33. Bugie bianche

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Lo scontro fra la sua schiena e il terreno erboso non fu piacevole, ma Rhys non se ne curò. Con uno sbuffo irritato e un gesto della mano decretò l'orario di chiusura delle due funzioni cerebrali. Erano ore che consultava quel maledetto libro. Willow girava le pagine a una lentezza micidiale, spaventata da una possibile ribellione del Grimorio, mentre Ivy si perdeva a più riprese in inutili disquisizioni sui riti elencati. Non avevano trovato nulla di vagamente accostabile agli indizi che possedevano. Niente di niente. Era calata la notte senza il minimo progresso.

Il Seelie emise un lamento al solo udire la voce acuta di Willow porre l'ennesima domanda alla bionda. Si nascose gli occhi con l'incavo del gomito e smorzò con un sospiro le imprecazioni che si erano depositate sulle sue labbra. Il vento si era alzato e una lieve brezza gli faceva impigliare alcune ciocche fra le corna ricurve. «Stiamo facendo un altro buco nell'acqua.»

«Il tuo ottimismo ci è di infinito aiuto, Rhys, ti ringrazio» ribatté Ivy, sollevando a malapena la testa dalle pagine ingiallite. Il fae la guardò di traverso, mentre lei lo trafiggeva con gli occhi. L'orlo del vestito si era sporcato di terra. Era evidente dal suo vestiario che non fosse abituata a uscire dai cunicoli tirati a lucido della Corte.

Rhys si tirò su con i gomiti e dipinse sul volto un sorriso sornione. «Non c'è di che, principessa.»

«Oh, Dio, per favore. Non cominciate con i soprannomi da coppietta» esalò Willow. Voltò la pagina appena esaminata e allungò le gambe fra l'erba umida per distendere i muscoli. «Non credo di potercela fare.»

«Non devi prendertela con noi solo perché Haley non ti degna di uno sguardo» commentò acido il Seelie. Ivy lo fulminò di nuovo. Sembrava non essere in grado di fare altro, nelle ultime ore: guardare male Rhys e cercare un rito introvabile fra centinaia di altri. Will aprì la bocca per replicare, ma la richiuse subito dopo. Aveva un'espressione fra l'imbarazzato e il furioso, con gli zigomi arrossati e i capelli scombinati dal vento e dal viaggio. Non replicò all'accusa di Rhys, come avrebbe voluto fare. Rimase in silenzio, anzi, e riprese a consultare il Grimorio con le labbra strette in una linea dura. Il Seelie sogghignò soddisfatto. Si lasciò ricadere sul prato con le braccia dietro la testa, ma uno scappellotto sulla fronte lo portò a risollevarsi in meno di un secondo. «Ehi!»

«Noi non siamo una coppia» ci tenne a precisare Ivy, portandosi una ciocca di capelli chiari dietro le orecchie. «Non mi fidanzerei con lui nemmeno se fosse l'ultima fata del Regno.»

«Peggio per te, tesoro. Sei tu che ci perdi.»

Willow alzò gli occhi al cielo. Non credeva di poter sopportare ancora a lungo i battibecchi dei due fae. Cominciava quasi a sentire la mancanza di Calum. Almeno Rhys se la sarebbe presa con lui, lasciandola in pace a svolgere il suo lavoro.

Finì di consultare le condizioni base del Rito di Unione e lo escluse con un lamento seccato. Gli ingredienti principali consistevano in due tipi di sangue al massimo. Le vittime erano Seelie, Unseelie e umane, quindi non poteva trattarsi dello stesso rituale che l'assassino aveva in mente di svolgere. Passò all'incantesimo seguente. Resurrezione, lesse. Nel farlo posò distrattamente la mano sulla carta per tenere il segno, ma un improvviso frusciare di pagine la fece sobbalzare. Il Grimorio si era richiuso su se stesso con uno schiocco deciso. Will rimase a fissare la copertina scura come inebetita. Il titolo occhieggiava nell'oscurità con i suoi caratteri dorati. Sembrava quasi deriderla. Si passò una mano fra i capelli ramati e sbuffò. «Fantastico, il libro si è stancato.»

«Sapessi noi, libro caro» fece Rhys ironico.

«Tu non hai fatto niente» lo accusò la Cacciatrice con la fronte aggrottata. Il buio nascondeva la sua espressione, ma la lanterna che avevano usato fino ad allora per poter leggere le illuminava i lineamenti dal basso con ombre oblunghe.

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