae non lo notò, tuttavia, troppo preso dall'ambiente circostante. Non l'avrebbe mai ammesso, ma l'atmosfera cittadina lo stava pian piano uccidendo. Una fata non è fatta per stare lontana dal suo ambiente naturale per troppo tempo, lo capiva solo ora. Sfiorò con dita leggere il tronco di un albero vicino, percependo la linfa muoversi al di sotto della corteccia in vene sempre più sottili. Si concentrò per un solo istante e le sue labbra si aprirono in un lieve sorriso, mentre al posto delle sue dita compariva un piccolo fiore bianco, dallo stelo delicato.
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Il Regno dell'Inganno
FantasyDopo essere stato bandito ingiustamente dai propri simili, privato delle ali e costretto a una vita da Solitario, Haley era sicuro che niente al mondo avrebbe potuto convincerlo a rimettere piede in quel luogo di sangue e inganni che per anni aveva...